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No droga No
party
di Vincenzo Andraous
Droga sostenibile e droga che uccide, mi pare necessaria una ulteriore precisazione,
quanto meno per di largo consumo... di onestà intellettuali, in condanne e conseguenti
assoluzioni a poco prezzo.
Quanto meno per rendere giustizia alle parole, quando esse assumono il peso di una
sentenza e influenzano le persone, in particolar modo quelle che ancora non hanno una
personalità formata, coloro che ancora non hanno pieno il carico della coscienza, cioè
l'essere presenti a se stessi; e un bambino sebbene grande, non è cosciente, per
diventare coscienti di noi stessi, il primo avvertimento è l'avvertimento dell'esistenza
dell'altro.
Noi adulti sappiamo bene che crescita vuol dire differenziazione, affermazione di sé come
entità autonoma, attraverso le varie fasi di sviluppo dell'individuo, attraverso le
occasioni e le opportunità della vita, ma ciò non autorizza nessuno a rilasciare patenti
di maledetto per forza, perché questa è una vocazione destinata al macero, e cosa assai
più grave, destina al macero i più deboli.
Avere personalità non significa essere qualcosa per mezzo di una canna, chi possiede una
personalità matura dimostra unità nel comportamento tra ciò che pensa e ciò che fa.
Valuta in maniera obiettiva la realtà e se stesso, e perciò si rapporta al contesto
coerentemente alla propria situazione.
In uno spinello "quotidiano" vi è l'impegno e la fatica per raggiungere una
crescita personale accettabile? Oppure in questo atteggiamento vi è una considerevole
instabilità emotiva che maschera un disagio con l'avvicinamento ai rischi estremi.
Fallimento degli educatori, di una società che sta a guardare ? Forse questo è il
risultato che scaturisce da una sorta di nichilismo congenito a qualche generazione
fortunatamente passata, perché educare non sta più solo per trasmissione di
nozioni-conoscenze, ma come formazione alla complessità, come insieme di comportamenti,
quanto meno per colmare con il tempo certe carenze, e bisogna riuscirci in tempo affinchè
non diventino LUCIDE FOLLIE.
Forse occorre diffidare sempre delle esemplicazioni, non accontentarsi della dicitura: SI
TRATTA DI BANALE REAZIONE A UN MODELLO CULTURALE, DI ACCETTABILE INDISCIPLINA
ADOLESCENZIALE.
Personalmente diffido molto, perché io ci sono passato per queste doppie e triple corsie
preferenziali, potrei raccontare molto di me in proposito, e la mia non è una bella
storia, anzi è una gran brutta storia.
L'uso di roba è prevalentemente una via di fuga senza progettualità, è la
rappresentazione dell'impossibilità di trovare una uscita di emergenza, per cui non si
può parlare di " prevenzione del danno ", ciò che si deve e si può prevenire
è il coinvolgimento nell'uso, soprattutto quello PRECOCE, fornendo ai giovani
l'opportunità di trovare risposte più valide ai loro problemi- compiti di sviluppo.
Certe argomentazioni sulla droga che girano e inciampano sulle bocche di tanti adulti,
meritano sicuramente attenzione, ma io ho imparato a sfuggire le visioni ed i percorsi
unidimensionali, e proprio accogliendo e accompagnando i giovani in difficoltà, sono
diventato estremamente attento al disagio che circonda le persone affaticate, al loro
bisogno di essere aiutati a entrare un po' in se stessi, per comprendere che ci si deve
impegnare strenuamente per difendere la propria dignità personale.
Vincenzo Andraous
carcere di Pavia e
tutor Comunità Casa del Giovane
3-11-2003 Pavia
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