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contro la pena di morte

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Vinceremo
 

di David Atwood
Traduzione di Arianna Ballotta

 
 

Discorso di David Atwood, fondatore, membro del Direttivo e gia’ presidente della Coalizione Texana contro la Pena di morte tenuto a Modena il 14 maggio 2005.


E’ un onore per me essere qui oggi insieme a voi. Sono venuto col cuore colmo di gioia, ma al tempo stesso di tristezza. Gioia perche’ e’ meraviglioso essere qui insieme a persone davvero impegnate in difesa dei diritti umani e che tanto si danno da fare per aiutarci nella lotta per ottenere l’abolizione della pena di morte negli Stati Uniti d’America. Ma anche tristezza, perche’ una nuvola nera sta oscurando il cieli americani in termini di diritti umani. Una volta si guardava al mio Paese come ad un faro luminoso che indicava la giusta via e promuoveva la difesa dei diritti dell’uomo. Ora, purtroppo, siamo diventati un Paese che pare aver accettato come pratica gli abusi nei confronti dell’uomo. Stiamo gettando vergogna su noi stessi non soltanto per il modo in cui trattiamo i prigionieri nelle nostre stesse carceri, ma anche per il trattamento che riserviamo ai detenuti in altre parti del mondo, come ad esempio in Iraq, in Afghanistan, a Guantanamo (Cuba). Gli Stati Uniti d’America sono l’unico Paese industrializzato dell’Occidente che ancora pratica la pena capitale. Dal 1976 ad oggi abbiamo giustiziato circa 1000 persone e, ad oggi, sono piu’ o meno 3500 i prigionieri in attesa di esecuzione nei bracci della morte statunitensi.
E che dire del Texas, lo Stato da cui provengo io? Il Texas mette a morte piu’ persone di qualsiasi altro Stato americano. Dal momento del ripristino della pena capitale nello Stato nel 1982 al 30 aprile 2005 abbiamo giustiziato 342 persone, cioe’ oltre un terzo di tutte le persone giustiziate negli Stati Uniti d’America. E nel nostro braccio della morte ci sono al momento 400 detenuti, quasi tutti poveri e senza aver avuto mai la possibilita’ di incaricare della propria difesa un buon avvocato. Il nostro sistema di giustizia penale e’ infettato dal razzismo. Non e’ un caso che la maggior parte delle esecuzioni degli Stati Uniti d’America vengano portate a termine negli Stati del sud, quelli dove una volta esisteva la schiavitu’. Molte delle persone condannate a morte sono affette da gravi patologie mentali, molte hanno subìto abusi e sono state trascurate fin dalla piu’ tenera eta’.
Ma c’e’ un raggio di sole nella valle scura nella quale ci troviamo. Recentemente la Corte Suprema ha escluso le persone affette da ritardo mentale e quelle con meno di 18 anni all’epoca del reato dall’applicazione della pena di morte e stiamo riscontrando una sempre maggiore riluttanza da parte delle giurie ad imporre la pena capitale. Inoltre, sono sempre di piu’ le persone che si preoccupano dell’equita’ del sistema di giustizia penale e che temono che possano venire giustiziate anche persone innocenti. Siamo molto grati per questi cambiamenti di tendenza, che sono il risultato del lavoro duro di tante persone. Ma c’e’ ancora molto da fare nella lotta per la giustizia.
Personalmente presi coscienza del problema della pena capitale nel corso del mio lavoro nell’ambito della Chiesa Cattolica, ma sono diventato un accanito abolizionista dopo aver visitato alcuni prigionieri nel braccio della morte, dopo essere diventato loro amico ed aver colto la loro umanita’.
La prima persona da me visitata nel braccio della morte si chiamava Richard Wayne Jones, che era un caro amico di Arianna Ballotta e Biagio Santoro, i fondatori della Coalizione Italiana contro la Pena di Morte. C’erano prove sostanziali dell’innocenza di Richard, ma cio’ non fece alcuna differenza per le autorita’ dello Stato del Texas, le quali vogliono che le esecuzioni procedano anche in presenza di seri dubbi in merito alla colpevolezza del condannato o all’equita’ del procedimento legale. In seguito ho vistato James Allridge e Dominique Green, due uomini afroamericani chiaramente riabilitati nel corso della detenzione. Purtroppo la riabilitazione non impedisce allo Stato del Texas o ad alcun altro Stato americano di procedere con l’esecuzione di una persona condannata. Questi tre uomini, Richard, James e Dominique sono stati gia’ giustiziati.
Bill Pelke ed io abbiamo assistito insieme all’esecuzione di James Allridge nell’agosto scorso. Poi ho assistito all’esecuzione di Dominique Green e a quella di Dennis Bagwell. Avendolo provato di persona, posso dire di non aver mai assistito a niente di peggiore in tutta la mia vita. Immaginate di legare ad un lettino un essere umano in cui la vita pulsa e poi di pompare del veleno nelle sue vene e di vederlo morire. Le esecuzioni alle quali ho assistito mi hanno toccato e ferito nel profondo. Quegli uomini erano miei amici. Erano essere umani, persone la cui vita aveva un valore. Chi siamo per sostituirci a Dio? Non ne abbiamo alcun diritto!
Vorrei raccontarvi brevemente cosa accade il giorno di un’esecuzione in Texas. Prima di tutto il detenuto puo’ ricevere le visite dei famigliari e degli amici, fino a mezzogiorno, poi viene trasportato in catene dal braccio della morte di Livingston al carcere dove avvengono le esecuzioni che si trova ad Huntsville. Qui il detenuto puo’ incontrare i suoi legali e i consiglieri spirituali, nonche’ fare un’ultima telefonata alla famiglia e agli amici. Verso le 17 viene servito l’ultimo pasto ed in seguito, cioe’ verso le 18, il condannato viene portato nella camera della morte, viene legato ad un lettino e gli vengono inseriti dei cateteri venosi in entrambe le braccia. I testimoni all’esecuzione entrano nelle apposite salette quando il detenuto e’ gia’ legato al lettino e dopo l’inserimento dei cateteri. I testimoni, quindi, vedono il detenuto gia’ pronto per l’esecuzione. Le uniche persone nella camera della morte, oltre al detenuto, sono il direttore ed il cappellano. Il detenuto puo’ vedere i testimoni al di la’ del vetro e puo’ rilasciare un’ultima dichiarazione con l’ausilio di un microfono posto all’altezza della sua bocca. Al termine delle parole del detenuto, il direttore del carcere da’ il via all’esecuzione e in quel momento le sostanze chimiche iniziano ad entrare nelle vene del condannato. La prima sostanza e’ il tiopentale sodico, che ha funzione sedativa e provoca perdita di coscienza. La seconda e’ il bromuro di curaro, che provoca paralisi muscolare. E la terza e’ cloruro di potassio, che provoca l’arresto del battito cardiaco. Tutto cio’ accade davanti ai vostri occhi: una vita pulsante viene spezzata. E’ un’esperienza devastante per i testimoni e credo si tratti di cattiveria allo stato puro.
Il fatto e’ che non dovremmo giustiziare nessuno. Ai governi non dovrebbe essere permesso. Ci sono molte valide ragioni per l’abolizione totale della pena di morte e mi limitero’ ad elencarne alcune:
1) la vita umana e’ preziosa, la vita di tutti e’ sacra. La pena capitale rappresenta il piu’ grave degli abusi nei confronti dei diritti dell’uomo;
2) la pena di morte non e’ necessaria per proteggere la societa’. I pericolosi criminali possono essere incarcerati fino al momento in cui non rappresentano piu’ un pericolo per la societa’;
3) i sistemi di giustizia penale sono imperfetti. Molte persone condannate a morte in realta’ non erano colpevoli. I sistemi di giustizia penale non potranno essere migliorati mai abbastanza da diventare perfetti ed equi;
4) molte persone condannate a morte hanno subìto abusi e sono state trascurate fin dalla piu’ tenera eta’, oppure sono affette da gravi problemi mentali. Spesso la nostra societa’ non ha offerto a queste persone alcun aiuto. Non le abbiamo aiutate quando avevano bisogno, ma non esitiamo ad ucciderle in seguito quando accade qualcosa;
5) la maggior parte dei crimini commessi da coloro che affollano i nostri bracci della morte sono stati commessi sotto l’influenza di droghe o di sostanze alcoliche. Durante la detenzione, spesso i detenuti cambiano e dimostrano di provare rimorso per i crimini commessi. La persona che lo Stato uccide non e’ la stessa che aveva commesso il crimine molti anni prima;
6) la pena di morte crea altre vittime e continua il ciclo violento nell’ambito della nostra societa’. Se vogliamo davvero ridurre la violenza, dobbiamo per primi smettere di essere violenti!
Per riepilogare, l’applicazione della pena capitale ai giorni nostri, nel nostro Paese così come in qualsiasi altro Paese del mondo non e’ giustificabile. Ci stiamo dando da fare seriamente per ottenere l’abolizione di questa pratica. Lo facciamo informando i cittadini, parlando con le autorita’ governative, partecipando alle proteste, tenendo conferenze stampa e scrivendo articoli sui giornali. Potete aiutarci scrivendo lettere alle autorita’ texane ed unendovi a noi al boicottaggio dei prodotti texani. Date un’occhiata al nostro sito web www.tcadp.org  per ulteriori informazioni.
Siamo molto grati agli amici italiani per l’aiuto che ci danno nel tentativo di fare del mondo un luogo migliore dove vivere. In fondo, siamo tutti fratelli e sorelle, siamo una sola famiglia che unita lotta per creare un mondo migliore, un luogo dove la vita sia considerata sacra e dove i diritti umani abbiano un valore e siano una delle linee guida per il comportamento del genere umano. Vinceremo, perche’ siamo dalla parte della giustizia e della compassione, e quando la pieta’ e la giustizia si uniscono, e’ impossibile fallire.
Vorrei concludere citando tre cose in merito alla giustizia dette da grandi eroi americani, fra cui Martin Luther King, Jr., nelle quali io credo fermamente:
- “non puo’ esistere giustizia senza pieta’”.
In Texas il nostro sistema di giustizia penale e’ sprovvisto di pieta’ come lo e’ di luce una notte senza luna;
- “l’ingiustizia, ovunque perpetrata, e’ una minaccia alla giustizia per tutti”.
Ecco perche’ e’ così importante che lottiamo uniti contro le ingiustizie in Texas, negli Stati Uniti d’America e in qualunque altra parte del mondo dove cio’ sia necessario;
- “posticipare la giustizia e’ come negarla”.
Ecco perche’ importante ottenere in fretta l’abolizione della pena di morte. In Texas, ad esempio, sappiamo che per ogni anno in cui la pena capitale continua ad esistere, altre persone moriranno.
Amici, apprezziamo il vostro aiuto e il vostro affetto.
Insieme vinceremo.

David Atwood
 

 

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28/05/05

 

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