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Al contrario
di Giorgino Bush non sono disgustato dalle foto di Abu Ghraib
perché in trent’anni di difesa dei diritti umani ho visto cose
peggiori, ma sono schifato dalla sua ignavia e dai tentativi di
minimizzare l’enormità della faccenda messi in atto dai
bush-imani nostrani.
So bene che parlare di diritti umani in Italia è futile, ma vi
faccio lo stesso notare che:
La tortura è sempre vietata. Non esistono situazioni che la
permettano.
La tortura è un crimine internazionale. Chi lo commette può
essere processato in un qualsiasi paese del mondo.
La tortura è una forma di terrorismo. Chi la pratica è un
terrorista come chi la consente.
La tortura non avviene perché ci sono dei sadici che si vogliono
divertire, ma perché i loro comandanti la permettono.
I torturatori americani sapevano di godere dell’appoggio, tacito
o esplicito, dei loro superiori, altrimenti non si sarebbero
fatti fotografare.
25 morti sotto tortura sono un numero spaventoso che dimostra
l’enormità del fenomeno.
Nelle carceri statunitensi la tortura è endemica. Ci si doveva
aspettare che succedesse anche in Iraq.
Le denunce di tortura esistevano da molti mesi e non ci sono
scusanti per il comportamento dell’amministrazione americana,
perché, se avessero voluto fermarla, avrebbero potuto fare
quello che, molti anni fa, fece il governatore inglese di Cipro:
piombare all’alba e senza preavviso nella caserma dove si
sospettava ci fossero casi di tortura. Non l’hanno fatto.
Sapevano cosa succedeva e non l’hanno fatto.
Giorni fa un quotidiano americano parlava dei sei idioti che
hanno perso la guerra in Iraq. In realtà non sono stati i sei
aguzzini di Abu Ghraib a perdere la guerra, ma i sei mascalzoni
che si chiamano Bush, Cheney, Rumsfeld, Rice, Powell e Bremer.
Claudio Giusti
Comitato 3 luglio 1849 |
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