|
Cari amici, ho pensato di farvi cosa gradita nel proporvi questo tuffo
nel passato recentissimo; quello relativo al 2 agosto del 1980, il
giorno in cui avvenne l’orrenda strage alla stazione di Bologna. Voi non
ci crederete, ma quel giorno io c’ero. Ero partito da Forlì, alla volta
delle vacanze, assieme ad altri ragazzi miei amici. E dovevamo proprio
prendere l’espresso Ancona-Basilea, che perdemmo grazie alla flemma con
cui quella mattina ci svegliammo. Il treno successivo partì circa
mezz’ora più tardi, così che non avemmo sentore di quello che stava
succedendo (o che era appena successo). L’arrivo fu però traumatico: il
convoglio, da un certo punto in poi, procedette con esasperante
lentezza, ma riuscì comunque ad entrare in stazione. Eravamo oltre il
sesto binario: vedemmo in lontananza dei grandi teloni fare da barriera
ai primi tre marciapiedi. Scesi, assieme agli altri passeggeri, in un
clima silenzioso, eppure carico di voci lontane, di urla e di
incitamenti. Ora non rammento più l’esatto percorso che facemmo: eravamo
in fila indiana; in fondo al sottopassaggio si notavano i lampi
elettrici delle fotovoltaiche e i sibili delle fiamme ossidriche. Poi
una schiera di ferrovieri ci fece salire in superficie, all’altezza del
quarto binario (credo fosse quello) e, nell’atto di transitare verso
nord e verso il piazzale ovest, potemmo renderci conto del disastro.
C’era un treno, sul primo binario: un lungo convoglio annerito e
divelto, nella parte che ci stava di fronte. Nella mia mente, di quell’immagine
è rimasto solo un senso di putrefazione. L’odore, tutt’intorno, era
quello della carne maciullata e dello stupore.
Dopo un tragitto vizioso, io e gli altri compagni di viaggio, riuscimmo
a venir fuori da quel canyon infernale; eravamo sul piazzale antistante
l’edificio della stazione; c’era un mare di folla, assiepata sul lato
degli alberghi, là dove una piccola sede mobile della Rai era già in
pronta ad operare. Sapemmo dopo che un’altra emittente tivù, una
televi-sione cittadina, era impegnata a riprendere le scene più orrende.
Quel documentario, nel tempo, è divenuto famoso in tutto il mondo e la
stessa Rai lo ha trasmesso, anni dopo, nell’ambito di una nota
trasmissione condotta da Sergio Zavoli, che si intitola “La notte della
Repubblica”.
Nella piazza, l’inferno.
Gente che si disperava.
I tram dell’ATC, numerosi, in fila indiana, attendevano il lugubre
carico di morti e feriti; erano come mezzi infernali, nella loro nuova
livrea fatta di lenzuola annodate ai ganci dei finestrini. Una
lunghissima teoria di bus in corsa folle, lanciati in via Indipendenza,
verso l’ospedale o l’obitorio.
Rimasi solo, senza gli amici che, di diverso avviso dal mio, avevano già
lasciato la città con mezzi di fortuna, alla volta delle vacanze.
Passeggiai a lungo, stordito, come se vivessi in una dimensione cattiva
e lenticolare. Non riuscivo a rendermi conto della gravità del fatto:
mangiai in un self-service del centro, io tutto avvolto in un’atmosfera
sorda, assolata. Da Ricordi c’era poca gente; da Feltrinelli, pure.
Sembrava che la città intera fosse laggiù, in quel marasma di carne
frolla: che ci facevo lì, a oziare senza far nulla? Tornai alla
stazione, seppur titubante. Era ormai l’ora del telegiornale: un giovane
Bruno Vespa aspettava che “Roma” gli desse la linea, cosa che ottenne di
lì a poco. Io ero di fianco a lui, mentre parlava nel suo stile da
sacrestano addolorato. Le sirene delle autoambulanze gridavano i loro
strazi acustici: i bus, come impazziti, continuavano la loro corsa verso
il nulla.
Si fece buio.
Rifeci il percorso obbligato nel senso inverso. Tornai impaurito al
sesto binario, ma nel primo tragitto, quello prossimo ai detriti
dell’esplosione, potei vedere i Vigili del Fuoco tirare su, con una
specie di bastone dotato di “mano metallica”, pezzi di corpi straziati.
L’odore della carne si avvertiva chiaramente, miscelato a quello della
fiamma ossidrica.
Piansi senza ritegno, lungo il restante tragitto.
Piansi, sotto la pensilina del sesto binario.
Pregai.
Pregai con intensità. Raccomandai che mi fossero perdonate le mie
debolezze; ebbi un pensiero d’amore per chi aveva perso la vita. Quell’intercedere
non ebbe in sé nulla di melenso; era piuttosto una invocazione
disperata, che chiedeva conto a Dio del perché, e non riceveva risposta
alcuna.
Gianfranco. |
|
|
2 AGOSTO 1980
ITALIA:
Dopo l’improvviso
annuncio al vertice FIAT.
Domande
inquietanti sul ritiro di Umberto Agnelli.
(Le dimissioni da amministratore delegato rivelano tutta la gravità
della crisi FIAT, che provoca a sua volta altre crisi nell’economia
italiana e nell’industria. I poteri operativi ora passano interamente a
Cesare Romiti: sarà il Valletta degli Anni ’80. E quale la scelta:
impresa assistita dallo Stato? Un’indicazione potrà avvenire dalle
trattative di settembre. La minaccia dei licenziamenti).
PUBBLICITA’:
Premio selezione
Campiello 1980
Antonio
Altomare ha scritto
SUA ECCELLENZA
Rusconi editore
SPORT:
Grave lutto
dell’automobilismo di F1 e dell’Alfa Romeo sul circuito di Hockenheim.
Depailler è
morto in prova dove morì Jim Clark
• Le Olimpiadi si concluderanno domani, ma oggi per noi potrebbero
esserci altre soddisfazioni.
OLIVA E PERRI
POSSONO DARCI L’OTTAVO ORO.
DOMENICA, 03 AGOSTO 1980
ITALIA:
L’ORRENDA STRAGE ALLA
STAZIONE DI BOLOGNA.
E’ STATA UNA BOMBA.
79 MORTI E 203 FERITI.
( L’ipotesi
dell’attentato avvalorata dal ritrovamento a tarda sera del punto di
scoppio. L’immane esplosione alle 10,25. Sbriciolata l’ala del
fabbricato dove si trovavano il bar e il self-service e le sale
d’aspetto di prima e di seconda classe. Investito dall’esplosione anche
il treno Ancona-Basilea. L’intero quartiere e parte del centro
paralizzati. Pertini è accorso a Bologna. Rognoni non parla di attentato
ma invita a “reagire con compostezza e determinazione”. Immediato
intervento dei soccorritori. Turni massacranti negli ospedali. Lo
slancio della cittadinanza. Panico tra la gente per la telefonata di uno
“sciacallo”. Si valuta la rivendicazione di un gruppo neo-fascista).
• Anche
l’Italicus sei anni fa doveva scoppiare in stazione.
• ULTIM’ORA:
Trovato il punto dove
è avvenuto il tremendo scoppio.
I Morti
portati via con gli autobus attraverso la città.
Un domenicano
è corso alla stazione e per ore e ore ha benedetto i morti.
L’ITALICUS
è arrivato a Bologna sei anni dopo.
La notizia è giunta a Pertini dalla voce di Cossiga:
“Pronto Presidente. A Bologna è accaduta una cosa terribile”
Pertini
impietrito a Bologna mormora: “povere creature”.
E’ dal 1969 che in Italia succedono strane cose.
L’angoscia di
parenti e amici in Riviera poi l’assalto al primo treno da Bologna.
Vendetta dopo l’incriminazione della banda nera di Tuti?
L’attentato
del 4 agosto 1974 alle porte di Bologna:
*
Ecco l’accusa ai fascisti per la strage dell’Italicus.
(Proprio venerdì il consigliere istruttore di Bologna, Angelo
Vella, firmava la sentenza di rinvio a giudizio per omicidio plurimo (12
morti) contro Mario Tuti, Luciano Franci e Mario Malentacchi (catturato
l’altro ieri). Parecchi altri nomi di neo fascisti del dossier
giudiziario).
Assicurato il traffico dei treni a lunga percorrenza.
Il
primo treno è partito due ore dopo la tragedia .
LUNEDI’ 4 AGOSTO 1980
ITALIA:
Conferma ufficiale
sulle cause della carneficina alla stazione di Bologna.
La strage è
dei terroristi
Il più
atroce massacro dopo la guerra.
La reazione dei bolognesi non risparmia i leaders politici.
•
Frenetici vertici in Prefettura con Piccoli, Craxi e Spadolini.
• Il pubblico contesta Cossiga che ha disertato l’Aula Consiliare.
• I
Fiori della pietà sull’impronta lasciata dalla morte.
• Così Bologna
ha rinunciato alla “speranza” di un incidente.
Terribile sospetto: dietro il massacro c’è un piano di proporzioni
mostruose ?
MARTEDI’ 05 AGOSTO 1980
ITALIA:
Il massacro alla
stazione di Bologna nella relazione del presidente del Consiglio.
Cossiga:
attentato di marca nera. Non esclusi legami internazionali.
Bologna
composta e coraggiosa in piazza contro il terrorismo.
• Perché
adesso? Perché qui?
(Il segretario
liberale Zanone ha definito il massacro di Bologna “un delitto contro
l’umanità” prima ancora che un attentato alla libera convivenza civile
degli italiani garantita dalla Repubblica. Il presidente del Consiglio,
Cossiga, ha detto, cosa che ripetiamo da domenica, che l’attentato
ricalca esattamente la tecnica usata dal terrorismo nero da tanti anni
in Italia, ...).
Il Resto del Carlino: la nostra sottoscrizione di
solidarietà con le vittime e di condanna dei terroristi.
Oltre 115
milioni nel primo giorno.
(Daremo subito
un aiuto a chi ha bisogno. Un primo caso: il radiotecnico di 33 anni ha
lasciato quattro bambini orfani).
Tra
pezzi di ferro e di valigia c’è la “firma” degli assassini.
(Perquisizioni in tutta Italia –si parla di una trentina- convocazioni
di “personaggi” conosciuti in altre inchieste nelle caserme dei
carabinieri e negli uffici della Digos, interrogatori. L’inchiesta sulla
strage alla stazione di Bologna si sta muovendo. E punta principalmente
nell’area dell’estrema destra, anche se il procuratore capo della
Repubblica, Ugo Sisti, ha dichiarato ai giornalisti: “Ci stiamo muovendo
in tutte le direzioni”. ...).
Dopo
l’ecatombe, la gara della solidarietà sulle macerie.
Ha lavorato duro e bene l’“armata della pietà”.
Alle 17 il
rito funebre in San Petronio.
Domani le esequie in piazza.
(Interverranno Pertini e Cossiga. Cerimonia religiosa officiata dal
cardinale Poma e succes-sivamente la commemorazione, tenuta dal sindaco
Zangheri).
Né piegati
dalla paura, né accecati dalla rabbia.
• Perché l’attentato adesso e in questa città?
• Bologna nei giorni neri
( Parla il vice sindaco Gherardi che l’ha retta da sabato a
ieri).
• “Stanno
cercando di travolgerci ma non riusciranno anche se è una sfida dura”.
Zangheri: “Con la Repubblica si è voluto colpire Bologna”.
(Le ferie del primo cittadino di Bologna, Renato Zangheri, sono
sfortunate. Nel 1974 era appena partito per il mare che l’Italicus saltò
in aria, quest’anno addirittura il sindaco bolognese ha appreso della
sciagura con 48 ore di ritardo. Il fatto è che Zangheri si trovava in
crociera in Crimea. ...).
•
“Miracolato” un ragazzo di Madrid: maciullati i suoi amici.
•
Era nella sala della bomba ed è solo ferito alle gambe.
(Martin
Rabadan Pablo Caballero è uno dei cinquanta stranieri travolti dalla
bomba. Molti sono morti, molti sono feriti, alcuni giacciono senza nome
all’obitorio. Ma Caballero non è morto né ferito. Caballero è
miracolato. Caballero ha vent’anni. Abita a Madrid in Fernandez de los
Rios 53. E’ studente in medicina. E’ un bel giovane alto e biondo. E’
figlio di un agricoltore. Il 7 luglio ha lasciato Madrid per fare un
giro dell’Italia. Da Bologna sarebbe andato a Ferrara e poi a Venezia.
...).
MERCOLEDI’, 06 AGOSTO 1980
ITALIA:
Delegazioni da
tutta Italia per rendere omaggio ai morti della carneficina “nera”.
OGGI
L’ADDIO ALLE VITTIME. SONO SOLO SETTE LE BARE AI FUNERALI UFFICIALI.
CONTRO IL TERRORISMO
CONTATTI INTERNAZIONALI.
(L’appello
del governo perché tutti i cittadini si mobilitino attorno alle
istituzioni. Messaggi di solidarietà dai principali leaders europei.
Serie di vertici dei servizi di sicurezza: si parla di un avvicendamento
alla giuda del controspionaggio. Nuove conferme alla matrice
neofasci-sta dell’attentato. Cossiga in una riunione a Bologna ha
garantito ai giudici che indagano sulla strage la totale collaborazione
dell’esecutivo: quindi più uomini e più mezzi a disposizione. “Basta con
le rivalità tra organi investigativi”. Saranno aumentati gli organici
della polizia ferroviaria. Allo studio l’istituzione di una taglia sugli
assassini. Oggi i funerali alle 17. La cerimonia sarà diffusa in diretta
su tutte e tre le reti nazionali. La quasi totalità delle famiglie ha
anticipato le esequie. Ai parenti dei morti un modesto sussidio).
Non
riescano i “neri” dove hanno fallito i “rossi”.
(E’ una
giornata di lutto; Bologna ha già cominciato a riempirsi di folla, con
gente che viene anche da lontano. C’è tensione, la tensione inevitabile
quando si deve dare l’addio alle vittime di un nemico mostruoso, del
quale poco si conosce, come il terrorismo. ... ).
Bologna
è ancora sulle prime pagine dei giornali europei.
• Al Brennero dopo la strage, fra tedeschi che rientrano nel loro
paese.
• La
paura sta oscurando il sole?
Molti non torneranno in Italia.
(Le
previsioni dei maggiori giornali tedeschi sono pessimistiche: i morti di
Bologna hanno suscitato un’impressione enorme. L’attentato potrebbe
allargare in modo catastrofico la fama di “paese insicuro”. Durante
l’inverno bisognerà lavorare duramente per recuperare questo
svantaggio). |
|