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In Europa si continua a parlare del diritto
d'asilo e dei nuovi migranti che si avranno con l'allargamento dell'Unione ad est.
La Gran Bretagna, a differenza di altri Paesi, ha deciso ieri di non imporre restrizioni
all'ingresso dei cittadini di nuovi Stati membri. L'Irlanda e' il solo altro paese che ha
deciso di non imporre restrizioni in questo senso.
Blair ha dichiarato che ha preparato con i ministri interessati alla questione un
pacchetto di iniziative per consentire l'accesso al lavoro nel Regno Unito e delle
agevolazioni per questi nuovi migranti.
Il ministro del Lavoro e delle pensioni Andrew Smith ha rifiutato di dare dettagli sulle
proposte, dicendo che se ne dovra' prima parlare in parlamento, ma ha negato che vi sia
"panico" per la prevista migrazione di nuovi aspiranti lavoratori. Si prevedono
massicci arrivi da Lituania, Cecoslovacchia e Polonia dopo il primo maggio.
Il ministro scozzese Jack McConnell ha paventato un serio problema di sovrappopolamento,
considerando che i numeri degli immigrati potrebbero sfiorare i 5 milioni entro il 2009.
Tuttavia ha detto che e' importante che la nuova Europa sia un libero mercato per quanto
possibile, perche' questa e' la via per una prosperita' globale.
Dello stesso avviso il ministro all'Immigrazione Beverley Hughes, che in una intervista
alla BBC la scorsa settimana aveva dichiarato che ampliare il mercato del lavoro e'
nell'interesse della Gran Bretagna, ma che non e' ben visto l'ingresso di chi pensa solo
di sfruttare i benefici del sistema sociale.
Inversa la tendenza olandese.
Dopo aver preventivato restrizioni per l'arrivo dei nuovi cittadini europei, limitando a
22 mila i lavoratori cui sara' consentito l'ingresso, i Paesi Bassi fanno marcia indietro
anche riguardo ai rifugiati senza diritto d'asilo. Lo ha deciso ieri una delle due Camere,
ma si da' per scontato l'esito dell'altro voto.
Ben 26 mila richiedenti asilo politico la cui richiesta non e' stata accolta saranno
rimandati nei Paesi d'origine. Gli immigrati irregolari dovranno lasciare il paese nel
giro di otto settimane, ed anche questo aspetto ha indotto Human right's watch a
contestare duramente il provvedimento.
Secondo l'Ufficio centrale di statistica ed il Consiglio per i rifugiati, nel 2000 vi
erano state 43,560 domande, nel 2002 18,670 e nel 2003 si stima 10,000. Tra il 1999 e il
2001, l'immigrazione era cresciuta del 21 per cento e cio' ha portato la percentuale di
stranieri al 19% (oltre tre milioni su 16 totali). Tra questi, 920mila sono musulmani, per
lo più di origine marocchina e turca.
Ma un rapporto ha dimostrato che i nuovi arrivati si sono chiusi nei ghetti, si sposano
tra loro e restano piu' poveri e disoccupati degli olandesi di nascita, mentre la scuola
non e' stata capace di creare integrazione socioculturale.
Per queste e altre ragioni, venendo meno alla sua tradizione di paese aperto e tollerante,
l'Olanda negli ultimi anni ha manifestato segni di crescente xenofobia e probabilmente per
questo e' stato possibile varare un provvedimento cosi' rigido.
Parte dei rifugiati potranno forse ritornare in Croazia. Il Paese balcanico, tramite il
suo ministro degli esteri Miomir Zuzul, ha dichiarato ieri all'OSCE di voler raggiungere
gli standard europei nel rispetto dei diritti umani e di stare incoraggiando la toleranza
nei confronti delle minoranze etniche ed il ritorno di coloro che avevano chiesto rifugio
all'estero.
by Bollettino
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