agli incroci dei venti agli incroci dei venti agli incroci dei venti

 
 
 
 
 
 

Democrazia elettronica,

perfetta sconosciuta.

di Simone Morgagni

 
 

In passato i mezzi di comunicazione di massa tradizionali (Stampa e radiotelevisione), venivano in generale ritenuti utili, se non strettamente necessari, per lo sviluppo della democrazia poiché era proprio grazie alla copertura degli eventi pubblici e alla loro esposizione dei politici e dei governi allo sguardo del pubblico che si formava e manifestava una riflessione critica dei cittadini. Nel tempo sono stati identificati anche alcuni aspetti negativi dei media, dovuti in gran parte alla concentrazione di questi in poche mani, la prevalenza di una rete verticale che ne organizzava i contenuti e la commercializzazione sempre più elevata del mercato mediale che ha portato a svilire il ruolo democratico dei media sostituendolo con un ruolo commerciale, di bassa bottega degli interessi economici dominanti.
In conclusione ritengo che la normale organizzazione dei media limiti e scoraggi la partecipazione attiva dei cittadini all’apparato democratico.
I nuovi media sono invece salutati da quasi tutti come possibile alternativa alla politica verticale delle moderne democrazie di massa, dove esistono pochi partiti rigidamente gerarchizzati che guidano dall’alto la militanza con un fattore minimo di negoziazione. Questi nuovi media, infatti, forniscono lo strumento ideale per creare un’offerta estremamente variegata e differenziata di informazioni come di idee politiche ed un accesso, almeno in linea di principio, molto ampio uniti ad un considerevole livello di feedback tra la base e i vertici di un’organizzazione. Non mi sembra sbagliato insomma indicarli come un nuovo contesto per un maggiore sviluppo di gruppo di interesse, di aggregazione e di opinioni. Anche il vecchio modello di politica potrebbe in parte avvantaggiarsi di queste nuove potenzialità, ad esempio attraverso l’uso di sondaggi in tempo reale, oppure attraverso l’utilizzo di questi nuovi media per lo sviluppo di campagne elettorali, ma questi sbocchi al momento sembrano restare più inutilizzati che limitati data la scarsa dimestichezza dei partiti tradizionali nell’uso di nuovi mezzi di comunicazione. Ritengo pertanto che la tradizionale comunicazione politica sopravvivrà pur risultando limitata in misura maggiore con il passare degli anni poiché, già oggi, esistono alternative reali al dialogo tra politici e cittadini mediato dall’intervento delle macchine partitiche.
Mi sembra ovvio che, considerati i vantaggi dei nuovi media nella comunicazione politica, vantaggi che possiamo riassumere in efficacia multilivello (Il nuovo media può agire con la stessa efficacia sia in ambito locale sia nazionale come pure a livello globale); altissimo grado di democraticità interna; elevato livello di feedback e trasparenza dell’agire, ci si possa considerare di fronte a nuove concrete possibilità per una democrazia elettronica. In linea di principio questo nuovo modello di campagna potrebbe risultare una sfida pericolosa per le tradizionali e ritualizzate campagne elettorali sclerotizzate da decenni che ancora dominano la scena politica nazionale.
Questi primi cambiamenti sono già visibili ad esempio in America dove gran parte della campagna elettorale per le prossime presidenziali sta avvenendo sulla rete Internet dando grandissimo spazio ai militanti ed ai giovani, i quali stanno di conseguenza riportando nuova linfa vitale alla classe politica. In Italia una piccola esperienza di questo tipo può essere vista nel movimento dei Girotondi che sembrano però ora tendere ad una normalizzazione di tipo tradizionale all’interno di partiti preesistenti.
Resta da considerare il fatto che nel nostro paese ci troviamo di fronte a due opposti metodi di campagna elettorale tradizionale ed entrambi stanno ora emergendo mentre ci dirigiamo verso le europee di giugno; un metodo tradizionale ed in gran parte desueto seguito dalle sinistre ed un metodo maggiormente innovativo basato su una comunicazione televisiva decisamente invasiva da parte delle destre. Entrambi questi metodi tuttavia non sfruttano le possibilità dei nuovi media, per ora confinati nell’universo giovanile e di opposizione al potere costituito. Questa evidenza riscontrabile porta a considerare questo scontro elettorale molto più aperto di quanto potrebbe essere attraverso l’utilizzo di forme propagandistiche più moderne che nessuno dei contendenti sembra avere in progetto di utilizzare.
Le motivazioni per questa mancata utilizzazione sono sicuramente dovute in parte alla non conoscenza di questi nuovi metodi, alla necessità di non rischiare attraverso vie non bene conosciute e sperimentate, ma soprattutto alla mancanza di nuove idee nel panorama politico italiano, invecchiato negli anni insieme ai suoi componenti.
Credo sia ovvio concludere facendo notare come chi per primo sperimenterà ed inizierà ad utilizzare questi nuovi metodi acquisirà un immediato vantaggio nei confronti dei diretti avversari, ma una qualsiasi sperimentazione richiede tempo, energie e tanta voglia di fare. I diretti interessati potranno esclusivamente essere quindi formazioni giovanili interessate al bene pubblico, le uniche a disporre del tempo e della visione del futuro necessarie per portare la democrazia all’interno della stretta oligarchia dell’attuale sistema politico.

 
 
 
 
 

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