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Estate di scontri nel Kurdistan turco

Il Festival di Munzur quest'anno si è chiuso con gravi scontri. I famigliari dei detenuti appartenenti all'Associazione Tayad hanno voluto protestare contro le condizioni di detenzione dei prigionieri politici in Turchia, chiedendo di leggere all'opinione pubblica un comunicato stampa alla fine di un corteo che dal centro della città si è snodato fino al ponte sul fiume Munzur. La lettura del comunicato è stata impedita dalla polizia che non ha voluto accettare nemmeno la mediazione della sig.ra Erol Abdil, sindaco di Tunceli/Dersim, che chiedeva di far leggere il comunicato assicurando poi lo scioglimento della manifestazione. Il Questore in risposta ha strattonato la sindaca che così racconta l'accaduto "ho chiesto al Questore un favore, cioé che facesse leggere il comunicato sul ponte della valle del fiume Munzur, ma in tutta risposta mi ha spintonata, facendomi saltare anche un bottone della camicia". Mentre la sindaca dichiara di voler procedere alla denuncia contro il Questore, in città la tensione è ancora alta. La gente continua a radunarsi protestando contro gli scontri della polizia, che con idranti e lacrimogeni ha attaccato la popolazione, costringendo alcuni a buttarsi dal ponte nelle acque del fiume. Come è possibile riscontrare anche nella testimonianza allegata della delegazione italiana che era presente al Festival, la polizia schierata in tenuta anti-sommossa non aveva intenzione di concedere ai manifestanti spazi di libera espressione. Almeno trenta sono i fermati, numerosi sono scomparsi nelle acque e una persona è affogata. La Sindaca intanto continua a chiedere al prefetto che sia tolto l'assedio alla città.
Putroppo la situazione non è tranquilla in nessun luogo del Kurdistan turco. Già la scorsa settimana a Diyarbakir e vicino l'Ararat ci sono stati gravi attacchi armati.
A Diyarbakir, appena fuori dalle mura della città, presso Mardin Kapi, le forze di polizia della caserma lì situata hanno aperto il fuoco contro alcuni kurdi, una guardia ha perso la vita, insieme a due civili, come dichiarato dalle forze dell'HPG, che smentivano l'appartenenze delle due vittime alla loro organizzazione. Nel corso di tale scontro anche il vice sindaco di Diyarbakir-Sur è rimasto lievemente ferito. La città è attualmente ancora presidiata e le forze armate svolgono così una grave repressione sulla popolazione, anche per questo le HPG (Forze di difesa popolari) chiedono alle autorità di non continuare con queste forme di repressione nei confronti della popolazione. Effettivamente come ha dichiarato il Questore sono in corso in città, nella zona di Baglar, delle operazioni di polizia molto intense.
Invece, nella zona di Agri, intorno al monte Ararat, c'è stato un grave scontro contro alcuni contadini accampati sugli altipiani, i guardiani dei villaggi li hanno attaccati, uccidendo cinque componenti di una famiglia e lasciandone feriti altri. Uno dei feriti ha detto che "è stato un massacro, sono arrivati e hanno sparato sulle tende senza alcuna motiviazione. Sono due anni che veniamo qui e già i guardiani ci avevano chiesto di lasciare le nostre terre. Riteniamo che i responsabili siano le autorità che armano questa gente".

Notizie dalla delegazione italiana in visita per il Festival del Munzur
Delegazione composta dai rappresentanti delle seguenti associazioni:
Associazione verso il Kurdistan - Alessandria, Senzaconfine - Roma, Azad - Roma, Associazione per la pace - Cesena, Punto Rosso - Milano insieme a singole persone provenienti da varie città
La delegazione dopo essere stata al campo profughi di Ayazma - Istanbul e a Diyarbakir è arrivata a Dersim - cuore del Kurdistan - per assistere al festival del Munzur, festival culturale che si tiene da 5 anni per sostenere e promuovere la cultura kurda e sensibilizzare sui problemi dei Kurdi e della Valle del Munzur. Dopo quattro giorni di relativa calma, con molti militari e polizia in giro, nel pomeriggio di oggi - 1 agosto - era prevista una manifestazione della Tayad, una delle associazioni che denuncia la situazione dei detenuti politici nelle carceri turche - celle di tipo F, isolamento, torture e violazioni dei diritti umani. Alcuni di noi hanno deciso di seguire la manifestazione che prevedeva un percorso dal centro della città al fiume Munzur per poi gettare nel fiume 116 fiori rossi, tanti quanti sono i prigionieri politici morti a causa dello sciopero della fame portato avanti per protestare contro le condizioni di detenzione.
Rispetto ad altre iniziative abbiamo notato fin da subito la presenza di molta polizia in tenuta anti sommossa e con blindati-carri armati. I manifestanti si limitavano a scandire slogan contro le torture e le condizioni carcerarie. In prossimità del fiume, senza nessuna provocazione da parte dei manifestanti, la polizia ha iniziato a stringere i manifestanti che sono stati poi bloccati su un ponte. Le cariche sono iniziate violentissime con lacrimogeni e idranti. Con gli idranti la polizia buttava giù dal ponte le persone che si aggrappavano per non rischiare un salto di 5 - 7metri nel fiume non molto profondo e con molti massi. Dalla strada si sentivano i colpi dei maganelli e saliva il fumo dei lacrimogeni. La polizia non ha colpito per disperdere ma per massacrare senza ragione chi tentava di esercitare il fondamentale diritto di manifestare.
Abbiamo notizie di molti manifestanti arrestati. Tantissima gente si è riunita ed è ancora presente nella piazza principale della città urlando ''no al fascismo, liberate chi è stato fermato''.
Tutti noi stiamo bene ma dobbiamo stare in città. La strada per arrivare alla scuola dove dormiamo è stata bloccata perchè in prossimità delle stadio dove si tengono i concerti. Rimarremo in piazza vicini alla gente. Questa è la Turchia che dovrebbe entrare nell'Unione Europea. Vi faremo avere nuove notizie. Il nostro ritorno in Italia è previsto per il 3 agosto in ore diverse su Milano e Roma.

Fonte:Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia


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