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Possiamo aver perso una battaglia, ma
non la guerra. Con queste parole Phil Shiner di Public Interest Lawyers un
gruppo di legali, con sede a Birmingham, che si batte contro gli abusi di potere nelle
aree del diritto umanitario, internazionale e dellambiente ha commentato la
sentenza dellAlta Corte dello scorso 10 dicembre.
Per due giorni, questi avvocati hanno costretto il Governo di Tony Blair a difendere la
decisione di dichiarare guerra allIraq dallaccusa dillegalità.
LAlta Corte ha risposto picche: Non possiamo entrare nel merito. Nel
frattempo, però, la bagarre sui mass media era stata scatenata. E lopinione
pubblica entrava così in una nuova fase. Quella del risveglio. Phil Shiner ci ha
raccontato tutto questo in un'intervista.
Ci può commentare la decisione
dellAlta Corte?
Né il Governo, né la Corte hanno detto che in realtà avevamo sbagliato; che la nostra
argomentazione non era valida. In quella sede, avevamo sostenuto che la Risoluzione 1441
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (adottata l'8 novembre 2002) non era
sufficiente ad autorizzare l'uso della forza; e che serviva una nuova Risoluzione. L'Alta
Corte, per ragioni essenzialmente politiche, s'è rifiutata di entrare nel merito. Ha
detto: è una questione che riguarda la politica della difesa del nostro paese; non è una
materia per questo tribunale.
Un esito che non mi ha affatto sorpreso. Era prevedibile. Ma siamo riusciti a far molta
pubblicità alla nostra argomentazione (l'illegalità della guerra); così, alla fine,
molti altri avvocati e persone di tutti i tipi hanno aderito. Penso quindi che possiamo
aver perso una battaglia, ma non la guerra. La maggioranza della gente, infatti, oggi
capisce che la guerra è illegale.
Qual è stata la reazione
dell'opinione pubblica?
Direi che la maggioranza degli inglesi non si fida più di Tony Blair. Ha capito
perfettamente che la guerra non era necessaria e che era illegale. Cè stato un
momento in cui lopinione pubblica era fortemente contraria alla guerra (e ciò
spiega come mai ci sia stata una manifestazione così massiccia lo scorso 15 ottobre).
Poi, quando la guerra è iniziata, cè stata uninversione di tendenza; ma,
sostanzialmente, la gente è contro i conflitti armati.
Quando Blair fu eletto leader
dei laburisti nel 1994, sembrava diverso. Lei ritiene che sia cambiato, o che solo oggi
abbia svelato il suo vero volto?
Opto per questa seconda ipotesi. Ricordo quando morì John Smith (leader laburista fino al
1994). Ebbi un terribile senso di smarrimento, pensando a che cosa avrebbe potuto
succedere al mio partito (all'epoca ero appunto iscritto al partito laburista), se Tony
Blair fosse stato eletto leader. Sfortunatamente, è andata così. Egli appartiene all'ala
destra; di fatto, non può dirsi un socialdemocratico: non è mai stato impegnato sul
fronte della difesa dei principi dequità, di giustizia sociale, del rispetto
dell'ambiente. È il compagno ideale per Bush.
Lei pensa che Tony Blair sarà
rieletto?
È triste dirlo, ma penso di sì. Non esiste un'alternativa praticabile. Il partito
conservatore, pur avendo un nuovo leader, è ancora in pieno caos. E non penso che i
Labour Democrats siano abbastanza forti. Così di sicuro avremo un altro governo
laburista.
Qual è stata la sua maggiore
soddisfazione professionale?
Aver costretto questo governo ad entrare in un'aula di tribunale, lo scorso 9 e 10
dicembre, è stato un grande risultato. In questi ultimi mesi, ho capito che il nostro
lavoro nel denunciare l'illegalità della guerra ha lasciato un segno. Ciò che prima il
pubblico riteneva accettabile, moralmente e politicamente, ora non lo è più.
E il più grande fallimento?
Ovviamente, il fatto che non siamo riusciti a fermare la guerra. Quale sarà il prossimo
passo? Assieme ad otto professori di diritto internazionale stiamo preparando un rapporto
da consegnare al pm del Tribunale penale internazionale dell'Aja. Le udienze si terranno
all'inizio dellanno prossimo. La nostra tesi è che ci dev'essere un'inchiesta
pubblica, completa, perché in Iraq sono stati violati i diritti fondamentali, in
particolare il diritto alla vita. Vari casi a Strasburgo ribadiscono che ci deve essere
quest'inchiesta indipendente, se uno Stato è coinvolto. Quindi, il lavoro prosegue.
Su mandato dell'International Solidarity Movement, i Public Interest Lawyers apriranno
un'inchiesta sull'applicazione del diritto internazionale ai casi di uccisione o ferimento
di cittadini britannici nei Territori Occupati. In altre parole, Israele deve attenersi
alle norme della Convenzione di Ginevra che raccomandano la protezione dei civili in
questi territori. Questazione
potrebbe avere qualche effetto sul Governo Sharon?
No. Il quadro è più complesso. Quello che noi dobbiamo fare, è premere sul nostro
Governo perché questo a sua volta faccia pressione su Israele, costringendolo a
rispettare i suoi obblighi in materia di diritto umanitario internazionale. Ci sono state
più risoluzioni delle Nazioni Unite che condannavano Israele per aver violato le
Convenzioni di Ginevra, di quelle riguardanti il mancato disarmo dellIraq. Ma non
facciamo nulla. Vogliamo quindi che il nostro governo avvii delle azioni concrete.
Vogliamo inoltre coinvolgere lopinione pubblica su questargomento. Non
possiamo invece aspettarci di avere un qualche effetto sulla politica israeliana.
Per quale ragione Lei ha deciso
di fare l'avvocato e, in particolare, di occuparsi di queste questioni?
Mi sono sempre impegnato nella difesa dei diritti dei poveri e di coloro che subiscono
abusi di potere. Il mio lavoro è poi cresciuto di anno in anno, fino a riguardare ad
esempio grossi casi di violazioni di diritto ambientale o di diritto umanitario
internazionale. È stata un'evoluzione naturale, ma il nocciolo del problema
l'abuso di potere resta lo stesso.
Ha un sogno, qualcosa che
vorrebbe raggiungere nei prossimi anni?
Sì. Che la guerra fosse qualcosa di sempre più inaccettabile.
© PeaceReporter
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