attiviamoci attiviamoci attiviamoci attiviamoci attiviamoci

 

Non pago di leggere

Una buona e una cattiva notizia.

di Flavia Zisa

La buona notizia interessa un argomento che avevamo già trattato in queste pagine, riguardo l’art. 32 della legge delega in materia ambientale che prevedeva la depenalizzazione dei reati ambientali anche in caso di mancata richiesta di autorizzazione. Alcuni giorni fa, la Commissione Ambiente ha soppresso l’articolo incriminato, che tanta indignazione aveva provocata in migliaia di cittadini, mobilitati attorno ad una raccolta firme che fu segnalata anche su questo giornale. Qualcosa deve esser successo se lo stesso relatore Pino Specchia, di AN, si è fatto promotore di un emendamento in linea con le argomentazioni presentate dall'opposizione e con le opinioni trasversali di uomini di cultura, ambientalisti e di cittadini sensibili alla protezione del patrimonio paesaggistico italiano. Va quindi dato merito al ravvedimento tempestivo da parte del governo, che si giustifica nei termini di una svista: «A Palazzo Madama - ha detto Specchia - è stato possibile rimediare a una "svista" della Camera, che ha provocato molti appelli da parte di associazioni ambientaliste ed esponenti della cultura e dello spettacolo. È la conferma che il centrodestra - conclude Specchia - ritiene prioritaria la tutela dell' ambiente e del paesaggio». Non siamo qui a discutere sulla buona fede di una “svista” (obiettivamente troppo grave e lampante per esser ritenuta tale), perché l’obiettivo è arrivare sempre e comunque al risultato. In questo senso, come cittadini e firmatari della petizione è quindi un sollievo ed una soddisfazione aver contribuito all’annullamento di un comma che avrebbe legittimato (oltre al condono, che purtroppo esiste) le più insopportabili azioni contro l’ambiente.
Ma ecco la cattiva notizia e, insieme, un nuovo appello.
Secondo una direttiva dell'UE, le biblioteche pubbliche italiane devono provvedere alla cancellazione del prestito gratuito di libri e all’introduzione di un ticket. In realtà, la normativa europea era già stata recepita dal nostro sistema legislativo nel lontano 1996, ma solo in questi giorni la Commissione Europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro quei Paesi che ancora non si sono messi in regola (Francia, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Irlanda e Italia). Il volume di affari è altissimo, considerando che nel nostro Paese esistono circa 15.000 biblioteche (tra pubbliche e private), per un giro di 7 milioni di libri acquistati e 70 milioni di prestiti concessi. L'Associazione Italiana Editori (AIE) e la SIAE si sono schierate dietro un atteggiamento tipico italiano: “è assurdo far pagare il ticket ai lettori, ma il ticket è giusto e deve esser sostenuto da Stato o enti locali”. Questa posizione fa finta di dimenticare almeno due elementi:
1. far pagare allo Stato vuol dire far pagare a tutti i cittadini (quindi ai lettori di nuovo);
2. le biblioteche hanno già pagato SIAE e AIE quando hanno acquistato i loro libri.
Superfluo ricordare che “la cultura è di tutti”, ma purtroppo di questi tempi è importante tornare indietro a certe conquiste culturali della nostra storia sociale e ripetere ancora slogan sui quali non avremmo mai immaginato (neanche nella peggiore delle ipotesi) di dover ritornare: dalla legge Urbani-Tremonti sulla alienabilità del patrimonio artistico statale, alla legge sul condono edilizio, alla prospettiva di dover pagare per i libri in prestito presso le biblioteche pubbliche, l’attacco al “Bene” condiviso sembra armarsi su tutti i fronti. Chi di noi potrebbe affermare di non aver mai avuto bisogno, per la propria formazione mentale ed educativa, di una bella e sana immersione in una biblioteca, sia quella comunale di un piccolo paese o quella della propria università o del proprio istituto, per non elencare qui i pozzi della Marucelliana o della Nazionale di Firenze (tanto per citare realtà a me familiari)?
Un esempio, adesso, apparentemente distante: la maggior parte delle band rock straniere (come i Cure) non prendono cachet personale per i concerti (o almeno è bassissimo rispetto ai costi di produzione) poiché considerano lo spettacolo dal vivo come atto promozionale per i loro CD in vendita. L’invito alla riflessione sulla nuova minaccia bibliotecaria si rivolge quindi anche agli scrittori, affinché considerino miglior forma pubblicitaria l’ingresso di un loro testo nel circolo vitale di una biblioteca, dove verrà letto, condiviso, ricollocato e riaperto gratuitamente nella formula e nella garanzia delle attuali regole bibliotecarie.
Ecco quindi il logo della protesta di bibliotecari, “Non Pago di Leggere”, impegnati in una raccolta di firme contro la direttiva europea e il sito internet dove è possibile lasciare una firma affinché questa minaccia non venga recepita dal nostro Paese.

Flavia Zisa.

(da: La Domenica, 7 Marzo 2004, pp. 1- 2)


Manifesto

in difesa del prestito gratuito

Firma

la petizione della Biblioteca Civica di Cologno Monzese, promotrice dell’iniziativa

 


HOME

Società

Politica

Arti visive

Lettura

Scrittura

Punto rosa

Legalità

Paesi in guerra

Mondo