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Esecuzione
sono un assassino
sì, lo riconosco
un criminale che ha rapito
torturato, ucciso
fatto a pezzi persone su persone
e scommetto che se avessi l’occasione
continuerei a fare le stesse cose
per seguire le mie malsane pulsioni
per alleviare, forse
la mia solitudine ubriaca di disperazione
sono considerato un mostro?
sì, forse lo sono veramente
ma quel che ho fatto
non l’ho premeditato, programmato
lucidamente progettato
ho solo seguito i miei istinti animaleschi
e per ogni crimine
ammetto d’aver provato il sollievo dell’oblio
la soddisfazione per una morbosa passione
una bestiale depravazione
per questo sono punito
ma quello che voglio dire
è che voi, voi gente perbene
voi che mi avete condannato e imprigionato
non siete poi così diversi da me:
a te che m’hai denunciato
a te che m’hai arrestato
a te che m’hai processato
a te che mi stai materialmente uccidendo
e anche a te che sostieni la pena di morte
a tutti voi, io dico
cosa ci provate di piacevole in tutto questo?
perché mi uccidete
se poi dite di trovare ripugnante l’omicidio?
perché giudicate il vostro crimine migliore del mio?
e per quale motivo io sono qui
mentre voi siete liberi di continuare a condannare
e uccidere legalmente quanto e chi vi pare?
ma ditemi, perché un governatore del Texas
comodamente seduto sulla sua poltrona
attraverso i suoi boia federali
ha potuto impunemente eliminare
molte più persone di quelle che ho ammazzato io?
e perché adesso questo stesso governatore
lo avete pure nominato vostro presidente?
e ancora perché questo presidente
può continuare i suoi omicidi legalizzati
realizzandoli con premeditazione, su scala industriale
all’ennesima potenza
sterminando comunità intere, popolazioni
per mano dei suoi bombardieri umanitari?
per quale motivo, cari civili concittadini
io sarei una mostruosità da cancellare
mentre invece il vostro amato presidente
una rispettabile persona?
hanno detto: “ci sono delitti che diventano innocenti
per il loro numero, il loro clamore, il loro eccesso”
sì, forse è così
forse, se avessi ragionato in grande
se anch’io avessi fatto il governatore o roba simile
avrei potuto ammazzare quanto e come più mi piace
ricevendo onori e gloria
e magari premiato con medaglie al valore
dovete sapere, onesti cittadini
che la “morte giusta” non procura minor dolore
che il vostro siero letale
non sarà in grado di iniettare
nemmeno il più piccolo barlume di giustizia
che le vostre camere a gas
i vostri plotoni d’esecuzione
le vostre sedie elettriche
i vostri nodi scorsoi
non faranno mai un mondo migliore
seppure questo è quello che credete
un uomo, travestito di giustizia
seduto sul suo scranno
col dito puntato come una pistola
in nome del popolo sovrano
ha sparato la sentenza: “occhio per occhio”
ha gridato, e gli applausi scroscianti
hanno suonato come campane in festa
brava gente, civili signori
mi state dicendo che devo morire
che merito la suprema punizione
e uccidendomi pretendete d’insegnarmi a non uccidere
è questa la vostra lezione: punire la morte con la morte
“ma chi sarà l’ultimo anello di orrenda questa catena?
un uomo solo, in un mondo di morte
è questo il mondo che volete?”
…sono qui, adesso
crocifisso su un lettino asettico
legato come un animale
con un killer istituzionale vestito da dottore
che mi guarda
che mi tocca
che mi tasta le vene
che mi ficca nel braccio il suo ago di merda… perdìo!
perdìo…
mentre tutti voi siete lì,
siete lì dietro il vetro
dietro le telecamere
dietro le vostre scelte elettorali
dietro i vostri chissenefrega
dietro le vostre cenette innocenti
a gustarvi gli istanti della mia esecuzione
sì, sono qui adesso
con l’ultimo secondo della mia vita che sta per scadere
come una merce andata a male
e mi offrite la vostra carità
regalandomi anche un’ipocrita democrazia
concedendomi le ultime parole
prima di rendere l’anima al diavolo
ma nel mio addio
di tutte le parole ve ne lascerò soltanto una, amici
l’unica che davvero meritate:
fanculo!
sì, fanculo voi e la vostra fottuta pena di morte
amen…
Marco Cinque
- Roma, gennaio 2003 |
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