|
Il 22 aprile scorso
Mumia Abu-Jamal, attivista detenuto in Pennsylvania, e’ riuscito a far
ascoltare la sua conferenza “Da Attica ad Abu Ghraib” via mp3.
Ex Black Panther, Abu-Jamal e’ stato giudicato colpevole e condannato a
morte per l’omicidio di un agente di polizia sulla base di prove
scandalosamente contraddittorie. Per ulteriori informazioni sui suoi
scritti e discorsi vi invitiamo a visitare il sito
http://www.prisonradio.org
Quando pensiamo alle atrocita’ commesse ad Attica [nel 1971 nel carcere
di Attica una rivolta fu domata in modo violento. Le guardie carcerarie
uccisero 29 prigionieri e 10 agenti di custodia] e agli abomini di Abu
Ghraib, ci scopriamo a cercare un denominatore comune. Quando pensiamo
alla brutale aggressione da parte dello Stato, sia ai detenuti che ad
altri agenti, avvenuta ad Attica, e alle violazioni dei diritti umani (e
sì, anche alla tortura), che hanno contraddistinto il comportamento dei
soldati americani ad Abu Ghrain in Iraq, ci domandiamo quale potrebbe
essere?
Gli aspetti in comune vanno molto al di la’ di quanto puo’ vedere
l’occhio umano. Naturalmente, in entrambi i casi si tratta di prigioni
(ma questo e’ ovvio). In entrambi i casi le vicende sono venute alla
luce grazie all’azione di persone che erano agenti carcerari. E in
entrambi i casi, almeno all’inizio, lo Stato ha cercato di coprire tutto
raccontando un sacco di bugie. Si tratta di vicende accadute in due
Paesi diversi, ma accadute nell’ambito del medesimo impero. La
differenza e’ che i due eventi si sono verificati a distanza di molto
tempo l’uno dall’altro: il primo, ad Attica, a distanza di 30 anni dal
secondo, ad Abu Ghraib. In questi trent’anni - Abu Ghraib ne e’ la prova
- il carattere dell’impero si e’ ulteriormente abbruttito e i difensori
dell’impero si sono ulteriormente imbestialiti.
Attica fu l’inizio di un’era di riforme nel sistema carcerario di tutta
la nazione che diede la spinta al movimento nel tentativo di cercare di
eliminare gli elementi piu’ depravati del sistema repressivo carcerario
dell’intero Paese. Nel caso di Abu Ghraib ci siamo trovati di fronte a
giustificazioni quasi ufficiali, ad offuscamenti governativi,
all’incredibile spettacolo di sapientoni di destra che paragonano la
tortura e le violazioni dei diritti umani alle birichinate da college.
L’umiliazione subita da uomini arabi nudi e’ stata paragonata alle
cheerleader sui campi da gioco!
E c’e’ un’altra mostruosa differenza: gli strateghi di Abu Ghraib,
difensori della tortura, sono stati ricompensati con incarichi piu’prestigiosi
in ambito governativo!
Non abbiamo ancora parlato del punto chiave: la razza. Se non ci fossero
stati prigionieri che attivamente lavoravano per la liberazione dei
Neri, non ci sarebbe stato l’evento Attica.
I prigionieri torturati, mutilati, umiliati di Abu Ghraib sono stati
presi di mira dall’esercito americano perche’ [l’esercito] stava
cercando di intimidire ed eliminare coloro che stavano lottando per
liberare il proprio Paese dall’occupazione straniera. In altre parole,
stavano lottando per la liberazione della propria terra. E nell’ambito
di un impero, per cui gli altri Paesi non sono che fantocci, cio’ non e’
accettabile. Non era accettabile per l’Impero Romano, ne’ per l’Impero
Britannico, e non lo e’ neanche per l’impero seguente, l’Impero degli
Stati Uniti d’America. Per quest’ultima globale incarnazione della
nazione bianca, gli arabi non sono altro che neri che vengono dalla
sabbia, da picchiare fino alla sottomissione e all’obbedienza. E’ il
rifiuto di accettare questa condizione che rappresenta il carburante per
cio’ che i media americani definiscono “una sommossa”.
C’e’ un altro elemento che emerge dalle prove: la crudelta’
statunitense. Big Black, il Grande Nero, veterano di Attica, ha
raccontato delle torture e delle percosse da lui stesso subite, nudo,
con una pistola puntata contro di lui. Un predecessore, cui sono stati
inflitti prima i maltrattamenti inflitti in seguito ai detenuti arabi di
Abu Ghraib.
Non e’ una pura coincidenza che alcuni fra i piu’ crudeli e brutali
perpetratori delle torture di Abu Ghraib fossero riserve delle forze
armate, che – nelle loto vite da civili – lavoravano come guardie
carcerarie. Altrimenti, come avrebbero fatto a conoscere così bene il
loro lavoro? Charles Graner, uno dei piu’ tristemente noti torturatori
[di Abu Ghraib] era agente di custodia presso l’unita’ SCI-Greene, nella
Pennsylvania sud occidentale. Recentemente la sua ex moglie si e’ fatta
avanti e ha raccontato il terrore a cui era sottoposta giornalmente. Ha
raccontato di come Graner le aveva promesso di tagliarla a pezzi in modo
tale che nessuno avrebbe mai potuto trovare il suo corpo.
Le prigioni della nazione americana si stanno estendendo al resto del
mondo, quindi benvenuti nell’ambito del sistema “correzionale”
statunitense!
30 maggio 2005 - Mumia
Abu-Jamal
Se volete, potete raggiungere
Abu-Jamal scrivendo al seguente indirizzo:
Mumia Abu-Jamal
AM 8335
SCI-Greene
175 Progress Drive
Waynesburg, PA 15370
USA
Fonte:
Green
Left Weekly
commenti |
|