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  Così dice Francesco

 
 
 
 

Il potere

p. Dino Dozzi

 
 
 
 

Che cosa non si fa per il potere! Pare abbia enorme forza di attrazione su tutti, grandi e piccoli, singoli e popoli. E in ogni contesto: in famiglia e in società, in politica e nel lavoro, tra amici e tra avversari, nell’intimità e nel pubblico. Chi è che tiene il mestolo? chi ha il coltello dalla parte del manico? chi comanda? chi conta di più? Fino alla domanda – ingenua, implicita, ma eterna – su chi è il più grande, domanda che si pongono anche i discepoli di Gesù in cammino verso Gerusalemme, un po’ indietro e sottovoce, per non farsi sentire da lui (cf. Mc 9,33-37). Che cosa ne pensa Francesco d’Assisi? Come dice Francesco il potere?

Il potere è servizio
Il sogno originario di Francesco è che “i frati non abbiano alcun potere o dominio soprattutto fra di loro… anzi per carità di spirito volentieri servano e si obbediscano vicendevolmente” (FF 19). Ma anche lui deve presto rassegnarsi a mettere dei responsabili. Il potere è un male necessario. Basta essere in due e praticamente ci vuole qualcuno che comandi. Il problema è il modo di esercitare il potere. Francesco dice che il potere è servizio, va esercitato con rispetto, con umiltà, come lavando i piedi agli altri (FF 152). E mai pensando che il ruolo ricoperto renda più grandi perché “l’uomo quanto vale davanti a Dio, tanto vale e non più” (FF 169). Rammaricarsi quando il potere viene tolto significa aver dimenticato che il potere è servizio e non proprietà privata e che la vera grandezza proviene da altra fonte.

Il potere è pericoloso e conviene evitarlo
Può dare alla testa il potere, può portarti a pensare che sei più grande degli altri. È pericoloso il potere e conviene evitarlo, per quanto possibile. Non faceva problema a Francesco che i primi frati andassero a lavorare presso altri; anzi, questo li teneva in mezzo alla gente e solidali con tutti coloro che devono guadagnarsi da mangiare col proprio lavoro. Ma Francesco raccomanda loro che “non facciano né gli amministratori né i cancellieri, né presiedano… ma siano minori e sottomessi a tutti coloro che sono in quella stessa casa” (FF 24). Non ricoprano dunque incarichi dirigenziali, ma siano sottoposti a tutti. Questione di scelta. Al cardinale Ugolino, amico di Francesco e futuro papa Gregorio IX, che gli chiese “se gradiva che i suoi frati accedessero alle dignità ecclesiastiche” il Santo rispose: “Signore, i miei frati sono stati chiamati minori proprio per questa ragione: che non presumano di diventare maggiori” (FF 1110). Questione di scelta, appunto.

Nessun tipo di potere dà la vera letizia
In quella pagina straordinaria della “vera letizia” – la pagina più francescana di tutti i suoi scritti – Francesco parla di ciò che conta davvero nella vita, di ciò che ti può rendere felice. Nella prima parte dice con tutta chiarezza che né il potere della cultura (“tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine”), né il potere ecclesiastico (“sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e vescovi”), né il potere politico (sono entrati nell’Ordine “perfino il re di Francia e il re d’Inghilterra”), e neppure, infine, il potere evangelico (“i miei frati hanno convertito tutti alla fede… e io posso far molti miracoli”) contano davvero. Il giudizio di Francesco è netto: in nessun tipo di potere “è vera letizia”.
La quale vera letizia sarà invece da lui individuata nel restarsene serenamente di fronte alla porta chiusa del convento dove sono i suoi frati che per tre volte gli dicono “Vattene!” e aggiungono motivi sempre più “cattivi” per il loro rifiuto: è tardi, sei ormai inutile, sei di peso! Sono parole terribili rivolte al loro Fondatore. È la porta simbolica degli altri che resta chiusa, è la porta dell’accettazione, della stima, del rispetto, dell’amore. Restarsene di fronte alla porta chiusa degli altri, accettare serenamente la perdita di ogni potere: “qui è vera letizia”. Ciò che conta davvero nella vita e la rende felice non è il potere – pure necessario e da esercitare come servizio – ma l’amore nell’assoluta gratuità.


Il tema – terzo della serie “Così dice Francesco” – viene approfondito mercoledì 16 febbraio alle ore 17.30 a Ravenna, al Punto d’incontro “Ai Cappuccini”, in via Felicia Rasponi 1.

 
 
 
 

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