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  A Francesco, con simpatia

 
 
 
 

Al termine del ciclo di incontri mensili “Così dice Francesco…”, organizzato dal “Punto di incontro Ai Cappuccini” di Ravenna dal 15 dicembre 2004 al 18 maggio 2005, i collaboratori laici di Padre Dino Dozzi inviano la seguente riflessione conclusiva.

 
 
 
 

Avvicinarci a Francesco attraverso le sue stesse parole, a poco a poco, nel corso di questi mesi, per noi collaboratori laici del “Punto d’incontro Ai Cappuccini” ma anche amici di vecchia data, ha avuto più di un significato. Innanzitutto quello di soddisfare un bisogno comune e vivo, ma forse nemmeno mai tra di noi confessato, di cercare testimonianza di semplicità e genuinità di pensiero sentimento e vita, per ridimensionare il peso della complessità, dell’eccesso e della vanità del nostro essere e vivere oggi, in Occidente.
Inoltre, per la finalità stessa attribuita alla serie dei sei ’”incontri per dialogare” ( verifica della possibile attualizzazione del messaggio francescano), il percorso sulle tracce di Francesco ci ha dato modo di confrontare il nostro punto di vista laico con quello dei credenti presenti, diversi dei quali appartenenti all’Ordine Francescano Secolare, e lo scambio ha offerto stimoli alla riflessione critica, pensiamo reciproca.
La scelta di “creare contesto” storico, culturale e di costume, alle parole di Francesco in lettura diretta e commentate con calore e chiarezza da Padre Dino, e insieme di “fare riscontro” con l’attualità , attraverso una presentazione organica di immagini in videoproiezione (miniature medievali, vivaci, estremamente comunicative, artistiche da un lato e dall’altro fotografie trascelte per efficacia emblematica) ci ha spronato ad un lavoro di ricerca e di studio, interessante e collaborativo.
I temi affrontati da dicembre a maggio, nell’ordine il Natale, la diversità, il potere, la donna, la natura, il lavoro, concordati assieme a padre Dino e a Giovanni Dalla Casa, ministro dell’OFS, ma con particolare nostra pressione perché giudicati “grandi temi” di interesse per una platea variegata e aperta, si sono effettivamente rivelati temi di grossa portata e ci siamo poi resi conto che forse noi collaboratori non siamo stati all’altezza di un approfondimento adeguato, certamente non esaustivo. Speriamo tuttavia di aver creato le condizioni per rintracciare o rinverdire la memoria di Francesco alla luce di nuovi stimoli, di aver suscitato spirito critico, dubbio, sull’affannata, grave, contraddittoria realtà attuale.
E Francesco? Che cosa ha significato per noi laici l’incontro ravvicinato con uno dei più famosi Santi della nostra storia religiosa? Lo abbiamo considerato una preziosa occasione di scoperta, di conoscenza, al di là dell’aneddotica memorizzata dai tempi del catechismo, più profonda della lettura scolastica e pur apprezzata del Cantico di Frate Sole, più veritiera del patinato e pur coinvolgente film di Zeffirelli. Già dai fugaci contatti della nostra giovinezza il Santo di Assisi ci sembrava affascinante, coraggioso per la svolta impressa alla sua vita, simpatico per il suo conversare con uccelli, pesci e perfino con il lupo, ammirevole per la sua coerente vita in povertà e preghiera…Oggi, dopo questa incursione ancora troppo fugace, ma più consapevole e attenta, nel suo intenso e prepotente mondo interiore e nella sua vita fervida e coerente, abbiamo riconfermato la nostra “simpatia” per lui. Ci pare che Francesco possa effettivamente ancor oggi “dire qualcosa”, rappresentare una figura di riferimento forte anche per i giovani del nostro tempo, porsi come esempio di valori da condividere. Da un punto di vista laico c’è sentimento di rispettosa attenzione e di incredulo stupore davanti al suo entusiastico e tenero amore per il Bambinello di Greccio, per la sua profonda immedesimazione nel Cristo sofferente, per la sua riconoscenza gaudiosa a Dio che dà la vita e la morte. Ma c’è anche una spontanea adesione a molti comportamenti da lui adottati, ai tanti valori, alle raccomandazioni, alle regole di vita che prospetta ai suoi Frati innanzitutto e alle genti a cui predica, che possono essere considerati validi anche per le comunità laiche e per la società odierne, a fondamento di quell’etica civile e sociale, di quell’umanesimo solidale che in tanti oggi invocano, anche fasce di giovani “alla ricerca”, sazi del superfluo.
Inevitabilmente i condizionamenti dell’età storica e così pure la destinazione prevalentemente diretta alla popolazione dell’Ordine da lui fondato lasciano segni nelle sue parole e nelle testimonianze scritte su di lui, ma nel complesso frequentando Francesco si fa un salutare cammino. Si dà senso alla festa del Natale con l’abbondanza della generosità di spirito; ci si adopera fattivamente nella comunità per i malati e gli emarginati; si dialoga con i diversi nel pensiero e nella fede parlando la loro lingua, mettendosi nei loro panni; si raccomanda la gestione del potere come servizio; si apprezza una sensibilità “femminile” che facilita il rapporto fra uomo e donna; si coglie il rispetto e la vicinanza dell’uomo alla natura; si dà dignità al lavoro, anche al lavoro manuale, purché onesto … Con la nostra “lettura” abbiamo messo a fuoco alcuni frammenti della singolare personalità di Francesco, un border-line del Duecento ( anche Padre Dino ci ha consentito di chiamarlo così, amichevolmente) con cui abbiamo simpatizzato e che vale la pena di conoscere meglio.

Laura Montanari, Donatella Senno, Roberto Tonelli, Laura Triossi

 

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28/05/05

 

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