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California -
Sapete, chi crede
nella pena di morte e cerca di ottenerla per qualcuno che già in
precedenza aveva deciso di morire, ha perso fin dall'inizio. E' quanto
sta accadendo nel caso di Juan Manuel Alvarez, il venticinquenne
californiano che pare avesse parcheggiato la sua auto sui binari della
ferrovia a Los Angeles al fine di suicidarsi. Alvarez, secondo quanto
riportato dalla stampa, mentre il treno si stava avvicinando perse
improvvisamente il coraggio e scappò dall'auto, restando incolume,
mentre l'impatto del treno con la sua auto causò la morte di 11 persone
e il ferimento di molte altre.
I fautori della pena di morte, incluso il Procuratore della Contea di
Los Angeles, affamato di voti, ritengono che l'esecuzione di Alvarez sia
la pena adatta per il suo comportamento. Secondo la logica dell'occhio-per-occhio-dente-per-dente
contenuta nel Vecchio Testamento a cui si attengono i boia di Stato di
questa Nazione Cristiana, uccidi e verrai ucciso. Ma qual'è esattamente
la pena che infliggi quando uccidi qualcuno che comunque stava cercando
di uccidersi da solo? E' molto probabile che adesso Alvarez, dopo aver
causato tanto dolore e tanta sofferenza, voglia morire ancora più
disperatamente di quanto non lo volesse prima della tragedia. In ogni
caso, voleva comunque morire al punto da provare da solo a togliersi la
vita. Tutto ciò che lo Stato farà iniettandogli nelle vene il cocktail
letale, dopo un processo ad alto profilo e milioni di dollari spesi in
costi legali, sarà dargli una mano a fare ciò che non ha avuto il
coraggio di fare da solo.
Evviva la pena di morte!! Molte delle 4.000 persone detenute nei bracci
della morte vi si trovano perché comunque volevano morire.
A coloro che sostengono che, senza la pena di morte, alcuni assassini
prima o poi tornerebbero in libertà pronti ad uccidere di nuovo, si
potrebbe dire che molte persone sono state e saranno massacrate, in
quanto la pena di morte rappresenta una tentazione per i malvagi, i
quali uccidono per assicurarsi di essere loro stessi puniti con la
morte.
Lasciando da parte il discorso se sia giusto o meno punire, e punire con
la morte, qualcuno che è talmente a pezzi al punto da cercare di
uccidersi parcheggiando la sua auto davanti ad un treno, dov'è il senso
nella sua esecuzione? Ciò di cui ha davvero bisogno è l'aiuto di uno
psichiatra.
Naturalmente, chi commette un crimine del genere, causando, seppur non
intenzionalmente, la morte di quasi una dozzina di persone innocenti,
deve essere punito in modo adeguato. E la società ha il dovere di
proteggersi da un individuo capace di commettere un atto del genere. Ed
è a questo che dovrebbe servire il carcere. Ma ucciderlo, nonostante sia
fuori dubbio che ciò impedirà al signor Alvarez di commettere altre
idiozie simili in futuro, potrebbe incoraggiare altre persone disturbate
come lui a diventare kamikaze.
Molto meglio incarcerare il signor Alvarez per un lungo periodo di
tempo, affinché altri individui che potrebbero avere la stessa idea ci
riflettano bene prima di trovarsi rinchiusi dietro le sbarre per anni e
senza neanche una corda con la quale impiccarsi. Questa soluzione
sicuramente non soddisfa la sete di sangue dei tanti fautori della pena
di morte, ma di certo, tutto sommato, ha molto più senso.
PS: la scomoda verità è che la maggior parte dei Procuratori
Distrettuali, pur essendo vili, non sono stupidi. Come il Procuratore di
Philadelphia, Lynn Abraham, che quasi sempre opta per la pena capitale
nei casi di omicidio. Loro sanno che chiedendo la pena massima fin
dall'inizio, anche quando si rendono conto di non avere neanche una
possibilità di ottenerla, hanno la possibilità di selezionare una giuria
molto più favorevole ad una esecuzione, avendo la facoltà di scartare
tutti coloro che esprimono riserve nei confronti della pena di morte. E
se ciò è vero, è vero anche il resto: le persone condannate alla massima
pena si trovano rinchiuse in un braccio della morte in seguito a
processi altamente inattendibili e manovrati, esattamente l'opposto di
quanto dovrebbe succedere. Ma questa è un'altra storia. [.]
Fonte:
CounterPunch, 28 gennaio 2005
(Dave Lindorff è
l'autore di "Killing
Time", un'indagine
nel caso del condannato a morte Mumia Abu-Jamal. Il suo nuovo libro si
intitola "This Can't be Happening!" ed è pubblicato da Common Courage
Press. Informazioni su questo libro ed altri lavori di Lindorff su:
www.thiscantbehappening.net).
L'autore può essere contattato all'indirizzo
dlindorff@yahoo.com |
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