agli incroci dei venti agli incroci dei venti agli incroci dei venti

 
 
 
 
 
 

Le donne di Tehran

 
di Denise Faticante

 
 

Leggere Lolita a TehranLe sette ragazze salivano velocemente le scale, buttavano vesti e veli neri, si accomodavano in salotto e iniziavano a respirare. In quel momento tutto si strasformava, scompariva la dittatura, il tenebroso e barbuto potere maschile e rimaneva solo la letteratura. "Il romanzo è come qualcosa da inalare, rimane nei polmoni, dunque cominciate a respirare". Quelle parole venivano dallo loro insegnate, Azar Nafisi, che nel 1997 ha dovuto abbandonare l'università di Tehran, i Khomeini e i Kamenei, guardiani della rivoluzione e ora vive negli Stati Uniti. Qui ha partorito uno splendido romanzo: " Leggere Lolita a Tehran".
In questi giorni le tredici deputate del parlamento dominato dai conservatori hanno dato un calcio a lei a tutte quelle donne che dentro o fuori il paese si battono perché non venga più ipotecata la vita femminile. Le parlamentari hanno votato contro una legge proposta dal governo riformista che mirava a promuovere la parità tra i sessi in campo giuridico, economico e sociale.
Un tradimento che siede negli scranni del palazzo dal quale è giunta un'altra proposta: introdurre una sorta di costume nazionale femminile che si confaccia alle regole islamiche. Un enorme passo indietro per un paese abituato a giocare alle leggi come fossero uno yo-yo.
Le donne iraniane, come le sette studentesse di Tehran, hanno respirato libertà ed emancipazione quando ancora le rivendicazioni femminili erano embrionali in Europa e in America. Nel 1977 viene legalizzato l'aborto. Il 1967 è l'anno in cui molte ragazze possono accedere all'università e conquistare il diritto al voto. Nel 1977 intanto le legge di protezione della famiglia impone l'assenso della prima sposa in caso di ricorso del marito alla poligamia, e l'età minima del matrimonio è fissata a 18 anni.
La rivoluzione del 1979 fa tabula rasa: il regime di Reza Pahlevi viene rovesciato e con la scomparsa dello scià di Persia scende sul volto delle donne iraniane il chador. E con il velo prendono vita violenze, arresti e maltrattamenti nei confronti di chi non si piega alle imposizioni. E poiché la storia insegna che il peggior nemico delle donne ha un volto femminile, nascono a alcune associazioni come "Le sorelle di Zeyanab" o la "Gaschtè" con il compito di redarguire le recalcitranti.
Queste stesse donne oggi occupano, per volere del Consiglio dei Guardiani, le poltrone del potere. E con un voto hanno bocciato la lotta, il coraggio e una vita dignitosa.

d.faticante@reporterassociati.org

Pubblicato in ReporterAssociati 20 Agosto 2004

 
 
 
 
 

HOME

Società

Politica

Arti visive

Lettura

Scrittura

Punto rosa

Legalità

Paesi in guerra

Mondo