un paese in guerra un paese in guerra un paese in guerra un paese in guerra

 

 
 
 

Il ripristino della pena di morte, la chiusura di 'Al-Jazira' e… il branzino di Bush

di Pietro Mariano Benni*

 
 

Baghdad 09 Agosto 2004 -- Torna in Iraq la pena di morte, sospesa l’anno scorso, e la libertà di stampa subisce un duro colpo con la chiusura degli uffici della rete televisiva del Qatar ‘al Jazira’ per almeno un mese; intanto, nelle ultime 36 ore, la guerra - ormai non è più guerriglia - fa ufficialmente almeno più di 100 vittime, senza contare quelle dei missili sparati da due elicotteri americani verso il cimitero della città santa di Najaf, sede del capo religioso sciita Moqtada al-Sadr considerato radicale, ispiratore e guida del cosiddetto esercito al-Mahdi e ormai nemico numero uno della coalizione.
Lo dico a voi perchè sul mio giornale non ho il coraggio e la possibilità di scriverlo: comincio a intravedere un Iraq sempre meno distinguibile da quello di Saddam, se non per la quantità di sangue non solo iracheno versato quotidianamente” ha detto alla MISNA un cronista tornato di recente da Baghdad. Il ripristino della pena capitale, con effetto immediato anche per numerosi reati comuni tra cui l’ omicidio, il sequestro di persona e quelli legati ai narcotici, insieme con la sospensione di una limitata amnistia annunciata sabato scorso per crimini minori, certamente riavvicina questo Iraq a quello del passato regime, creando problemi anche nel governo ad interim.
E’ la giornata più difficile della mia vita” ha detto ai giornalisti il ministro dei Diritti Umani Bakhtiar Amin, specificando di aver accettato il provvedimento solo con molta riluttanza e aggiungendo: "In futuro dovremo riunirci ai 109 Paesi che l'hanno già abolita."
L’Unione Europea aveva già preso fortemente posizione contro il ripristino ma l’attuale governo, ancora molto condizionato dagli Stati Uniti, sembra aver preferito per il momento l’esempio d’oltreoceano. La rete tv ‘al-Jazira’ - che ha per motto “un’opinione e quella contraria” ed è considerata, con alcune decine di milioni di spettatori, la ‘Cnn del mondo arabo’ - aveva fornito anche durante la primavera bellica del 2003 un servizio insostituibile, esempio di informazione araba moderna e democratica,pagando anche un tributo di vittime, feriti e minacce; la sua chiusura viene vissuta come un altro pessimo segnale, anche per i modi duri con cui è stata attuata da agenti di polizia che, entrati negli uffici d’improvviso in base a un ordine del ministero degli Interni ma sprovvisti di un regolare mandato giudiziario, hanno costretto gli addetti a uscire, chiudendo poi tutto e portando via le chiavi, dopo un brusco battibecco con i giornalisti. Parte dell' operazione di polizia è stata trasmessa in diretta.
Ammonimenti e minacce erano stati formulati anche in passato non solo contro la tv del Qatar. Il segretario alla Difesa americano Donald Rusmfeld aveva di recente accusato ‘al Jazira’ di “boicottare l'immagine degli Stati Uniti e del governo americano presso l'opinione pubblica araba” ma nessuno aveva previsto rapidi e drastici provvedimenti da parte del governo ad interim. Alle cronache irachene si sono aggiunte - insieme al sangue e alle violazioni dei diritti umani e di espressione e al sequestro del diplomatico iracheno Fereydoun Jahani - anche altre minuzie pur ‘pompate’ dai media internazionali: un’inattesa visita-lampo a Najaf del primo ministro Iyad Allawi (noto per un ventennio di rapporti con servizi segreti americani e britannici), per una manovra politica contro Moqtada al Sadr caduta però subito nel vuoto secondo gli osservatori più imparziali; l’arresto di Ahmed Chalabi, 56 anni, ex-componente del Consiglio provvisorio iracheno e già candidato anche alla guida dell’attuale governo, ‘pupillo’ di Rumsfeld, del Pentagono e della Central Intelligence Agency (Cia) a cui avrebbe fornito notizie ritenute false e fuorvianti (ma la cattura è stata motivata dal giudice iracheno Zuhair al-Maliky con accuse di spaccio di valuta falsa e, per suo nipote Salem, anche di omicidio); negli Stati Uniti il vice- presidente Dick Cheney e' stato chiamato a deporre nelle udienze a carico della soldatessa Lynndie England, fotografata con un iracheno nudo al guinzaglio nel carcere iracheno di Abu Guhraib.
Pur trattate da minuzie dai grandi media, intristiscono invece più di ogni altro frammento di cronaca, le notizie relative ai bambini iracheni: non se ne conoscono i nomi, ma ieri a Baghdad, secondo fonti dell’ospedale Ibn al-Nafiss, nei pressi della Zona verde, roccaforte della coalizione, un bambino di 10 anni è stato ucciso e una bambina di 13 è stata gravemente ferita da un colpo di mortaio che ha raggiunto anche numerosi adulti.
Negli Stati Uniti veniva intanto diffuso un sondaggio secondo il quale 59 americani (contro 39) ritengono ormai che il Paese stia procedendo nella direzione sbagliata e 53 (contro 45) rimproverano all’amministrazione Bush di aver fatto la guerra in Iraq. Giungeva anche notizia che il presidente americano e sua figlia Jenna erano ieri a pesca di branzini sull’Atlantico e ne avevano preso uno lungo un metro...

Pietro Mariano Benni
(*MISNA)

Pubblicato in ReporterAssociati, 9 agosto 2004

 
 
 
 

HOME

Società

Politica

Arti visive

Lettura

Scrittura

Punto rosa

Legalità

Paesi in guerra

Mondoo