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Muri
Spada di cemento armato,
a tagliare l’anima della città.
E’ di una notte
che sembrava lontana
il ricordo di un muro.
Il primo.
Nella stagione dei ciclamini
un muro cresce
oggi
dai rifiuti del passato.
Sigillo incandescente
di lettere d’odio,
corrispondenza rosso amaranto,
nell’ocra del deserto.
Altri muri
corrono lungo altri meridiani,
rimarcano i paralleli
del globo a scacchiera,
disgregano crocchi di vicinato,
incidono i cuori delle case.
Muri di offesa,
per difendere la supremazia dell’egoismo.
Muri di prepotenza
per sancire abissi di diversità.
Muri di indifferenza
per accecare la luce degli sguardi
Muri di silenzio
per svuotare il dialogo di senso.
Abili costruttori,
sappiamo erigere capolavori.
Laura
Montanari
- Ravenna, 2003 |
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