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In passato i
mezzi di comunicazione di massa tradizionali (Stampa e
radiotelevisione), venivano in generale ritenuti utili, se non
strettamente necessari, per lo sviluppo della democrazia poiché
era proprio grazie alla copertura degli eventi pubblici e alla
loro esposizione dei politici e dei governi allo sguardo del
pubblico che si formava e manifestava una riflessione critica
dei cittadini. Nel tempo sono stati identificati anche alcuni
aspetti negativi dei media, dovuti in gran parte alla
concentrazione di questi in poche mani, la prevalenza di una
rete verticale che ne organizzava i contenuti e la
commercializzazione sempre più elevata del mercato mediale che
ha portato a svilire il ruolo democratico dei media
sostituendolo con un ruolo commerciale, di bassa bottega degli
interessi economici dominanti.
In conclusione ritengo che la normale organizzazione dei media
limiti e scoraggi la partecipazione attiva dei cittadini
all’apparato democratico.
I nuovi media sono invece salutati da quasi tutti come possibile
alternativa alla politica verticale delle moderne democrazie di
massa, dove esistono pochi partiti rigidamente gerarchizzati che
guidano dall’alto la militanza con un fattore minimo di
negoziazione. Questi nuovi media, infatti, forniscono lo
strumento ideale per creare un’offerta estremamente variegata e
differenziata di informazioni come di idee politiche ed un
accesso, almeno in linea di principio, molto ampio uniti ad un
considerevole livello di feedback tra la base e i vertici di
un’organizzazione. Non mi sembra sbagliato insomma indicarli
come un nuovo contesto per un maggiore sviluppo di gruppo di
interesse, di aggregazione e di opinioni. Anche il vecchio
modello di politica potrebbe in parte avvantaggiarsi di queste
nuove potenzialità, ad esempio attraverso l’uso di sondaggi in
tempo reale, oppure attraverso l’utilizzo di questi nuovi media
per lo sviluppo di campagne elettorali, ma questi sbocchi al
momento sembrano restare più inutilizzati che limitati data la
scarsa dimestichezza dei partiti tradizionali nell’uso di nuovi
mezzi di comunicazione. Ritengo pertanto che la tradizionale
comunicazione politica sopravvivrà pur risultando limitata in
misura maggiore con il passare degli anni poiché, già oggi,
esistono alternative reali al dialogo tra politici e cittadini
mediato dall’intervento delle macchine partitiche.
Mi sembra ovvio che, considerati i vantaggi dei nuovi media
nella comunicazione politica, vantaggi che possiamo riassumere
in efficacia multilivello (Il nuovo media può agire con la
stessa efficacia sia in ambito locale sia nazionale come pure a
livello globale); altissimo grado di democraticità interna;
elevato livello di feedback e trasparenza dell’agire, ci si
possa considerare di fronte a nuove concrete possibilità per una
democrazia elettronica. In linea di principio questo nuovo
modello di campagna potrebbe risultare una sfida pericolosa per
le tradizionali e ritualizzate campagne elettorali sclerotizzate
da decenni che ancora dominano la scena politica nazionale.
Questi primi cambiamenti sono già visibili ad esempio in America
dove gran parte della campagna elettorale per le prossime
presidenziali sta avvenendo sulla rete Internet dando
grandissimo spazio ai militanti ed ai giovani, i quali stanno di
conseguenza riportando nuova linfa vitale alla classe politica.
In Italia una piccola esperienza di questo tipo può essere vista
nel movimento dei Girotondi che sembrano però ora tendere ad una
normalizzazione di tipo tradizionale all’interno di partiti
preesistenti.
Resta da considerare il fatto che nel nostro paese ci troviamo
di fronte a due opposti metodi di campagna elettorale
tradizionale ed entrambi stanno ora emergendo mentre ci
dirigiamo verso le europee di giugno; un metodo tradizionale ed
in gran parte desueto seguito dalle sinistre ed un metodo
maggiormente innovativo basato su una comunicazione televisiva
decisamente invasiva da parte delle destre. Entrambi questi
metodi tuttavia non sfruttano le possibilità dei nuovi media,
per ora confinati nell’universo giovanile e di opposizione al
potere costituito. Questa evidenza riscontrabile porta a
considerare questo scontro elettorale molto più aperto di quanto
potrebbe essere attraverso l’utilizzo di forme propagandistiche
più moderne che nessuno dei contendenti sembra avere in progetto
di utilizzare.
Le motivazioni per questa mancata utilizzazione sono sicuramente
dovute in parte alla non conoscenza di questi nuovi metodi, alla
necessità di non rischiare attraverso vie non bene conosciute e
sperimentate, ma soprattutto alla mancanza di nuove idee nel
panorama politico italiano, invecchiato negli anni insieme ai
suoi componenti.
Credo sia ovvio concludere facendo notare come chi per primo
sperimenterà ed inizierà ad utilizzare questi nuovi metodi
acquisirà un immediato vantaggio nei confronti dei diretti
avversari, ma una qualsiasi sperimentazione richiede tempo,
energie e tanta voglia di fare. I diretti interessati potranno
esclusivamente essere quindi formazioni giovanili interessate al
bene pubblico, le uniche a disporre del tempo e della visione
del futuro necessarie per portare la democrazia all’interno
della stretta oligarchia dell’attuale sistema politico.
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