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Incontri letterari del mio tipo

Incontri letterari del mio tipo di Gianfranco Fabbri

 
 

Il partito preso delle cose
 

di Gianfranco Fabbri

 
 

La poetica dell’oggetto è da sempre un tema che mi appassiona molto. Amo chiedere a un oggetto qual è la propria lingua, quale la sua personalità: quale, infine, il proprio modo di comunicare con l’uomo (in particolar modo, con l’uomo-poeta). Una mia raccolta, “Stato di vigilanza”, ormai di prossima pubblicazione, tra gli altri temi, parla parecchio di “oggettistica” e affida al tema in esame una parte congrua di questo dire. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, naturalmente: tali idee sono state già codificate dai francesi, in particolar modo da Francis Ponge, con la raccolta che porta anche nel titolo questo concetto interessante : “Il partito preso delle cose”, del 1942. Parlai già, ai tempi dell’esordio della "Costruzione del verso", del famoso poeta francese. Presentai alcune sue poesie e anche una relativa nota bio-bibliografica. Non sarebbe male ripeterla qui, con parole e intenti diversi. Secondo il mio punto di vista, l’oggetto è forse sede di una sua lingua, del tutto speculare a quella che usiamo noi nell’illustrarlo. Esso (l’oggetto) interfaccia questo il nostro idioma e lo colora di sue, silenziose quanto sostanziali, affermazioni. Ho recentemente trovato alcune interessanti parole di Italo Calvino a proposito di Francis Ponge: sono tratte dal Corriere della sera del giorno 29 luglio 1979. In quell’occasione il nostro grande scrittore ebbe a dire: “Ponge prende un oggetto il più umile, il più quotidiano, e cerca di considerarlo fuori di ogni abitudine percettiva, di descriverlo fuori di ogni meccanismo verbale logorato dall’uso”. Nello stesso articolo, riprende, più avanti, a parlare del poeta francese in questi termini: “Ponge è antropomorfo nel senso d’una immedesimazione nelle cose, come se l’uomo uscisse da se stesso per provare com’è essere cosa. Questo comporta una battaglia con il linguaggio, un continuo tirarlo e rimboccarlo, come un lenzuolo, qua troppo stretto e là troppo largo, il linguaggio che tende sempre a dire troppo poco o a dire troppo : il mezzo indispensabile per tenere insieme soggetto e oggetto”.

Il grande Italo è sempre illuminante, quando si parla di scrittura.
Spesso mi trovo d’accordo con lui e, naturalmente, concordo in pieno con Ponge, di cui amo la tematica e la poetica.
Che sia giunto il tempo di regalare al lettore di oggi –un uomo depresso e impaurito dalle sue troppe affermazioni- il limpido, sottaciuto, ambiguo e sommerso linguaggio degli oggetti? Siano essi caffettiere o portacipria; vecchie biciclette abbandonate o vestiti di persone che non ci sono più?

A noi sta risolvere il quesito e andare avanti nel mondo delle energie più trascurate.

Di Francis Ponge pubblicherò qualche poesia e successivamente una breve nota bio-bibliografica.
 


***
 

La metamorfosi

Puoi torcere al piede gli steli
L’elastico del tuo cuore

Non è come bruco
Che conoscerai i fiori

Quando si annuncia con molteplici segni
La tua corsa verso la felicità

Vibrò e con un sol balzo
Raggiunse le farfalle.

(Aprile 1944)


***

 


Parole sulla carta


Calate, parole, dall’alto dei cieli su questa carta!
Volavate un tempo ... e vi annidavate, semmai, solo
nel marmo.
Gettatevi su questo indegno supporto:
Diffamate, denigrate, straziate questa carta!

Oggi gli scritti volano, come volatili da cortile, e
nidificano soltanto al gabinetto.

Atterrite questa mostruosa proliferazione di uccelli
infermi.

Poi ritornate sui frontoni!

Oh rimpianti colombacci,
Singolari selvatici,
Vivaci e rumorosi,
Di fastigio in fastigio volavate ...

Rinidificherete nel marmo
Per aver calpestato questa carta.
 


**


Francis Ponge (Montpellier, 27.03.1899 – Le Bar-sur-Loup, 06.08.1988), poeta francese, elaborò una poetica attenta a restituire alla parola il suo valore reale, nella ricerca di un rapporto sostanziale con le cose. La sua lucidità nel descrivere gli oggetti ha influenzato il “nouveau roman”.
Opere : “
Il partito preso delle cose” 1942 – “La grande raccolta 1967 – “Pratiche di scrittura” o “L’incompiuto” 1984 –

(nota estrapolata dall’enc. Zanichelli).

 

Pubblicato in La costruzione del verso & altre cose, 30 gennaio 2005

 
 

03/07/2007

 

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