La danza di Salome’

di Sergio Gallo


I
Giunta l’ora nona,
allo scuotersi dei tamburelli
Salomè inizia la danza.
Le mani senz’anelli
bianche colombe
si muovono nell’aria.
Gli anopsici
[*] occhi
roteano, cedono al ritmo
i piedi tatuati.
Piroetta, spinge
avanti e indietro
il bacino madido.
Sotto i veli porpora
fremono le forme
del suo giovane corpo.


II
Il primo velo che cade
scopre
il pube intonso.
Presto, con arte
la schiena inarca
e con gesto di sfida
al padre tetrarca
la rosea vulva
dolcemente spalanca.
Al secondo velo
compaiono collo e spalle.
Il terzo mette a nudo
le pallide braccia.
Convulsa è la danza.
Quarto e quinto velo
mostrano caviglie
cosce e polpacci.


III
Il sesto velo scopre
i seni piccoli e bianchi.
Il settimo soltanto svela
il volto agli astanti.
Più della danza l’inebria
la voce di Jokanaan.
Più d’ogni gemma o perla
è delizia la bocca del profeta.
Arde per il desiderio
di baciarla, brama
di toccare quel corpo
santo. S’immagina
al colmo del piacere
tra miele e sangue
con la testa del Battista
stretta tra le gambe.


[*] Anopsici : da anopsia, “perdita della vista non determinata da malattie della retina o del nervo ottico. Per esempio cecità transitoria in seguito ad acrobazie” (“E.M. La Nuova Enciclopedia Medica Garzanti”, 1987, Garzanti, Milano). Gli occhi di Salomè sono rivolti quasi con violenza verso l’alto, “come le posture traumatiche dei santi di El Greco”. Così scrive Tom Robbins in “Skinny Legs and All” (“Coscine di Pollo”, Baldini & Castoldi, 1990, Leonardo editore, Milano).


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