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Al
centro di questo libro sono gli effetti della globalizzazione
sul lavoro femminile, e soprattutto su certe tipologie di lavoro
che le donne occidentali non vogliono più fare. Quello della
tata, della collaboratrice domestica, dell'aiuto per persone
anziane e inferme. Lavori svolti da donne che hanno lasciato a
casa i propri bambini per poter garantire loro un futuro
migliore e alle quali viene chiesto di occuparsi dei nostri
figli esattamente come noi faremmo. Donne dalle quali si
pretende molto salvo poi sviluppare istinti di gelosia perché il
figlio si è affezionato troppo a loro. Donne tiranneggiate,
vessate, sfruttate spesso purtroppo proprio da altre donne.
Perché il punto è proprio qui: nella battaglia per la parità e
il diritto all'autoaffermazione, il femminismo ha perso. Dietro
ogni donna in carriera non c'è condivisione dei compiti. Gli
uomini si sono ben guardati dal dividersi tra casa e lavoro.
Dietro ogni donna affermata c'è invece un'altra donna, dea ex
machina che lava, pulisce e riporta ordine in casa e
tranquillità in famiglia.
Questa raccolta di saggi descrive il fenomeno, indagando nelle
pieghe della vita delle nuove "donne globali", negli effetti
spiazzanti sui loro legami familiari, negli ibridi
transculturali che ne derivano, puntando il dito contro un
capitalismo che non si accontenta più dello sfruttamento dei
beni materiali, ma pretende di fare commercio dell'affetto,
della cura e dell'amore.
Fonte:
Feltrinelli
Donne globali.
Tate, colf e badanti
a cura di Barbara Ehrenreich e Arlie Russell Hochschild
Traduzione
di Valeria Bellazzi e Antonio Bellomi
pp. 312. Feltrinelli, 2004
Pubblicato in
Unimondo |
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