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Tu paria dai mille occhi Pendragon 2004, di Marisa Zoni |
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Marisa Zoni ha graficamente una scrittura che rassomiglia i versi a piccole pietre colorate inanellate in fili per farne collane; ma nella lettura di questi monili senti una forza, un vigore inusuali. Vigore e forza del colloquio tra persone che s’incontrano al mercato e parlano dei pomidori, o della fame che si pativa durante la guerra, o dell’amore per i figli; o dell’uomo ridens / del nuovo secolo. C’è la grazia di una quotidianità sentita, vissuta e patita attraverso una poesia non numinosa ma luminosa. L’innocenza stralunata con cui porge le cose aumenta la forza del suo dire, rompe gli argini del luogo comune con il semplice dire della parola comune, piena però di una sapienza che le deriva dal guardare con occhi attenti e “sfaldati”, come quelli dei bambini ricordati in una sua bellissima (e durissima) poesia: perché anche lei, come quei bimbi, ha una guerra da narrare.
Salvatore Jemma
Le madri sono secoli
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03/07/2007 |
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