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Dopo
tanto parlare di sviluppo sostenibile e risparmio energetico, di cultura
libera e open source finalmente ora parliamo di qualche esempio
concreto.
Lo spunto lo prendiamo dall'articolo pubblicato sul venerdì di
Repubblica, relativo al
progetto
dei fisici dell'istituto Abdus Salam International Center for Theoretics
Physic (ICTP).
In sostanza sono stati attivati corsi per
scienziati, tecnici e studenti africani, asiatici e sudamericani
finalizzati a rendere disponibili le tecnologie per attivare accessi ad
internet utilizzando materiali di scarto ed a basso costo.
Si insegna infatti a realizzare antenne
satellitari ricavandole da lattine vuote, a potenziare i normali
apparati WiFi
estendendone la portata da poche decine a 500m ed oltre realizzando
semplici ponti radio sostituendo le antenne di questi apparati con altre
autocostruite con fili di ottone e vecchie lattine d'olio. :-)
Montando poi queste antenne-lattine su una parabola per tv satellitare
si riesce a trasmettere il segnale WiFi a 30Km, realizzando quelle
infrastrutture che permettono di collegare zone distanti dai centri
universitari (che normalmente dispongono di accessi a larga banda, anche
satellitari) e rendere disponibile capillarmente gli accessi alla rete
anche in assenza di linee telefoniche o tecnologie più costose come
l'attuale WiMAX.
Insomma, un buon progetto operativo che, riciclando ed ingegnandosi su
materiali di recupero, compensa le carenze infrastrutturali di paesi che
altrimenti resterebbero fuori dal mondo della conoscenza reso
disponibile dalla rete internet.
E questo significa anche rendere disponibili le conoscenze condivise a
studenti, ricercatori e scienziati di quei paesi che ne hanno più
bisogno per non restare vittime dell'isolamento culturale.
Trovate l'elenco dei workshops e dei corsi organizzati dall'ICTP su
questa pagina.
E' da notare che tutti i materiali sul sito sono sottoposti a
creativecommons! :-)
Analogo spirito anima i progetti del
Fossfa, Free and Open
Source Software Foundation for Africa, dove troviamo dei
corsi su
linux, sul networking e sul wireless con dell'ottima
documentazione
allegata.
Uno degli operatori che ritroviamo in tutti questi progetti
collaborativi è il Dr.
Carlo Fonda (1)
e, correttamente, segnaliamo tra i suoi contributi anche le
Lectures ed i suoi vecchi
bookmark. :-)
Qui un ulteriore esempio di cosa si possa fare in
Africa, anche nel
settore dell'educazione.
Condividere e...
Anche da
punto-informatico, vera miniera di info, possiamo iniziare una
navigazione nelle periferie tecno-alternative romane, molto attive negli
ultimi anni nel settore delle nuove tecnologie e del free software.
L'esperienza del centro sociale
AuroeMarco di
Spinaceto infatti andrebbe replicata per favorire un vero abbattimento
del digital-divide
che parta dal basso, quindi dalle necessità della gente.
Un reale esempio di condivisione delle conoscenze che vengono messe a
disposizione in modo chiaro e libero.
Nelle definizioni che danno del loro Spinacity
MediaLab
ne troviamo una particolarmente interessante:
E' intelligenza diffusa e collettiva che si
sottrae al mercato e alle sue leggi.
Condividere menti e strumenti, negoziare visioni e analisi, divertirsi.
La nostra intelligenza e' anche tua.
Spinacity Medialab è chi lo fa, potresti essere tu.
Apertura completa al
territorio quindi e sovvertimento delle regole, quando le stesse sono
opprimenti ed ingiustificate.
Ma anche uso delle tecnologie di mercato, quando queste sono disponibili
ed utili ai fini comuni, come si può facilmente vedere dallo
schema
della rete del MediaLab dove si evidenzia l'uso del network fastweb per
interconnettere i vari centri sociali (via
VPN) ed accedere ad internet a banda larga.
Interessante il tentativo di dare vita ad un archivio documentale
proprio, ma comunque free come distribuzione, partendo dalla traduzione
di documenti originali in inglese.
Il taglio non è propriamente divulgativo, nel senso che almeno per i
primi materiali disponibili si sono scelti documenti piuttosto tecnici e
non si sono appesantiti con spiegazioni ulteriori gli originali.
Diciamo che è un buon inizio; sicuramente un settore di cui attualmente
ci si occupa raramente e che, opportunamente integrato con i corsi che
il MediaLab mette a disposizione di tutti, può sicuramente dare buoni
frutti nel campo della diffusione delle conoscenze.
Da tenere d'occhio anche l'esperienza collegata di
wiki sul wireless, un progetto ancora giovane ma che ha l'ambizione
di diventare uno dei punti di riferimento per quanto riguarda le reti
senza fili.
Tenendo presente quanta parte del nostro paese ancora
non dispone della banda larga su doppino e fibra (perchè
apparentemente poco economico raggiungere zone sperdute o con pochi
clienti potenziali) e delle inerzie degli enti pubblici che ne
dovrebbero favorire la diffusione, ma che sono sempre alle prese con
tagli di bilancio, potrebbe rivelarsi un settore in cui le intelligenze
collettive e le mobilitazioni dal basso potrebbero svolgere un ruolo
dirompente di socialità e saperi diffusi.
Non è un caso che tutto sia bloccato attualmente da regole
particolarmente restrittive relative all'uso del WiFi al di fuori delle
singole proprietà private.
La situazione si dovrebbe sbloccare quando, con la disponibilità del
WiMAX (50Km di raggio operativo) scatteranno gli interessi delle grandi
Telcom, che premeranno per la modifica legislativa aprendo spazi anche
per diffuse reti sociali autogestite.
Intanto preparariamo le persone, poi al momento giusto reinvestiamo le
conoscenze...
:-)
L'ultima tappa di questo nostro navigare è il progetto
OpenCD, curato nella sua
nazionalizzazione dagli
studenti del PoliTO e da alcuni
colleghi.
Il Cd contiene una
selezione di ottimo software open source in ambiente windows,
completamente gratuito nell'utilizzo sia scolastico che privato.
Può rappresentare un primo passo da compiere nelle nostre scuole per
spingere l'adozione del free software, anche dove non si abbia la voglia
di passare gradualmente a linux neanche con un percorso guidato via
live-cd.
Possiamo leggere l'intervista
a Francesca Campora,
dove la collega, insegnante a Bologna, motiva le ragioni delle sue
scelte didattiche in favore del free software.
Dopo queste letture, per chi fosse interessato ad iniziare ad operare
con linux ed il software libero nel mondo della scuola, si consiglia di
provare a seguire uno dei molti corsi in via di attivazione nell'ambito
del progetto
Enis
2005.
Li trovate dettagliatamente esposti nella sezione
progetti del sito Enis,
anche se per conoscere le varie date di inizio dovrete far riferimento
ai siti delle scuole che li propongono.
Che dire... buon viaggio!
;-)
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