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Nei bracci
della morte e nei penitenziari americani, le torture fisiche,
psichiche e l’umiliazione estrema praticati sui prigionieri
iracheni, fanno parte del vivere quotidiano. In Texas, dove
George Bush fu governatore sino al giorno dell’elezione a
presidente, le guardie carcerarie sono più volte state sorprese
a vendere detenuti giovanissimi ai soggetti più violenti che se
ne servivano a scopi sessuali. A Wallen Ridge, i nuovi entrati
vengono fatti strisciare a terra, completamente nudi e con la
testa infilata in un cappuccio nero che funge da barriera ad
eventuali sputi verso le guardie che temono eventuali contagi,
mentre a Phoenix e Maricopa, in Arizona, l'amministrazione ha
avuto l'idea di infliggere un'ulteriore umiliazione ai reclusi
costringendoli a portare mutande rosa.
Tra le tante storie di violenza, imposizione arbitraria della
forza ed umiliazioni di tutti i tipi, c'è la storia di un
detenuto morto mentre era legato ad una catena completamente
nudo in una prigione dello Utah.
La vicenda risale al 1997 e si sarebbe già persa tra le migliaia
di horror stories che giungono quotidianamente dalle galere
degli Stati Uniti se non fosse per un particolare che la lega
alle cronache di oggi. Ad ordinare di legare il detenuto alla
catena fu Lane McCotter, che ha oggi 63 anni, scelto da John
Ashcroft in persona per addestrare i militari oggi accusati di
aver torturato i progionieri iracheni.
Tornato in patria lo scorso settembre, dopo l'apertura di Abu
Ghraib, McCotter dirige oggi un'agenzia che sovrintende al
funzionamento di 13 penitenziari e dice di non sapere nulla
delle torture. La cosa è alquanto improbabile visto che in tutte
le prigioni sotto la sua supervisione si levano continuamente
proteste per maltrattamenti, negligenza medica, alimentazione
insufficiente, sovraffollamento.
Proprio per impedire alle molte proteste di giungere fuori dalle
mura del carcere, lo stesso presidente Bush, quand'era
governatore approvò una legge che imponeva il pagamento di 120
dollari di "spese" ai reclusi del Texas che intendessero
inoltrare reclami verso il personale, una cifra irraggiungibile
per almeno tre quarti della popolazione carceraria.
Un recluso non ancora maggiorenne, Rodrerick Johnson, alloggiato
in una casa di pena riservata agli adulti è riuscito soltanto
grazie all'aiuto di una volontaria a denunciare le violenze
carnali subite ma si sa che il problema riguarda centinaia di
giovani reclusi. Trent Duffy, portavoce della Casa Bianca,
afferma di ignorare ogni cosa in merito e di ritenere
"estemporanee" le vicende che riguardano l'Iraq. Per il
Segretario agli Affari Penali, Riveland,"la violenza nelle
carceri esiste da un bel pò di tempo e non dovrebbe più
sorprendere nessuno".
Riveland ammette che il personale di custodia viene arruolato
senza che nessuno ne verifichi l'idoneità e, per essere assunti,
è sufficiente una domanda in carta semplice. In Arizona, dove i
salari sono bassi, viene promessa una rapida promozione a chi
intenda fare l'agente di custodia, proprio come ai militari di
Abu Ghraib sono stati promessi i gradi. Il giudice Monica
Goodling, cui era stato assegnato un processo mai avvenuto a
carico di McCotter, accusato di maltrattamenti dalla famiglia di
un detenuto, non ha voluto commentare la scelta fatta da
Ashcroft di assegnare proprio a McCotter l'addestramento dei
militari in Iraq.
Al momento di accettare l'incarico, McCotter aveva giurato di
"tenere nella massima considerazione la libertà e la dignità
umana". Lane McCotter è uno dei dipendenti dell'amministrazione
penale USA con più episodi di crudeltà nei confronti dei reclusi
all'attivo ed era già noto come fautore del cappello duro
all'epoca in cui era colonnello in Vietnam. E' stato coinvolto
in episodi di violenza avvenuti in più prigioni ed è stato
indagato per traffico di sostanze proibite in associazione con
uno psichiatra compiacente.
Durante la ristrutturazione del carcere di Abu Ghraib, McCotter
ha partecipato persino ai lavori di muratura ed ha personalmente
reclutato il personale, che, inizialmente, era iracheno. Ben
presto, gli agenti di custodia iracheni, accusati di essere
"troppo duri" dallo stesso McCotter, sono stati sostituiti dal
personale americano.
"Gli americani trattano con più umanità i reclusi" aveva detto
lo scorso gennaio Lane McCotter ad una pubblicazione di settore
dell'amministrazione penale USA. Grazie alle foto scattate ad
Abu Ghraib, tutto il mondo è stato finalmente in grado di
apprezzare l'umanità dei militari da lui addestrati grazie ad un
budget di tre milioni di dollari.
Bianca Cerri
ReporterAssociati, 10
maggio 2004
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