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Non è mica facile, oggi, parlare di donne: se lo si fa troppo seriamente
si rischia di cadere nel ‘trito e ritrito’, e se lo si fa con
‘spensieratezza’ si rischia di sconfinare nella banalità, nella
frivolezza, quando non nella volgarità. Esiste, dunque, un modo
accettabile per parlare di donne al giorno d’oggi? Un modo, cioè, che
non si identifichi in un superato e noioso ‘piagnisteo’ ma neanche in
una riduzione del ruolo femminile a qualcosa di eccessivamente
superficiale? Noi ci stiamo provando: ebbene sì, abbiamo creato un
‘blog’ al femminile, dove è possibile leggere articoli e pensieri sul
ruolo della donna, votarli e commentarli, in un’atmosfera di piena
accoglienza, con tanto di colonna sonora e di juke-box, per ascoltare i
più celebri motivi che trattano, seriamente, di donne e dintorni.
L’indirizzo del blog è il seguente:
http://morly.splinder.it
e il
consiglio è di inserirlo subito tra i ‘preferiti’, perché si tratta di
un blog ‘promettente’, cioè appena nato ma già carico di ‘ambizioni’ per
nulla trascurabili. Le autrici siamo noi: Lorenza Montanari e Carla
Astolfi, rispettivamente giornalista e web master, con la passione
comune dei diritti delle donne, e scusate se è poco. Tra questi diritti,
nel blog abbiamo scelto di sottolinearne uno in particolare: il diritto
al ‘pensiero’ e, soprattutto, a mettere questo pensiero ‘nero su
bianco’, il che equivale al ‘diritto alla scrittura’. Non a caso, il
titolo del blog è: “A
lui le borse della spesa non spaccano le dita, è per questo che scrive”.
No, non l’ha detto una grande teorica del pensiero femminista: l’ha
semplicemente detto, in un articolo comparso su un altro sito, la
sottoscritta, che studia sì la ‘teoria’, ma soprattutto, come la
stragrande maggioranza di tutte noi, vive la ‘pratica’, che si
sintetizza appunto nel quotidiano ‘reggere’ le borse della spesa. E
mentre le si regge, con conseguente ‘spaccamento’ delle dita, si pensa
all’articolo da scrivere, o allo spunto intellettuale fornitoci qualche
ore prima da una collega o, perché no, da un collega o da un amico
intelligente. Con notevole tempestività, Carla ha colto questa
‘provocazione’, e ne ha fatto il titolo del blog. Perché, è inutile
nasconderlo, questa è la nostra realtà: abbiamo acquisito cultura e
conoscenza sufficiente per dedicarci a una professione intellettuale, o
quantomeno per fare dell’ ‘intellettualità’ una parte irrinunciabile
della nostra esistenza, ma sta di fatto che a tutt’oggi dobbiamo
coniugare tutto questo alla nostra professione di mogli, madre, donne di
casa. Se è vero, infatti, che le donne hanno in parte sostituito gli
uomini nella gestione della cultura, è altrettanto innegabile che gli
uomini non hanno sostituito affatto le donne nella gestione degli
‘affari domestici’. Ho innumerevoli amiche e conoscenti che ricoprono
ruoli ‘importanti’ e lo fanno con grande impegno: c’è chi fa la preside,
chi l’insegnante che oltretutto segue progetti importanti per la sua
scuola, chi l’assessore, chi la dirigente d’azienda o la responsabile di
un fondamentale settore pubblico o privato. Allora: tra loro, le uniche
che riescono a gestire il proprio tempo in maniera ‘umana’ sono quelle
che hanno rinunciato ad essere mogli e madri. Coloro che, in sostanza,
hanno messo da parte il proprio ruolo di ‘donne’ nel senso pieno del
termine, scegliendo di essere ‘single’ e di vivere per se stesse. Di
vivere, praticamente, come se fossero uomini. Per il resto, è un vero
disastro: le donne che lavorano e hanno famiglia devono continuamente
fare i conti con l’orologio, tentando l’impresa impossibile di coniugare
‘tempo professionale’ con ‘tempo famigliare’ e il minimo che possa loro
accadere è ritrovarsi i fogli di una relazione importante completamente
unti dall’insalata di riso comprata di fretta al supermercato. I
problemi, poi, aumentano alla grande per quelle che sentono
l’insopprimibile ‘smania di scrivere’: nel blog di morly, questo
argomento è ampiamente sviscerato, in alcuni brevi articoli in cui viene
spiegato il perché della difficoltà della donna a scrivere, contrapposto
alle ‘circostanze favorevoli’ di cui l’uomo fruisce di fronte alla
medesima, identica esigenza. Volete saperne di più? Morly vi svela tutti
i segreti di questa, consentitemi di dirlo, inaccettabile ‘differenza’,
ma vi propone anche qualcosa di più, cioè la possibilità di parlare dei
problemi della donna in modo sereno, gaio, e, perché no, ‘scanzonato’,
proponendovi anche ciò che celebri studiose hanno detto di noi.
Visitateci: vi aspettiamo tutti, ‘maschietti’ compresi, s’intende, anzi,
la loro opinione può essere per noi una preziosa e irrinunciabile
occasione di dibattito. Ma siate seri, per favore, almeno una volta
tanto… |
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