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Questa volta parlerò di natura, poiché essa stessa, fuor di retorica è,
Opera d’Arte.
Ultimamente, durante una delle mie quotidiane passeggiate vacanziere, a
cavallo della mia mountain bike, armato di macchina fotografica, mi sono
accinto a varcare il portale del “Parco del Corvino”
(il nome si
riferisce al fiume che attraversa Buonvicino e sfocia a Diamante, in
provincia di Cosenza).
L’ingresso decoroso sembrava essere invitante, ben caratterizzato da un
portale “costruttivista”, con colonne in pietra a vista e cancellata in
ferro cromato.
Solo che, inoltrandomi, curiosamente all’interno, quanto avevo avuto
modo di leggere all’ingresso (questa volta si, retoricamente!), e cioè
che, la natura dev’essere rispettata… appariva a dir poco paradossale.
Mentre proseguivo lungo il sentiero di percorrenza mi trovavo sempre più
disorientato.
Le oramai non più bellissime strutture, che non solo arredavano il
parco, realizzate circa quindici anni fa(sentieri in pietra, ponti di
legno, teatro, giochi, bagni pubblici, panchine, campi da tennis, basket
e calcetto…) erano semisommerse, da una giungla di sterpaglie, rifiuti e
vetri rotti.
Tutto era distrutto.
I miei occhi amareggiati, osservavano increduli, il degrado e la
distruzione.
La sensazione era di rivivere la scoperta di Machu Pichu ma a differenza
della città degli Inca la mia, era relativa ad una struttura costruita
non centinaia di anni fa ma solo pochi anni or sono e costata alcuni
miliardi,.
Comunque ho proseguito e, avanzando notavo che lungo gli argini del
bellissimo fiume, vi erano accumulate dosi massicce di rifiuti solidi
urbani d’ogni tipo, in più punti e per molti km.
Osservavo ad intermittenza la bellezza della natura e il suo degrado
causato da una umanità sottosviluppata e incolta.
La mia rabbia aumentava, man mano che avanzavo.
Là, dentro a un recinto (posto sotto sequestro), davanti al quale era
riportata la dicitura, “Maneggio”, vi erano custoditi decine di bidoni dii rifiuti comunali misti a centinaia di carcasse di elettrodomestici
in disuso.
Lungo tutto il kilometrico percorso da me attraversato, nessun segnale
di divieto di discarica.
Ritornando sul luogo il giorno successivo, notavo che nel frattempo
nuovi rifiuti si aggiungevano ai vecchi, fra cui una nuova e buona
quantità di “Eternit” contenente come sappiamo amianto e perciò
altamente tossico.
Tutto ciò accade mentre, nel frattempo la ridente cittadina di Diamante,
si appresta a farsi il trucco(E’ proprio il caso di dire!) per
presentarsi ai turisti.
Ed allora, ecco che sul lungomare della ridente cittadina, si innaffia a
più non posso(speriamo non sia acqua potabile) il prato inglese,
affinché l’erbetta cresca rigogliosa intorno all’Opera di pessimo
gusto (un diamante di pietra!), realizzata dallo stesso assessore alla
cultura di quel comune, all’indomani del suo insediamento. |
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