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“Sono
ormai quasi cinque milioni nel mondo. Tanti sassolini, messaggi
personali abbandonati nel cyberspazio come bottiglie in mare. Un
fenomeno emblematico della nostra epoca, in cui la sfera personale è
sempre più esibita, la soggettività non si nasconde più, non ci sono più
intellettuali di riferimento e nessuno vuole delegare a qualcun altro il
diritto di sapere. In cui ci si convince che il proprio modo di vedere e
la propria testimonianza valgono quanto quelli di chiunque altro. In cui
si rivendica non solo la propria identità professionale – idraulico,
soldato, manager e così via – ma anche il proprio diritto a parlare di
qualunque cosa.
Così va il blog, grande perturbatore di chi in passato aveva l’autorità
per raccontare la storia del mondo e dargli un senso. Ormai i
professionisti devono sottostare alla concorrenza e internet ribadisce
il suo ideale egualitario, capace di mettere tutti in relazione”.
Jean-Michel Thenard, Libération
"I blog non sono più la prerogativa di studentesse quindicenni che
descrivono nei minimi dettagli come sono vestite… Il diario online si è
affermato nel 2004 – l'anno delle elezioni presidenziali negli Stati
Uniti – come la nuova forma per eccellenza del discorso politico. Serve
a diffondere parole di dissenso, scagliare accuse contro le autorità e
incoraggiare i cittadini a partecipare maggiormente al dibattito
pubblico. Sono i discendenti diretti dei pamphlet politici scritti da
pensatori come per esempio Thomas Paine, che hanno cambiato il mondo…
I sostenitori del potere dei blog credono che lo sviluppo e la
diffusione di questo tipo di comunicazione abbia contribuito a rendere
più democratica la nostra società, perché all'interno della 'blogosfera'
circolano informazioni e idee che non ricadono sotto il controllo dei
grandi gruppi mediatici. Le funzioni svolte dai blogger che si occupano
di politica sono soprattutto due: controllare in modo accurato fatti e
notizie trasmesse da altri e segnalare in maniera preventiva i temi più
scottanti ai mezzi di comunicazione tradizionali.
L'universo dei blog si stratificherà. Un parte assumerà caratteristiche
simili a quelle dei grandi media, ma di certo la loro forza provocatrice
non si spegnerà mai".
Steve McGookin, Financial Times
Condivido gran parte delle affermazioni riportate. Esprimono chiaramente
il modo, mio e di altri, di utilizzare ed interpretare questa ancora
nuova forma di comunicazione che è il blog.
Diario, d’accordo, ma on-line. Quindi pubblico. Pertanto, almeno per me,
più che strumento effusivo del privato più privato, diario delle idee;
dei pensieri, delle opinioni, dei sentimenti che nascono da un vissuto
personale, ovvio, da esperienze individuali di persone e cose, che sono,
però, mezzo e non fine, occasione per e non meta autoreferenziale. In
altre parole: posso partire dal mio umore di oggi, dal mio Lui o dalla
mia Lei, dalla lettura del giornale o dal diverbio col collega, però per
aprirmi agli altri, cercarne conforto o confronto, critiche o
solidarietà.
Il blog è vita in più.
Se mi è concessa l’audacia del paragone, io applicherei a questo
strumento espressivo la definizione che Leopardi trovò per i suoi
“idilli”, quegli splendidi brevi componimenti, come l’Infinito,
che sono tra le cose più belle che abbiamo. “Avventure storiche del suo
animo” li chiamò, ad intendere che scriveva sempre a partire da un
accaduto personale, a volte fatto di niente, come una passeggiata, lo
stare seduto ai piedi d’un albero, di fronte ad una siepe limitante, per
“fingersi” nel pensiero altre realtà, che riguardano tutti, non soltanto
l’io contingente e limitato del momento.
Vedo nel blog così inteso la possibilità di una nuova forma di
soggettività, la cui esibizione, finalmente, riesce ad evitare le
degenerazioni del narcisismo o di un intimismo morboso e compiaciuto,
volto, al più, a suscitare malsane curiosità.
Ci vedo anche di più. E’ una possibilità di comunicazione facile,
concessa a tutti, non solo al grande scrittore o all’autorevole
giornalista.
Il blog è egualitario.
E’ una possibilità di esprimere liberamente la propria opinione,
sfuggendo, nella sua diffusione capillare ed incontrollabile, a forme
sempre ricorrenti di censura.
Il blog è democratico.
E’ una possibilità di diffondere cultura e conoscenze, mettere
sull’avviso, denunciare, prevenire. Interagire.
Il blog può contribuire a cambiare la società.
Forse.
“Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare”.
L’infinito
“Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra filosofia”.
Amleto
La voce di
Ghismunda, 8 gennaio 2005
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