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Avvicinarci a Francesco attraverso le sue stesse parole, a poco a poco,
nel corso di questi mesi, per noi collaboratori laici del “Punto
d’incontro Ai Cappuccini” ma anche amici di vecchia data, ha avuto più
di un significato. Innanzitutto quello di soddisfare un bisogno comune e
vivo, ma forse nemmeno mai tra di noi confessato, di cercare
testimonianza di semplicità e genuinità di pensiero sentimento e vita,
per ridimensionare il peso della complessità, dell’eccesso e della
vanità del nostro essere e vivere oggi, in Occidente.
Inoltre, per la finalità stessa attribuita alla serie dei sei ’”incontri
per dialogare” ( verifica della possibile attualizzazione del messaggio
francescano), il percorso sulle tracce di Francesco ci ha dato modo di
confrontare il nostro punto di vista laico con quello dei credenti
presenti, diversi dei quali appartenenti all’Ordine Francescano
Secolare, e lo scambio ha offerto stimoli alla riflessione critica,
pensiamo reciproca.
La scelta di “creare contesto” storico, culturale e di costume, alle
parole di Francesco in lettura diretta e commentate con calore e
chiarezza da Padre Dino, e insieme di “fare riscontro” con l’attualità ,
attraverso una presentazione organica di immagini in videoproiezione
(miniature medievali, vivaci, estremamente comunicative, artistiche da
un lato e dall’altro fotografie trascelte per efficacia emblematica) ci
ha spronato ad un lavoro di ricerca e di studio, interessante e
collaborativo.
I temi affrontati da dicembre a maggio, nell’ordine il Natale, la
diversità, il potere, la donna, la natura, il lavoro, concordati assieme
a padre Dino e a Giovanni Dalla Casa, ministro dell’OFS, ma con
particolare nostra pressione perché giudicati “grandi temi” di interesse
per una platea variegata e aperta, si sono effettivamente rivelati temi
di grossa portata e ci siamo poi resi conto che forse noi collaboratori
non siamo stati all’altezza di un approfondimento adeguato, certamente
non esaustivo. Speriamo tuttavia di aver creato le condizioni per
rintracciare o rinverdire la memoria di Francesco alla luce di nuovi
stimoli, di aver suscitato spirito critico, dubbio, sull’affannata,
grave, contraddittoria realtà attuale.
E Francesco? Che cosa ha significato per noi laici l’incontro
ravvicinato con uno dei più famosi Santi della nostra storia religiosa?
Lo abbiamo considerato una preziosa occasione di scoperta, di
conoscenza, al di là dell’aneddotica memorizzata dai tempi del
catechismo, più profonda della lettura scolastica e pur apprezzata del
Cantico di Frate Sole, più veritiera del patinato e pur coinvolgente
film di Zeffirelli. Già dai fugaci contatti della nostra giovinezza il
Santo di Assisi ci sembrava affascinante, coraggioso per la svolta
impressa alla sua vita, simpatico per il suo conversare con uccelli,
pesci e perfino con il lupo, ammirevole per la sua coerente vita in
povertà e preghiera…Oggi, dopo questa incursione ancora troppo fugace,
ma più consapevole e attenta, nel suo intenso e prepotente mondo
interiore e nella sua vita fervida e coerente, abbiamo riconfermato la
nostra “simpatia” per lui. Ci pare che Francesco possa effettivamente
ancor oggi “dire qualcosa”, rappresentare una figura di riferimento
forte anche per i giovani del nostro tempo, porsi come esempio di valori
da condividere. Da un punto di vista laico c’è sentimento di rispettosa
attenzione e di incredulo stupore davanti al suo entusiastico e tenero
amore per il Bambinello di Greccio, per la sua profonda immedesimazione
nel Cristo sofferente, per la sua riconoscenza gaudiosa a Dio che dà la
vita e la morte. Ma c’è anche una spontanea adesione a molti
comportamenti da lui adottati, ai tanti valori, alle raccomandazioni,
alle regole di vita che prospetta ai suoi Frati innanzitutto e alle
genti a cui predica, che possono essere considerati validi anche per le
comunità laiche e per la società odierne, a fondamento di quell’etica
civile e sociale, di quell’umanesimo solidale che in tanti oggi
invocano, anche fasce di giovani “alla ricerca”, sazi del superfluo.
Inevitabilmente i condizionamenti dell’età storica e così pure la
destinazione prevalentemente diretta alla popolazione dell’Ordine da lui
fondato lasciano segni nelle sue parole e nelle testimonianze scritte su
di lui, ma nel complesso frequentando Francesco si fa un salutare
cammino. Si dà senso alla festa del Natale con l’abbondanza della
generosità di spirito; ci si adopera fattivamente nella comunità per i
malati e gli emarginati; si dialoga con i diversi nel pensiero e nella
fede parlando la loro lingua, mettendosi nei loro panni; si raccomanda
la gestione del potere come servizio; si apprezza una sensibilità
“femminile” che facilita il rapporto fra uomo e donna; si coglie il
rispetto e la vicinanza dell’uomo alla natura; si dà dignità al lavoro,
anche al lavoro manuale, purché onesto … Con la nostra “lettura” abbiamo
messo a fuoco alcuni frammenti della singolare personalità di Francesco,
un border-line del Duecento ( anche Padre Dino ci ha consentito di
chiamarlo così, amichevolmente) con cui abbiamo simpatizzato e che vale
la pena di conoscere meglio.
Laura
Montanari, Donatella Senno, Roberto Tonelli, Laura Triossi
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