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Inizia con questo post una serie di articoli relativi a quello che
diversi esperti cominciano ad individuare come uno dei grandi problemi
delle società occidentali: l'energia.
Negli ultimi giorni quasi tutti i quotidiani nazionali hanno pubblicato,
in genere nelle pagine interne, articoli relativi al supposto anticipato
esaurimento dei vari giacimenti petroliferi e hanno evidenziato quella
che gli esperti conoscono come curva di
Hubbert per cui abbiamo appreso che la maggior parte dei pozzi
attualmente sfruttati hanno raggiunto il punto di massima produzione e
da ora in poi la quantità di barili estraibili non può che diminuire (e
l'energia necessaria ad estrarli aumentare!).
In soldoni quello che ci vogliono dire è che i 100 e passa anni di
abbondanza petrolifera di cui si parlava fino all'altro ieri si sono
ridotti fino al... 2050 al massimo!
Questo spiega anche il perchè di certe azioni recenti giudicate quanto
meno avventate (Iraq) e dovrebbe portarci anche a ripensare seriamente
al nostro attuale sviluppo, indirizzandoci verso forme di consumo e vita
decisamente più sostenibili, anche tenendo conto dei
cambiamenti climatici (Monbiot)
che imperversano negli ultimi anni.
Ma tornando al nostro paese, in una conferenza stampa di fine agosto,
Rutelli ha messo la "questione energetica al centro dell'agenda del
Paese" presentando il Programma Energetico Nazionale della Margherita
per la discussione nell'ulivo ed in parlamento.
E' possibile anche trovare un accenno di autocritica sulle scelte
energetiche dell'Ulivo, in particolare per quanto concerne la competenza
dello Stato ed il suo rapporto con le Regioni sul tema.
Intanto, per questa volta, possiamo iniziare a vedere se ci sono esempi
"altri" di produzione dell'energia, poi penseremo ad analizzare le
tipologie di consumo (se per esempio tutti i paesi divenissero
consumatori di energia come gli Stati Uniti, sarebbe persino inutile
stare a discutere di politiche energetiche!) e le idee di sviluppo
sostenibile ed il loro impatto su quelle che potrebbero essere le
politiche di sviluppo nazionali.
L'esempio di Toronto
Se vi chiedete "è possibile produrre altrimenti?" la risposta è "SI".
Ed
è quello che fanno nella stazione DLWC Deep Lake
Water Cooling di Toronto come segnalato dall'articolo
di Repubblica.
In pratica si sfrutta la natura per risparmiare l'energia necessaria a
far andare migliaia di sistemi di condizionamento.
In Canada hanno tratto degli insegnamenti dal black out del 2003, cosa
che in Italia non siamo ancora riusciti a fare dopo il colpo della
notte bianca di Roma!
Possiamo vedere i dettagli dell'impianto direttamente nel sito del
DLWC di
Toronto è bisogna ammettere che l'idea è veramente buona.
Ma ottimo è stato anche l'impegno politico che ha permesso di sviluppare
e applicare una simile soluzione prendendo spunto da un problema (il
blackout) ed ingegnandosi per trovare possibili soluzioni.
Avremo mai tanta lungimiranza qui da noi?
Restate sintonizzati, a breve un'analisi più completa del
documento attualmente disponibile ed una serie di articoli relativi
all'energia, alla sua produzione da varie fonti ed alla sua gestione
"politica".
MarcoP |
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