Un po' di dubbi contro la guerra
dei simboli
CROCIFISSO
PRET-A-PORTER
di Carlo Gubitosa c.gubitosa@peacelink.it
Una serie di domande per ragionare sull'uso
strumentale della religione a fini politici. Il crocifisso diventa un simbolo "facile
da portare", da indossare quando conviene per poi metterlo nell'armadio quando la
coerenza chiede qualcosa di piu' delle parole a vuoto che fischiano nei microfoni.
1) Come mai don Lorenzo Milani, un
santo scomodo che la fiction Rai ha trasformato in un "santino" buono per tutte
le stagioni, aveva tolto il
crocifisso dalla sua scuola di Barbiana per metterlo in un'altra stanza?
Neera Fallaci, nel libro "Vita del prete Lorenzo Milani" racconta che don
Lorenzo "tolse il crocifisso perché non doveva esserci neppure un simbolo che
facesse pensare che quella era una scuola confessionale. Lì c'erano solo uomini che
studiavano e discutevano per la propria elevazione civile e morale". Perche' nessuno
da' voce ai sacerdoti e ai cristiani che sono d'accordo con don Lorenzo?
2) Come mai la televisione ha assegnato il
ruolo di paladino della scuola laica ad una persona che si presta benissimo ad
interpretare la parte del "diverso", dello "straniero", del
"musulmano", dell'"anticlericale", alimentando i sentimenti di odio e
di contrapposizione legati alla presenza dei migranti in Italia?
3) Come mai le forze politiche di sinistra che si battono per avere delle
scuole con pareti "laiche" sono le stesse che quando erano al governo hanno di
fatto spianato la strada ai finanziamenti pubblici destinati alle scuole confessionali?
4) Come mai le forze politiche di destra che oggi sono pronte a fare
barricate per difendere i simboli della cristianita' non hanno mosso un
dito per migliorare le condizioni dei carcerati dopo essersi spellati le
mani in parlamento di fronte alla richiesta di indulto formulata dal sommo pontefice?
5) Come mai ci si accapiglia per tenere o per rimuovere un crocifisso in un
luogo frequentato da bambini, mentre a nessuno importa di cosa viene appeso alle pareti di
ospedali, uffici pubblici, caserme, biblioteche, questure, tribunali e altri luoghi dove
la "cristianita'" o la laicita' della nazione potrebbero essere ugualmente
affermate? Per caso c'entra qualcosa la presenza nelle scuole di bambini, che immaginiamo
come soggetti influenzabili? Se e' cosi', perche' nessuno si vergogna di fare politica
sulla pelle dei bambini? Perche' questi bambini non vengono lasciati liberi di crescere e
ragionare valutando con serenita' l'esempio e le testimonianze dei genitori cattolici, del
maestro laico, del salumaio musulmano e del bidello buddista, arrivando a maturare una
scelta religiosa consapevole e ben informata?
Per finire: non e' che tutta questa polemica sul crocifisso rischia di
alimentare solamente i fondamentalismi (musulmani e cristiani) mettendo in secondo piano i
veri sentimenti religiosi dei cattolici e i veri sentimenti di civilta' del pensiero
laico? Chi ci guadagna da questa esplosione di odio e di intolleranza? Non e' che il circo
della politica, dopo essersi alimentato delle guerre tra poveri tra manifestanti
antiglobalizzazione e poliziotti globalizzati, adesso vuole nutrirsi della paura e della
rabbia che divide laici e religiosi, cattolici e musulmani?
Di fronte a questa vicenda, ho maturato solamente quattro
personali
convinzioni: voglio trovare un crocifisso quando vado in chiesa, voglio
trovare una lavagna quando entro in una scuola, voglio trovare persone
serie quando vado in parlamento, voglio che il mio paese sia talmente
cristiano da poter accogliere senza odio, paura o diffidenza tutte le
religioni del mondo.
Un'ultima domanda: ma il ministro Moratti lo sapra' o no che in Italia ci sono delle
scuole rimaste senza crocifisso perche' non ci sono abbastanza soldi?
Suggerimenti di lettura:
AA.VV.
E` L'ORA DELLE RELIGIONI
La scuola e il mosaico delle fedi
Editrice Missionaria Italiana
SCHEDA Online: http://www.emi.it/scheda.asp?nisbn=1012-1 |