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La morte dell’e-book di Simone Morgagni |
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La
stabilizzazione e il perdurare dell’interfaccia di un oggetto risiedono
nel corretto equilibrio che si è capaci di creare tra le funzioni che si
vogliono ottenere. Esse vanno poi rapportate allo stato di avanzamento
tecnologico e culturale della civiltà che lo ha prodotto. Nel caso del
libro questo equilibrio, frutto di quasi due millenni di evoluzione ed
affinamento, oltrepassa ormai i limiti culturali andando ad imporsi come
modello di riferimento per la lettura di gran parte dei dati scritti
prodotti dall’umanità. Se escludiamo alcuni marginali cambiamenti il
libro è uno dei pochi, forse l’unico oggetto che ha conosciuto una
diffusione mondiale senza rimarcare ripensamenti e modifiche degne di
nota. Si pensa che l’arrivo di nuove tecnologie, capaci di ripensare e
modificare i metodi di ricerca, accesso, consultazione e memorizzazione
dei dati potrebbe modificare questo equilibrio. Tuttavia, pur avendo le
tecnologie digitali ottimizzato senza dubbio le funzioni di
catalogazione, di iscrizione, non è ancora riuscita ad ottimizzare la
lettura dei dati. Le notevoli innovazioni degli schermi piatti, gli
e-book, come altri dispositivi elettronici non sono ancora riusciti a
farci sbarazzare di un oggetto antico come il libro (Sta invece
avvenendo per i metodi di fruizione della musica, alquanto più semplici
di rielaborare e modificare). La scarsa diffusione dell’e-book è sì in
parte dovuta alla difficoltà che la lettura a schermo provoca, ma anche
alla struttura di supporto su cui si basa. Inizialmente essa era stata
pensata come oggetto volumetrico, privo di spazi intra-oggettuali. Già
gli e-book di seconda generazione, composti da un semplice schermo
piatto, ripropongono una divisione tra lo spazio interno e quello
esterno. L’attuale forma li fa somigliare ad oggetti che riproducono in
ogni particolare la modalità di lettura, giungendo sino alla gestualità.
La struttura stessa del libro con la propria dialettica interno-esterno
è quindi ancora la guida per la costruzione delle interfacce dei nuovi
oggetti di scrittura. La struttura stessa del libro e le abitudini da
essa create inducono gli oggetti elettronici a riprodurre e, per quanto
possibile, le funzionalità del libro sino alla sua unità di base, la
pagina. E’ evidente che gli attuali schermi non offrono lo stesso
comfort di lettura della pagina stampata tradizionale. Potrebbe
risultare utile seguire le indicazioni di Gershenfeld che elenca i
seguenti vantaggi del codex rispetto agli oggetti di scrittura
elettronici presenti oggi: |
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