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Una visita indimenticabile con Mumia Abu-Jamal

di  Monica Moorehead, Workers World
libera traduzione di Arianna Ballotta

 
     
 

 Visitare una persona nel braccio della morte puo’ essere una delle esperienze emotivamente piu’ difficili della vita. Mentre ti avvicini al carcere, che tu lo voglia o no, quelle spesse mura impenetrabili sormontate da spirali e spirali di filo spinato hanno su di te un certo effetto. E ti colpisce anche quel flusso costante di donne e bambini, per lo piu’ e sproporzionatamente persone di colore, che in questo luogo giungono da molto lontano per visitare i propri cari, che per anni staranno rinchiusi in gabbie di acciaio, a volte anche per 23 ore e ½ al giorno. Questa e’ la situazione nella quale si trova il prigioniero politico e giornalista rivoluzionario Mumia Abu-Jamal da ormai 23 anni .

 

Larry Holmes ed io abbiamo viaggiato in auto per 7 ore il 5 giugno scorso per andare a trovare Mumia all’unita’ carceraria SCI-Greene di Waynesburg (Pennsylvania) nei pressi del confine con lo Stato della West Virginia. Dopo aver passato tutti i controlli di sicurezza, arriviamo nella sala delle visite, dove ci attende, ammanettato, un sorridente Mumia. Larry ed io istintivamente appoggiamo le mani sulla barriera di plexiglass che ci separa da Mumia per simulare una stretta di mano, ben consci che il contatto umano e’ proibito in queste inimmaginabili circostanze. Tuttavia, la barriera fisica onnipresente durante un incontro faccia a faccia con Mumia a volte sembra scomparire.

 

Poiche’ Mumia puo’ ricevere soltanto una visita alla settimana, escludendo le visite dei suoi legali, decidiamo di non sprecare neanche un minuto. E, come immaginavamo, le 6 ore a nostra disposizione volano. Mumia ci dice di essere in discrete condizioni di salute e che il gonfiore ai piedi, causato dalle condizioni carcerarie, e’ quasi scomparso. Quando gli parliamo del recente rigetto della sua istanza presso la Pennsylvania Court of Common Pleas ci dice che per lui non e’ stata una sorpresa, considerando la natura prevenuta dei tribunali. A causa delle nuove norme carcerarie, Mumia non ha piu’il permesso di ricevere importanti documenti informativi come C-Span.

 

La nostra discussione politica si focalizza sui problemi e sulle prospettive del movimento contro la guerra alla luce della strenua resistenza irachena e del risultato delle elezioni presidenziali statunitensi del 2004, sullo sviluppo del Million Workers March Movement (movimento contro la guerra con a capo leader di colore), sulla prossima Millions More March che avra’ luogo in ottobre, e sulla crescente importanza dei diritti dei lavoratori immigrati nel movimento globale dei lavoratori. Parliamo anche del prossimo cinquantesimo anniversario del boicottaggio degli autobus a Montgomery, che rappresento’ l’inizio della moderna lotta in difesa dei diritti civili, e di come questo evento potrebbe essere utile nella lotta attuale contro la guerra ed il razzismo. Mumia ci parla con emozione dei ricordi dell’ultima visita resagli dall’attore Ossie Davis, rimasto un attivista impegnato fino al momento della sua recente scomparsa.

 

Quando arriva il momento di salutarci e siamo costretti ad andare via senza di lui, Mumia ci fa nuovamente dono del suo splendido sorriso e, alzando i pugni pur con sempre le manette ai polsi, ci prega di dire a tutti di continuare a lottare. Larry ed io siamo tristi quando lasciamo il carcere, ma siamo anche grati del tempo trascorso con questo straordinario leader rivoluzionario e compagno di lotta.

 

Libero Mumia Abu-Jamal e tutti i prigionieri politici!

 

 

Fonte: Workers World (Moorehead e Holmes sono membri del segretariato del Workers World Party, corpo eletto del Comitato Nazionale del WWP)

 

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13/06/05

 

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