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Storie di questo mondo di Silvia Golfera

La ragazza di Parigi

di Silvia Golfera

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Quindici anni a Parigi nell’inverno del 1941. Viali sotto la neve, luci oblique di lampioni, frettoloso animarsi delle strade, dopo il coprifuoco, sotto le insegne livide dei locali, rullare lontano di tramvai. Inquietudini, impulsi e malinconie di un’adolescente in rivolta, che la sera del 14 dicembre, dopo la consueta visita domenicale ai genitori che vivono in un piccolo albergo di rue Ornano, invece di rientrare come sempre in collegio, scivola dentro un’impossibile fuga. Ed ecco che un’esistenza fino ad allora invisibile, come tante che si sono fuse con i colori della città, inizia a stagliarsi dal panorama parigino, quasi fantasma di cui a tratti emerge qualche segno tangibile.
Il primo è l’annuncio comparso su un giornale della sera, il 31 dicembre 1941: -Parigi, si cerca una ragazza di 15 anni, Dora Bruder, m.1,55, volto ovale, occhi castano grigi, cappotto sportivo grigio…Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41.-
L’altro è la lista di coloro che salirono sul convoglio per Auschwitz, il 18 settembre 1942, dove figura anche il suo nome, assieme a quello del padre. Partendo da questi soli elementi l’autore, Patrick Modiano, cerca di ricostruire l’identità e la vicenda esistenziale di Dora, senza tuttavia riuscire a colmare tutti i vuoti o a svelarne tutti i segreti. Pian piano rintraccia i luoghi dove la ragazza è vissuta e attraverso essi cerca di evocarne lo spirito: ‘Si dice che…i luoghi serbano una lieve impronta delle persone che li hanno abitati. Impronta: segno incavato o in rilievo. Per…Dora dirò incavato. Ho provato un senso di vuoto ogni volta che mi sono trovato in un posto in cui aveva vissuto’. Ricostruisce l’identità dei genitori (ebrei venuti dall’Est, che nella civile Francia avevano inseguito il sogno di una possibile emancipazione), le congiunture storiche, il contesto, in un gioco di incastri in cui s’intrecciano la rievocazione di una Parigi ormai scomparsa, richiami letterari, vicende ‘a lato’, in una crescente identificazione fra la difficile giovinezza dell’autore e quella ben più tragica della protagonista. Attraverso i paesaggi, le vecchie foto, le condizioni atmosferiche, le diverse luci del giorno, documenti e ‘ritagli’ di allora, Modiano rintraccia Dora ed a quelli di lei lega i frammenti della propria esistenza. Con la pazienza dell’archeologo scava oltre il presente per resuscitare la memoria dei tanti senza volto e senza nome che, nel periodo dell’occupazione tedesca, furono inghiottiti dalla folgore. Spesso l’imperativo di ricordare si scontra dolorosamente con la consapevolezza di non trovare più interlocutori in un mondo votato all’oblio: ‘Ho la sensazione di essere il solo a reggere il filo che collega la Parigi di quell’epoca a quella di oggi, il solo che si ricordi…A volte il filo si assottiglia e rischia di rompersi’.
Memoria e oblio sono i fili conduttori del libro, memoria di vicende che le ‘sentinelle dell’oblio’ (autorità, storici, gente comune) cercano di congelare nel silenzio, mentre ai contemporanei spetta invece il compito di resuscitare le voci di coloro che nel momento della tragedia non furono ascoltati: ‘Negli archivi restano centinaia di lettere…alle quali non è mai stato risposto. Oggi possiamo leggerle…e adesso noi…ne siamo i destinatari e i custodi’.
La vicenda di Dora è emblematica: probabilmente arrestata dalla polizia francese all’uscita di un cinema, individuata come ebrea e trattenuta in una cella di sorveglianza assieme a ladre e prostitute, sarà poi rinchiusa nel carcere femminile delle Tourelles e infine trasferita al campo di transito di Drancy dove, in mezzo alla folla, ritrovò il padre, già internato da parecchi mesi. ‘Entrambi, padre e figlia, lasciarono Drancy il 18 settembre, con altri mille fra uomini e donne, in un convoglio per Auschwitz’ Inghiottiti nel nulla.

Patrick Modiano

Dora Bruder

Edizioni  TEADUE

golferasi@yahoo.it

Pubblicato su Centomila. Lugo, settembre 2002

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