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Stazione di Bologna: 2 Agosto 1980

 
 

A ventiquattro anni dalla strage di Bologna,

 noi ricordiamo

di Gianfranco Fabbri

 

 
 

Cari amici, ho pensato di farvi cosa gradita nel proporvi questo tuffo nel passato recentissimo; quello relativo al 2 agosto del 1980, il giorno in cui avvenne l’orrenda strage alla stazione di Bologna. Voi non ci crederete, ma quel giorno io c’ero. Ero partito da Forlì, alla volta delle vacanze, assieme ad altri ragazzi miei amici. E dovevamo proprio prendere l’espresso Ancona-Basilea, che perdemmo grazie alla flemma con cui quella mattina ci svegliammo. Il treno successivo partì circa mezz’ora più tardi, così che non avemmo sentore di quello che stava succedendo (o che era appena successo). L’arrivo fu però traumatico: il convoglio, da un certo punto in poi, procedette con esasperante lentezza, ma riuscì comunque ad entrare in stazione. Eravamo oltre il sesto binario: vedemmo in lontananza dei grandi teloni fare da barriera ai primi tre marciapiedi. Scesi, assieme agli altri passeggeri, in un clima silenzioso, eppure carico di voci lontane, di urla e di incitamenti. Ora non rammento più l’esatto percorso che facemmo: eravamo in fila indiana; in fondo al sottopassaggio si notavano i lampi elettrici delle fotovoltaiche e i sibili delle fiamme ossidriche. Poi una schiera di ferrovieri ci fece salire in superficie, all’altezza del quarto binario (credo fosse quello) e, nell’atto di transitare verso nord e verso il piazzale ovest, potemmo renderci conto del disastro. C’era un treno, sul primo binario: un lungo convoglio annerito e divelto, nella parte che ci stava di fronte. Nella mia mente, di quell’immagine è rimasto solo un senso di putrefazione. L’odore, tutt’intorno, era quello della carne maciullata e dello stupore.
Dopo un tragitto vizioso, io e gli altri compagni di viaggio, riuscimmo a venir fuori da quel canyon infernale; eravamo sul piazzale antistante l’edificio della stazione; c’era un mare di folla, assiepata sul lato degli alberghi, là dove una piccola sede mobile della Rai era già in pronta ad operare. Sapemmo dopo che un’altra emittente tivù, una televi-sione cittadina, era impegnata a riprendere le scene più orrende. Quel documentario, nel tempo, è divenuto famoso in tutto il mondo e la stessa Rai lo ha trasmesso, anni dopo, nell’ambito di una nota trasmissione condotta da Sergio Zavoli, che si intitola “La notte della Repubblica”.
Nella piazza, l’inferno.
Gente che si disperava.
I tram dell’ATC, numerosi, in fila indiana, attendevano il lugubre carico di morti e feriti; erano come mezzi infernali, nella loro nuova livrea fatta di lenzuola annodate ai ganci dei finestrini. Una lunghissima teoria di bus in corsa folle, lanciati in via Indipendenza, verso l’ospedale o l’obitorio.
Rimasi solo, senza gli amici che, di diverso avviso dal mio, avevano già lasciato la città con mezzi di fortuna, alla volta delle vacanze.
Passeggiai a lungo, stordito, come se vivessi in una dimensione cattiva e lenticolare. Non riuscivo a rendermi conto della gravità del fatto: mangiai in un self-service del centro, io tutto avvolto in un’atmosfera sorda, assolata. Da Ricordi c’era poca gente; da Feltrinelli, pure. Sembrava che la città intera fosse laggiù, in quel marasma di carne frolla: che ci facevo lì, a oziare senza far nulla? Tornai alla stazione, seppur titubante. Era ormai l’ora del telegiornale: un giovane Bruno Vespa aspettava che “Roma” gli desse la linea, cosa che ottenne di lì a poco. Io ero di fianco a lui, mentre parlava nel suo stile da sacrestano addolorato. Le sirene delle autoambulanze gridavano i loro strazi acustici: i bus, come impazziti, continuavano la loro corsa verso il nulla.
Si fece buio.
Rifeci il percorso obbligato nel senso inverso. Tornai impaurito al sesto binario, ma nel primo tragitto, quello prossimo ai detriti dell’esplosione, potei vedere i Vigili del Fuoco tirare su, con una specie di bastone dotato di “mano metallica”, pezzi di corpi straziati. L’odore della carne si avvertiva chiaramente, miscelato a quello della fiamma ossidrica.
Piansi senza ritegno, lungo il restante tragitto.
Piansi, sotto la pensilina del sesto binario.
Pregai.
Pregai con intensità. Raccomandai che mi fossero perdonate le mie debolezze; ebbi un pensiero d’amore per chi aveva perso la vita. Quell’intercedere non ebbe in sé nulla di melenso; era piuttosto una invocazione disperata, che chiedeva conto a Dio del perché, e non riceveva risposta alcuna.

Gianfranco.

 
 

CRONACHE TRATTE DAL QUOTIDIANO “IL RESTO DEL CARLINO” DEI GIORNI 02-03-05 E 06 AGOSTO 1980.

 
 


 2 AGOSTO 1980

 ITALIA:  

Dopo l’improvviso annuncio al vertice FIAT.
Domande inquietanti sul ritiro di Umberto Agnelli.
(Le dimissioni da amministratore delegato rivelano tutta la gravità della crisi FIAT, che provoca a sua volta altre crisi nell’economia italiana e nell’industria. I poteri operativi ora passano interamente a Cesare Romiti: sarà il Valletta degli Anni ’80. E quale la scelta: impresa assistita dallo Stato? Un’indicazione potrà avvenire dalle trattative di settembre. La minaccia dei licenziamenti).

 PUBBLICITA’:  

Premio selezione Campiello 1980
Antonio Altomare ha scritto
SUA ECCELLENZA
Rusconi editore

 SPORT:  

Grave lutto dell’automobilismo di F1 e dell’Alfa Romeo sul circuito di Hockenheim.
Depailler è morto in prova dove morì Jim Clark

• Le Olimpiadi si concluderanno domani, ma oggi per noi potrebbero esserci altre soddisfazioni.
OLIVA E PERRI POSSONO DARCI L’OTTAVO ORO.



 
DOMENICA, 03 AGOSTO 1980


 ITALIA:  

L’ORRENDA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA.

E’ STATA UNA BOMBA. 79 MORTI E 203 FERITI.

( L’ipotesi dell’attentato avvalorata dal ritrovamento a tarda sera del punto di scoppio. L’immane esplosione alle 10,25. Sbriciolata l’ala del fabbricato dove si trovavano il bar e il self-service e le sale d’aspetto di prima e di seconda classe. Investito dall’esplosione anche il treno Ancona-Basilea. L’intero quartiere e parte del centro paralizzati. Pertini è accorso a Bologna. Rognoni non parla di attentato ma invita a “reagire con compostezza e determinazione”. Immediato intervento dei soccorritori. Turni massacranti negli ospedali. Lo slancio della cittadinanza. Panico tra la gente per la telefonata di uno “sciacallo”. Si valuta la rivendicazione di un gruppo neo-fascista).

• Anche l’Italicus sei anni fa doveva scoppiare in stazione.


• ULTIM’ORA:

Trovato il punto dove è avvenuto il tremendo scoppio.

I Morti portati via con gli autobus attraverso la città.

Un domenicano è corso alla stazione e per ore e ore ha benedetto i morti.

L’ITALICUS è arrivato a Bologna sei anni dopo.

La notizia è giunta a Pertini dalla voce di Cossiga:
“Pronto Presidente. A Bologna è accaduta una cosa terribile”

Pertini impietrito a Bologna mormora: “povere creature”.

E’ dal 1969 che in Italia succedono strane cose.

L’angoscia di parenti e amici in Riviera poi l’assalto al primo treno da Bologna.

Vendetta dopo l’incriminazione della banda nera di Tuti?

L’attentato del 4 agosto 1974 alle porte di Bologna:
* Ecco l’accusa ai fascisti per la strage dell’Italicus.
(Proprio venerdì il consigliere istruttore di Bologna, Angelo Vella, firmava la sentenza di rinvio a giudizio per omicidio plurimo (12 morti) contro Mario Tuti, Luciano Franci e Mario Malentacchi (catturato l’altro ieri). Parecchi altri nomi di neo fascisti del dossier giudiziario).

Assicurato il traffico dei treni a lunga percorrenza.
Il primo treno è partito due ore dopo la tragedia .
 


 LUNEDI’ 4 AGOSTO 1980

 ITALIA: 

Conferma ufficiale sulle cause della carneficina alla stazione di Bologna.
La strage è dei terroristi
Il più atroce massacro dopo la guerra.

La reazione dei bolognesi non risparmia i leaders politici.

• Frenetici vertici in Prefettura con Piccoli, Craxi e Spadolini.
• Il pubblico contesta Cossiga che ha disertato l’Aula Consiliare.
• I Fiori della pietà sull’impronta lasciata dalla morte.
• Così Bologna ha rinunciato alla “speranza” di un incidente.

Terribile sospetto: dietro il massacro c’è un piano di proporzioni mostruose ?


 MARTEDI’ 05 AGOSTO 1980

 ITALIA:

Il massacro alla stazione di Bologna nella relazione del presidente del Consiglio.
Cossiga: attentato di marca nera. Non esclusi legami internazionali.

Bologna composta e coraggiosa in piazza contro il terrorismo.

• Perché adesso? Perché qui?
(Il segretario liberale Zanone ha definito il massacro di Bologna “un delitto contro l’umanità” prima ancora che un attentato alla libera convivenza civile degli italiani garantita dalla Repubblica. Il presidente del Consiglio, Cossiga, ha detto, cosa che ripetiamo da domenica, che l’attentato ricalca esattamente la tecnica usata dal terrorismo nero da tanti anni in Italia, ...).

Il Resto del Carlino: la nostra sottoscrizione di solidarietà con le vittime e di condanna dei terroristi.
Oltre 115 milioni nel primo giorno.
(Daremo subito un aiuto a chi ha bisogno. Un primo caso: il radiotecnico di 33 anni ha lasciato quattro bambini orfani).

Tra pezzi di ferro e di valigia c’è la “firma” degli assassini.
(Perquisizioni in tutta Italia –si parla di una trentina- convocazioni di “personaggi” conosciuti in altre inchieste nelle caserme dei carabinieri e negli uffici della Digos, interrogatori. L’inchiesta sulla strage alla stazione di Bologna si sta muovendo. E punta principalmente nell’area dell’estrema destra, anche se il procuratore capo della Repubblica, Ugo Sisti, ha dichiarato ai giornalisti: “Ci stiamo muovendo in tutte le direzioni”. ...).
Dopo l’ecatombe, la gara della solidarietà sulle macerie.

Ha lavorato duro e bene l’“armata della pietà”.

Alle 17 il rito funebre in San Petronio.
Domani le esequie in piazza.
(Interverranno Pertini e Cossiga. Cerimonia religiosa officiata dal cardinale Poma e succes-sivamente la commemorazione, tenuta dal sindaco Zangheri).

Né piegati dalla paura, né accecati dalla rabbia.

• Perché l’attentato adesso e in questa città?
• Bologna nei giorni neri
( Parla il vice sindaco Gherardi che l’ha retta da sabato a ieri).

• “Stanno cercando di travolgerci ma non riusciranno anche se è una sfida dura”.
Zangheri: “Con la Repubblica si è voluto colpire Bologna”.
(Le ferie del primo cittadino di Bologna, Renato Zangheri, sono sfortunate. Nel 1974 era appena partito per il mare che l’Italicus saltò in aria, quest’anno addirittura il sindaco bolognese ha appreso della sciagura con 48 ore di ritardo. Il fatto è che Zangheri si trovava in crociera in Crimea. ...).

• “Miracolato” un ragazzo di Madrid: maciullati i suoi amici.
• Era nella sala della bomba ed è solo ferito alle gambe.
(Martin Rabadan Pablo Caballero è uno dei cinquanta stranieri travolti dalla bomba. Molti sono morti, molti sono feriti, alcuni giacciono senza nome all’obitorio. Ma Caballero non è morto né ferito. Caballero è miracolato. Caballero ha vent’anni. Abita a Madrid in Fernandez de los Rios 53. E’ studente in medicina. E’ un bel giovane alto e biondo. E’ figlio di un agricoltore. Il 7 luglio ha lasciato Madrid per fare un giro dell’Italia. Da Bologna sarebbe andato a Ferrara e poi a Venezia. ...).


 MERCOLEDI’, 06 AGOSTO 1980


 
ITALIA:

Delegazioni da tutta Italia per rendere omaggio ai morti della carneficina “nera”.


OGGI L’ADDIO ALLE VITTIME. SONO SOLO SETTE LE BARE AI FUNERALI UFFICIALI.

CONTRO IL TERRORISMO CONTATTI INTERNAZIONALI.
(L’appello del governo perché tutti i cittadini si mobilitino attorno alle istituzioni. Messaggi di solidarietà dai principali leaders europei. Serie di vertici dei servizi di sicurezza: si parla di un avvicendamento alla giuda del controspionaggio. Nuove conferme alla matrice neofasci-sta dell’attentato. Cossiga in una riunione a Bologna ha garantito ai giudici che indagano sulla strage la totale collaborazione dell’esecutivo: quindi più uomini e più mezzi a disposizione. “Basta con le rivalità tra organi investigativi”. Saranno aumentati gli organici della polizia ferroviaria. Allo studio l’istituzione di una taglia sugli assassini. Oggi i funerali alle 17. La cerimonia sarà diffusa in diretta su tutte e tre le reti nazionali. La quasi totalità delle famiglie ha anticipato le esequie. Ai parenti dei morti un modesto sussidio).

Non riescano i “neri” dove hanno fallito i “rossi”.
(E’ una giornata di lutto; Bologna ha già cominciato a riempirsi di folla, con gente che viene anche da lontano. C’è tensione, la tensione inevitabile quando si deve dare l’addio alle vittime di un nemico mostruoso, del quale poco si conosce, come il terrorismo. ... ).

Bologna è ancora sulle prime pagine dei giornali europei.

• Al Brennero dopo la strage, fra tedeschi che rientrano nel loro paese.
• La paura sta oscurando il sole?
Molti non torneranno in Italia.
(Le previsioni dei maggiori giornali tedeschi sono pessimistiche: i morti di Bologna hanno suscitato un’impressione enorme. L’attentato potrebbe allargare in modo catastrofico la fama di “paese insicuro”. Durante l’inverno bisognerà lavorare duramente per recuperare questo svantaggio).

 
 

Gianfranco Fabbri

la costruzione del verso & altre cose

 
 
 

 

 

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