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Tecnologia, singolare femminile.

di Amneris Di Cesare

 
 

Un’indagine del CEFRIEL (ICT Center of Excellence For Research, Innovation, Education & Industrial Labs Partnership) Istituto di Ricerca sulle nuove tecnologie del Politecnico di Milano, ha recentemente fatto emergere un dato di sostanziale interesse circa il lento ma progressivo mutamento nella vita comportamentale e lavorativa dell’universo femminile: uno specialista di Information Technology su cinque è donna, pari al 22% del totale. Ad avvalorare questa tesi sembra parallelamente confermarlo il dato significativo che scaturisce dalla conclusione del recente concorso Donna é Web promosso e organizzato da Synteam e che ha visto ben oltre 1300 siti web ideati e realizzati con il contributo prevalente – quando non esclusivo – di donne. “L’entusiasmo che ha portato le donne italiane a candidare il proprio sito web – ha commentato Adele Serra, responsabile della manifestazione – è la prova di quanto le donne siano promotrici di una propria visione di Internet”. La comunicazione sul web la possibilità di interazione e gli strumenti software che la tecnologia fornisce, permettono, infatti, alle donne maggiori capacità di scambio, approcci alternativi ad aspetti di specifico interesse; innovazione, rapidità di realizzazione, uniti alla possibilità incredibilmente vasta di dare sfogo alla propria creatività, unitamente alla maggiore e più rapida disponibilità ad aggiornarsi con perizia e velocità, fanno di Internet e delle nuove tecnologie un campo in cui la donna sta piano piano cercando una propria e personalissima dimensione. Da qui una massiccia presenza di donne in questo campo lavorativo: web-designer, project-manager, web-content manager, tutte professioni coniate al femminile “A qualcuno potrà sembrare strano, ma è proprio così. Le donne che popolano la rete sono tantissime, e ricoprono un po’ tutti i ruoli sviluppati da Inernet. E’ un successo, velato, nascosto eppure sudato, conquistato e voluto”. Tutte figure femminili che tra l’altro sembrano aver trovato attraverso il computer e la rete il mezzo ideale per colmare l’eterno conflitto tra lavoro e famiglia. Il tele-lavoro, secondo recenti inchieste effettuate da un settimanale femminile, sembrerebbe la soluzione ottimale ai tanti problemi che la donna deve affrontare dividendosi tra necessità famigliari e lavorative. Contrariamente a quanto si possa pensare, comunque, il tele-lavoro non accenna a decollare. La causa di questo, affiancata all’ancora notevole divario tra i due sessi in termini di retribuzione e di incarichi di responsabilità lavorative assegnate, rimane sempre la salda presenza e il controllo maschile in questo settore. In particolare, recita sempre la ricerca del CEFRIEL, il 45% delle professioniste di IT è composto da figure tecnico-commerciali e consulenti, mentre soltanto il 12 % è rappresentato da specialiste della ricerca e solamente l’1,5% da operatrici universitarie, contro il 24% degli uomini che ricoprono incarichi di ricercatori e il 3% di universitari. Ciò evidenzia che tecnologia è ancora un termine coniato e pensato al maschile, ma l’evoluzione rapida e in continua crescita, sta comunque cambiando direzione: singolare, femminile.

 
 
 
 
 

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