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Pena di morte in Iraq

di Claudio Giusti

 
 

Mi sembra che l’articolo di Marta Brachini (Pena di morte nell’Iraq post Saddam, Ideazione 12/07/2004) e quello di Alessandro Maggiolini (Sì alla pena di morte per impedire altro male, Resto del Carlino 04/07/2004) abbiano una cosa in comune: l’ipocrisia.
Costoro hanno già condannato a morte Saddam Hussein, stanno insaponando la corda e non vedono l’ora di sporcarsi le mani di sangue: ma non hanno il coraggio di dirlo. Così ammantano questo linciaggio legale di ipocrisia sui diritti umani e sulla democrazia (come se le due cose fossero necessariamente coincidenti).
Ricordo a tutti i biechi difensori dei diritti umani che, il 30 agosto 1996, il KDP di Massoud Balzani, uno dei gruppi Curdi che controllava il Curdistan iracheno sotto protezione aerea americana, si accordò con Saddam Hussein per sterminare il rivale PUK di Jalal Talabani. Saddam spedì in Curdistan 40.000 guardie repubblicane con 450 carri armati. Con l’aiuto e la collaborazione del KDP gli iracheni fecero un massacro. Poi intervenne di nuovo la CIA che, a colpi di dollari, fece fare la pace ai due gruppi. (Cfr. The New York Review of Books, 17 October 1996).
Sarei veramente deliziato nel vedere Massoud Balzani processato e impiccato, assieme a Saddam, per questi crimini.

Claudio Giusti

COMITATO “3 LUGLIO 1849”
Per i diritti umani, contro la pena di morte

e-mail: giusticlaudio@aliceposta.it

 
 
 
 
 

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