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Sotto la denominazione
"Patriot Act" rientrano una serie di norme approvate all'indomani dell'11
settembre. Secondo molte associazioni che si battono per i diritti di cittadinanza queste
ultime hanno radicalmente ristretto alcune libertà civili degli statunitensi, e non solo.
La città di New York, colpita dagli attacchi terroristici del 2001 chiede che il
"Patriot Act" venga rivisto e riformato.
La scorsa settimana, il consiglio cittadino di New York ha invitato le istituzioni
operanti in città a non sottoporre i cittadini newyorkesi a detenzioni senza diritto
d'accesso alla difesa, a garantire la libertà d'espressione e, rivolto in particolare al
dipartimento di polizia, a porre limiti all'applicazione delle leggi federali
sull'immigrazioni ed a non interpretarle su base etnica o razziale.
"La città di New York è cosciente del perché siamo coinvolti in una guerra al
terrore..." - ha affermato Donna Liebermann, direttrice della sezione di New York
dell'American Civil Liberties Union (ACLU) - "con la sua popolazione variegata è
giusto sia lei a dire alla nazione che si può essere contemporaneamente sicuri e
liberi".
Sono 250 le città che hanno richiesto una revisione del Patriot Act. Tra queste, oltre a
New York, anche Los Angeles, Philadelphia, Baltimore, Detroit, Seattle, San Francisco, e
Chicago. Per un totale di circa 50 milioni di cittadini. "Il fatto che una
risoluzione di questo tipo sia passata proprio a New York è molto significativo" ha
affermato Laura Murphy, esperta legale dell'ACLU, "la città di New York ha pagato il
prezzo più alto per l'11 settembre di altre città, ma i newyorkesi rifiutano di
sacrificare i loro diritti fondamentali". [DS]
Fonti: OneWorld US , American
Civil Liberties Union
Pubblicato da Unimondo lunedì, 09 febbraio,
2004 |
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