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Digital Divide: nel web riciclando e condividendo.
 

di Marco  Paletta

 
     
 

Post.it a cura di Marco PalettaDopo tanto parlare di sviluppo sostenibile e risparmio energetico, di cultura libera e open source finalmente ora parliamo di qualche esempio concreto.
Lo spunto lo prendiamo dall'articolo pubblicato sul venerdì di Repubblica, relativo al
progetto dei fisici dell'istituto Abdus Salam International Center for Theoretics Physic (ICTP).
 

 

In sostanza sono stati attivati corsi per scienziati, tecnici e studenti africani, asiatici e sudamericani finalizzati a rendere disponibili le tecnologie per attivare accessi ad internet utilizzando materiali di scarto ed a basso costo.
Si insegna infatti a realizzare antenne satellitari ricavandole da lattine vuote, a potenziare i normali apparati WiFi estendendone la portata da poche decine a 500m ed oltre realizzando semplici ponti radio sostituendo le antenne di questi apparati con altre autocostruite con fili di ottone e vecchie lattine d'olio. :-)

Montando poi queste antenne-lattine su una parabola per tv satellitare si riesce a trasmettere il segnale WiFi a 30Km, realizzando quelle infrastrutture che permettono di collegare zone distanti dai centri universitari (che normalmente dispongono di accessi a larga banda, anche satellitari) e rendere disponibile capillarmente gli accessi alla rete anche in assenza di linee telefoniche o tecnologie più costose come l'attuale
WiMAX.
Insomma, un buon progetto operativo che, riciclando ed ingegnandosi su materiali di recupero, compensa le carenze infrastrutturali di paesi che altrimenti resterebbero fuori dal mondo della conoscenza reso disponibile dalla rete internet.
E questo significa anche rendere disponibili le conoscenze condivise a studenti, ricercatori e scienziati di quei paesi che ne hanno più bisogno per non restare vittime dell'isolamento culturale.
Trovate l'elenco dei workshops e dei corsi organizzati dall'ICTP su questa pagina.
E' da notare che tutti i materiali sul sito sono sottoposti a creativecommons!
:-)

Analogo spirito anima i progetti del Fossfa, Free and Open Source Software Foundation for Africa, dove troviamo dei corsi su linux, sul networking e sul wireless con dell'ottima documentazione allegata.
Uno degli operatori che ritroviamo in tutti questi progetti collaborativi è il Dr. Carlo Fonda (1) e, correttamente, segnaliamo tra i suoi contributi anche le Lectures ed i suoi vecchi bookmark.
:-)

Qui un ulteriore esempio di cosa si possa fare in Africa, anche nel settore dell'educazione.

Condividere e...
Anche da punto-informatico, vera miniera di info, possiamo iniziare una navigazione nelle periferie tecno-alternative romane, molto attive negli ultimi anni nel settore delle nuove tecnologie e del free software.
L'esperienza del centro sociale AuroeMarco di Spinaceto infatti andrebbe replicata per favorire un vero abbattimento del digital-divide che parta dal basso, quindi dalle necessità della gente.
Un reale esempio di condivisione delle conoscenze che vengono messe a disposizione in modo chiaro e libero.
Nelle definizioni che danno del loro Spinacity MediaLab ne troviamo una particolarmente interessante:
 

E' intelligenza diffusa e collettiva che si sottrae al mercato e alle sue leggi.
Condividere menti e strumenti, negoziare visioni e analisi, divertirsi.
La nostra intelligenza e' anche tua.

Spinacity Medialab è chi lo fa, potresti essere tu.

 

Apertura completa al territorio quindi e sovvertimento delle regole, quando le stesse sono opprimenti ed ingiustificate.
Ma anche uso delle tecnologie di mercato, quando queste sono disponibili ed utili ai fini comuni, come si può facilmente vedere dallo schema della rete del MediaLab dove si evidenzia l'uso del network fastweb per interconnettere i vari centri sociali (via VPN) ed accedere ad internet a banda larga.
Interessante il tentativo di dare vita ad un archivio documentale proprio, ma comunque free come distribuzione, partendo dalla traduzione di documenti originali in inglese.
Il taglio non è propriamente divulgativo, nel senso che almeno per i primi materiali disponibili si sono scelti documenti piuttosto tecnici e non si sono appesantiti con spiegazioni ulteriori gli originali.
Diciamo che è un buon inizio; sicuramente un settore di cui attualmente ci si occupa raramente e che, opportunamente integrato con i corsi che il MediaLab mette a disposizione di tutti, può sicuramente dare buoni frutti nel campo della diffusione delle conoscenze.
Da tenere d'occhio anche l'esperienza collegata di wiki sul wireless, un progetto ancora giovane ma che ha l'ambizione di diventare uno dei punti di riferimento per quanto riguarda le reti senza fili.
Tenendo presente quanta parte del nostro paese ancora non dispone della banda larga su doppino e fibra (perchè apparentemente poco economico raggiungere zone sperdute o con pochi clienti potenziali) e delle inerzie degli enti pubblici che ne dovrebbero favorire la diffusione, ma che sono sempre alle prese con tagli di bilancio, potrebbe rivelarsi un settore in cui le intelligenze collettive e le mobilitazioni dal basso potrebbero svolgere un ruolo dirompente di socialità e saperi diffusi.
Non è un caso che tutto sia bloccato attualmente da regole particolarmente restrittive relative all'uso del WiFi al di fuori delle singole proprietà private.
La situazione si dovrebbe sbloccare quando, con la disponibilità del WiMAX (50Km di raggio operativo) scatteranno gli interessi delle grandi Telcom, che premeranno per la modifica legislativa aprendo spazi anche per diffuse reti sociali autogestite.
Intanto preparariamo le persone, poi al momento giusto reinvestiamo le conoscenze...
:-)

L'ultima tappa di questo nostro navigare è il progetto OpenCD, curato nella sua nazionalizzazione dagli studenti del PoliTO e da alcuni colleghi.

 

 

Il Cd contiene una selezione di ottimo software open source in ambiente windows, completamente gratuito nell'utilizzo sia scolastico che privato.
Può rappresentare un primo passo da compiere nelle nostre scuole per spingere l'adozione del free software, anche dove non si abbia la voglia di passare gradualmente a linux neanche con un percorso guidato via live-cd.
Possiamo leggere l'intervista a Francesca Campora, dove la collega, insegnante a Bologna, motiva le ragioni delle sue scelte didattiche in favore del free software.
Dopo queste letture, per chi fosse interessato ad iniziare ad operare con linux ed il software libero nel mondo della scuola, si consiglia di provare a seguire uno dei molti corsi in via di attivazione nell'ambito del progetto Enis 2005.
Li trovate dettagliatamente esposti nella sezione progetti del sito Enis, anche se per conoscere le varie date di inizio dovrete far riferimento ai siti delle scuole che li propongono.

Che dire... buon viaggio!
;-)

 

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11/06/05

 

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