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I sintomi sono
inquietanti. Forse dovrei sentire il parere di un neurologo o di uno
psichiatra, non so, non ho mai afferrato bene la differenza tra i due.
Quando una persona arriva ad intervistare se stessa, a farsi le domande
dandosi del lei e a rispondersi, che segno è? Dissociazione mentale?
Sdoppiamento della personalità? Schizofrenia? E se questa “intervista”,
poi, diventa un libro, che segno è? Forse è qualcosa di meno grave, ma
ugualmente preoccupante per entità e dimensioni: narcisismo, egolatria,
autocelebrazione, monumento rivolto a se stessi prima di lasciare questo
mondo. Forse può bastare un bravo psicologo.
Era in vendita con il Corriere della Sera. Il prezzo del quotidiano + 4
euro.
Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci.
E’ una donna molto malata ormai. La morte le sta addosso. Quello che
chiama l’Alieno, il cancro che la sta divorando, si è risvegliato
definitivamente. Dovrei andarci cauta, ma è lei stessa a gettarsi nella
mischia, con una violenza verbale ed una vis pugnandi che non risparmia
offese anche pesanti a niente e a nessuno, ma soprattutto a quelli come
me, a quelli che si sono opposti e si oppongono alla politica ed alla
guerra di Bush, a quelli che contestano Berlusconi, la presenza italiana
in Iraq, la legge Bossi-Fini, il muro di Sharon ed i tentativi
d’inserire il riferimento cristiano nella costituzione europea. Per lei
siamo pacifisti arcobalenisti, quindi collaborazionisti, traditori,
antiamericani, antioccidentali, filoislamici e filoterroristi,
fiancheggiatori o, nella migliore delle ipotesi, vigliacchi
menefreghisti o stolti sognatori. Imbecilli senza palle, pronti a
calarsi le braghe di fronte agli immigrati imbratta-monumenti; gente che
non ha capito il concreto pericolo di invasione ed islamizzazione che
minaccia l’Eurabia. Il terrorismo non si combatte con baci ed abbracci,
ma con le palle (scusate, ma è, insieme a “perdio” e “cristo”
l’espressione più ricorrente). Non a caso Oriana è diventata il campione
indiscusso del celodurismo nostrano ed il ministro Castelli ha invitato
a non lasciarla sola a combattere la sua battaglia contro lo straniero
invasore.
La
presunzione e il martirio.
"Nel mio caso il motto «Mens sana in corpore sano» va sostituito col
motto «Mens sana in corpore infirmo». Perché ragiono, scrivo, combatto
come prima e più di prima... Mi fiorì tra le mani La Forza della
Ragione, e quando scrivo un libro io mi comporto come una donna incinta
che pensa al feto nel suo ventre e basta. Non conta che lui. M’accorsi,
sì, che l’Alieno s’era svegliato. Scrivevo e tossivo, scrivevo e
tossivo. Una tossaccia secca, cattiva… Ma anziché correre a Boston o
cercarmi un medico a New York continuai a lavorare…
L’ho già detto, nero su bianco, ne La rabbia e l’Orgoglio: [non voto]
per nessuno. Non mi riconosco in nessuno e non delego a nessuno l’arduo
compito di rappresentarmi.”
Il razzismo
e l’odio.
“Che cosa hanno fatto per impedire che l’Europa diventasse l’Eurabia
cioè una colonia dell’Islam, e l’Italia un avamposto di quella
colonia?!?... Se si escludono alcune battaglie della Lega che però
finisce sempre col cedere ai compromessi, se si esclude l’insufficiente
legge Bossi-Fini che Fini ha macchiato con la sua incostituzionale
proposta di dare il voto all’invasore, le rispondo: ben poco. Gli
sbarchi sono diminuiti, lo ammetto. Però continuano, inesorabili. E se
una barca non ce la fa, ci pensa la nostra Guardia Costiera a darle una
mano…”
I difetti della Sinistra secondo il Fallaci-pensiero: ferocia, mancanza
di civiltà, cannibalismo, l’insopportabile e petulantissimo verde che si
è dichiarato bisessuale, rozzezza, inadeguatezza, mancanza d’idee,
demagogia, Fassino (che pretendeva di darle del “tu”), il vanesio dei
Comunisti italiani con la testa rapata alla Yul Brinner, il terrorismo
intellettuale, il lavaggio cerebrale, e, dulcis in fundo, il calcolato
cinismo con cui ormai alimenta l’invasione islamica…
Bush e
Berlusconi
Non si dichiara sostenitrice di Berlusconi, però ne apprezza
l’involontaria innocenza con cui accolse la sua splendida vittoria
elettorale nel 1994, ed il fatto di essere un uomo intelligente:
“l’autentico successo non nasce dal caso, dalla fortuna. Nasce dal
merito, figlio dell’intelligenza”. Che sia intelligente lo prova,
secondo il Fallaci-pensiero, che sia diventato una delle trenta persone
più ricche del mondo (non la sfiora il dubbio che per diventare molto
ricchi si può anche essere solo molto furbi e/o molto disonesti?) e che
ha avuto un enorme successo come politico improvvisato. Ammira il suo
resistere in piedi, nonostante le ferite inferte dai suoi infidi alleati
e le persecuzioni: dei magistrati, dei banchieri, dei giornalisti, delle
televisioni (!), che egli possiede invano, e di tutti gli italiani che
in genere sono gelosi di chi ha molti soldi, non si assumono mai le
proprie responsabilità e le attribuiscono sempre al potere in carica.
Unico difetto: la presunzione. Conscio delle sue capacità vuole fare
tutto lui e si sostituisce ai vari ministri. Non sa nemmeno scegliersi
collaboratori validi, ovviamente con le palle. Ma per il resto è
coraggioso in politica estera (ha le palle, lui), “ha anche frenato un
po’ le orde dell’avanzata islamica, ripeto. E dulcis in fundo: la
libertà ce l’ha mantenuta…”
Per Bush non impazzisce. Riconosce che non è un’aquila, non è molto
simpatico, anzi, antipatichino e un po’ ignorantello. Però è coraggioso
(anche lui provvisto naturalmente di adeguati attributi), coerente, ha
fatto qualcosa d’importante per combattere il terrorismo (anche se con
la guerra s'è moltiplicato), ma soprattutto, rispetto a Clinton, ha un
grandissimo merito: “non so immaginare Bush che incorna Laura nella
Stanza Ovale… Non so immaginarlo mentre in un simile luogo si sbottona i
pantaloni per fare i suoi comodi con la cicciona…”
Risparmio le accuratissime descrizioni delle decapitazioni e di altre
amene torture inflitte nelle varie parti del mondo, in modo da
ridimensionare Abu Graib, enfatizzato dai media, secondo lei, e non fare
così il gioco degli “ipocriti che osano paragonare una testa mozza con
una testa incappucciata”.
Dov’è andata a finire l’amata Oriana della mia adolescenza non lo so.
La ritrovo per un attimo nell’ultima pagina di questa autointervista, là
dove esprime, più che la paura della morte, affrontata da lei con
dimestichezza e coraggio, la malinconia ed il dispiacere per essere
costretta a lasciare ciò che ama di più.
“Amo troppo la Vita, mi spiego? Sono troppo convinta che la Vita sia
bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli,
vivere il regalo dei regali. Anche se si tratta d’un regalo molto
difficile, molto faticoso. A volte, doloroso.”
Addio Oriana. Senza rancore.
Pubblicato in:
La voce
di Ghismunda. 8 agosto 2004 |
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