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Hitler si fa
portavoce di una tradizione che si sviluppa durante tutto il corso
dell’Ottocento e nella quale il mistico e l’occulto vengono considerati
una spiegazione e una soluzione concreta all’alienazione dell’uomo dalla
società moderna, dalla cultura e dalla politica. Come tali, gli elementi
mistici e occulti influenzano la visione del mondo del primo
nazionalsocialismo e in modo particolare Adolf Hitler, il quale fino al
termine della sua vita crede fortemente nelle scienze arcane e nelle
forze occulte. È importante dipanare questo nodo dell’ideologia nazista
perché questo misticismo è al centro di molta parte dell’irrazionalismo
del movimento, specialmente della visione del mondo del suo leader.
Questa reazione tedesca alla modernità si lega strettamente alla fede
nella forza della vita cosmica della natura, una forza tenebrosa i cui
misteri si possono capire non per mezzo della scienza ma solo attraverso
l’occulto. Un’ideologia basata su presupposti del genere deve fondersi
con le glorie di un passato ariano, passato che a sua volta riceve
un’interpretazione leggendaria e mistica sotto tutti i punti di vista. I
primi saggi portatori di questa visione leggendaria del passato ariano
datano in un periodo compreso tra il 1890 e il 1900. In contrapposizione
al freddo razionalismo delle città che proprio in quegli anni si stavano
sviluppando a dismisura, si crea il mito del contadino che grazie al suo
rapporto con la natura può entrare in diretto contatto con il centro
della terra. I tedeschi, quantunque tesi verso l’avvenire, devono
tornare a un passato spoglio di tutto tranne che della voce primordiale
della natura. È evidente che soltanto quelle persone che sono affini
alla natura possono comprendere, tramite le loro anime, la forza vitale,
cosmica che costituisce l’eternità. L’ideologia di questo movimento ha
legami stretti con quei movimenti occulti e spiritistici che vanno di
moda verso la fine del XIX secolo. Legami del genere sono incoraggiati
in modo particolare dalla teosofia (la scienza che si occupa di studiare
l’occulto). In Germania l’opposizione alla modernità si giova di
movimenti di idee che nel resto dell’Europa sono giudicati “capricci
alla moda”, più che concezioni importanti. La fede nella forza vitale o
nella religione cosmica porta a una concezione del mondo che conferisce
un particolare prestigio a coloro che sono iniziati a simili misteri.
L’ariano deve quindi, secondo questa corrente di pensiero, tornare nelle
campagne per ritrovare le radici della propria anima. Occorre fare
riemergere grazie a questo processo ciò che è veramente genuino, il
passato germanico, in contrasto con ciò che è invece considerato fonte
di corruzione: la modernità. Soltanto chi è legato all’autentico passato
può avere una vera anima, può considerarsi un essere umano completo e
non materialista. Soltanto l’ariano è in grado di capire i “misteri”
della vita che governa il mondo. Il risultato finale sarebbe stato la
creazione di uno stato organico senza borghesi, né proletari, bensì
solamente popolo, legato insieme ad una unica capacità creativa e uniti
in un vincolo fraterno. Il mito dell’ariano trova la sua origine da
questa amalgama di romanticismo e di occultismo: a volte nasce dal sole,
a volte tramite un processo storico. Nella formazione dell’ariano
l’elemento della lotta è fondamentale, arte e combattimento procedono
insieme. Non si tratta però della selezione darwiniana che vede
affermarsi il singolo più forte, bensì della lotta del leale ariano, che
appartiene a una schiera di eletti. In Germania il recupero
dell’inconscio, come reazione alle ideologie moderniste dominanti, getta
le basi per la forma della dittatura tedesca del XX secolo. Questa
reazione mette insieme la corrente profonda del romanticismo germanico e
i misteri dell’occulto, nonché l’idealismo delle azioni eroiche.
Siamo in una fumosa birreria nella Monaco degli anni Venti: a un tavolo
alcuni appartenenti a società che praticano l’occultismo si riuniscono
per discutere di un nuovo progetto. Tra loro vi sono uomini dell’alta
finanza, ufficiali dell’esercito e uomini di cultura dell’estrema destra
antisemita tedesca. Insieme vogliono creare un partito di massa che
possa diffondere l’idea di una comunità mondiale completamente
arianizzata nella quale le altre razze devono avere solo un ruolo
subalterno: così nasce, nel 1919, il partito nazista. Tra gli ammiratori
delle società esoteriche vi è Adolf Hitler, un reduce dalla prima guerra
mondiale. Negli anni intorno al 1918-19 Hitler vive in una Monaco ricca
di fermenti politici. Ed è proprio nell’atmosfera di reazione che si
respira in quella città dopo la caduta della Repubblica Socialista di
Baviera che si forma culturalmente il futuro dittatore. Hitler comincia
in questo periodo a entrare in contatto con società esoteriche e a
convincersi che vi fosse una qualche relazione di carattere magico tra
forze cosmiche e individui particolarmente dotati. Una di queste società
esoteriche si chiama Thule. Thule nasce nel 1912 e trova l’origine del
suo nome da un’ isola che si riteneva fosse esistita nell’estremo nord
europeo e nella quale gli adepti di tale società credevano fosse
prosperata una civiltà superiore oramai estinta. Il fine di Thule è
quello di creare una razza di superuomini, ovviamente ariani, i quali
avrebbero dovuto portare a termine la lotta contro quelle razze che loro
ritenevano essere inferiori: principalmente ebrei e slavi ma anche
minoranze come zingari e omosessuali. Uno degli adepti di Thule, Dexler,
fonda nel 1919 il Partito dei Lavoratori Tedeschi che diventerà poi,
sotto la guida di Hitler, il Partito Nazional-Socialista o Nazista.
Thule diventa così la società iniziatica più influente nella Germania
del dopo guerra. Finanziatore del Partito dei Lavoratori Tedeschi (DAP)
è l’ingegnere Gottfried Feder un altro membro della società iniziatica
Thule. Ma non è solamente Thule ad influenzare Hitler. Il professor
Haushofer è direttore dell’istituto di Geopolitica di Monaco. Da lui
Hitler apprende l’importanza del dominio di un’area strategica definita
allora come “il cuore della terra”: l’Europa orientale. Secondo
Haushofer chi domina su quest’area abitata dagli odiati slavi, avrebbe
dominato su tutto il mondo. Hitler lo definirà lo “spazio vitale” verso
il quale la Germania dovrà espandersi per garantirsi la millenaria
prosperità al Terzo Reich. Inutile aggiungere che anche Haushofer ha una
forte inclinazione verso gli studi di esoterismo, e a Berlino è lui
stesso a fondare un’altra società iniziatica: la Loggia luminosa della
società Vril, il cui obiettivo è quello di esplorare le origini della
razza ariana e di studiare i rituali che potessero migliorare le forze
del Vril.
Himmler, lo spietato capo delle SS e uno dei massimi gerarchi del
nazismo, fa invece parte di Artamans, una oscura setta evocatrice di una
teutonica vita rurale. Durante la seconda guerra mondiale cerca di
attuare il progetto di un mondo ariano e di convertire l’Europa in un
Impero del Nord. Le SS dovevano essere l’avanguardia dell’arianizzazione
del mondo, selezionati non per capacità, ma bensì per il loro aspetto
fisico: alle SS è tollerata addirittura la bigamia in quanto considerato
un modo rapido per lo “sviluppo” dell’uomo ariano. Alfred Rosenberg
principale teorico del nazismo e governatore della Polonia durante gli
anni della guerra è anch’egli un sostenitore dell’occultismo. Scrive
numerosi libri per sostenere la teoria razzista e la necessità
dell’assassinio in funzione dell’affermazione del nazismo, e aiuta
addirittura Hitler a scrivere il Mein Kampf. Egli scrive in un suo
libro: “morte e vita non sono entità opposte, bensì legate l’una
all’altra. Grazie alla benevolenza del destino di Dio, i due contrari si
dissolvono nell’ambito dell’eternità. Ma questa eternità può esistere
sulla terra. La morte crea nuova vita e, potremmo aggiungere, ripristina
così continuamente la marcia degli Ariani verso la meta finale”. Anche
il simbolo che verrà scelto per rappresentare il nazismo denota una
forte propensione verso la ricerca di forze occulte. La parola svastica,
deriva dal parola sanscrita su, che significa bene, e asti, che
significa essere. La croce uncinata, svastica, è un simbolo molto antico
ed era già stato utilizzato da molte civiltà anche se circa la sua
origine si sa poco. Gli indiani associano la svastica con la fortuna e
protezione dall’ira; può rappresentare il sole, la dea Visnu. Alla fine
del XIX secolo la svastica si afferma come simbolo del movimento
nazionalista tedesco. Infine Hitler sceglierà la svastica come simbolo
del partito nazista ma ne invertirà il senso degli uncini: in senso
orario anziché antiorario, come nella tradizione induista. Forse sarà
proprio la ricerca della trascendenza a dare ai gerarchi nazisti la
volontà di spingersi fin dove nessun altro regime si era mai spinto. La
convinzione di essere portatori di un messaggio superiore al quale tutto
deve essere sacrificato: l’affermazione della razza ariana. Ed è forse
per queste ragioni che Hitler si convince di potere sconfiggere
qualsiasi tipo di coalizione militare e ad impegnarsi quindi in una
guerra su due fronti: quello britannico e quello russo, coalizione che
aveva già sconfitto più di un secolo prima l’esercito di Napoleone.
Dire che buona parte dei gerarchi nazisti fossero adepti di società
esoteriche non vuol però dire che anche il resto della popolazione
tedesca ne facesse parte. Le SS di Himmler vanno molto vicino
nell’intento di trasformare l’intera Germania in una grande società
iniziatica, ma anche qui non è pensabile ritenere che ciò potesse
accadere per l’intera popolazione, visto che le SS dovevano essere l’élite
e il nucleo centrale attraverso il quale il progetto mistico
trascendentale del nazismo doveva realizzarsi. Eppure è innegabile che
l’intera Germania venne coinvolta in modo assolutamente irreale nella
realizzazione della costruzione del Terzo Reich millenario. La quasi
totalità dei tedeschi segue il proprio Führer fino all’autodistruzione,
cioè fino a quando i carri armati americani e sovietici giungono dopo
sei anni di guerra ininterrotta a Berlino. Bisogna spostare l’attenzione
sulle parole e sugli argomenti che vengono utilizzati dalla propaganda
nazista per coinvolgere in modo semplice ed efficace la Germania intera
nel progetto di un gruppo di ‘maghi’, come molti li hanno definiti. È la
prima guerra mondiale, con il suo seguito di tragedie, a dare l’impulso
per la costruzione di una mentalità sensibile al mito dell’utopia
dell’apocalisse. Non fa differenza che la guerra finisca con una
vittoria o con una sconfitta, in quanto i caduti avrebbero continuato a
tramandare il germanesimo, innalzandolo molto al di sopra
dell’indifferenza del periodo prebellico. I concetti di destino e di
fato rivestono un ampio ruolo nei romanzi apocalittici sulla guerra. La
letteratura nazista è colma di immagini di morte, esattamente come la
celebrazione dei martiri, caduti per la patria. Lo slogan intonato dalla
gioventù hitleriana è lapidario: “I migliori del nostro popolo non
morirono perché i vivi morissero, ma perché i morti tornassero a
vivere”. Ma la letteratura nazional-patriottica tedesca, se poteva
mutare direzione a favore di tali utopie, è addirittura in grado di
impadronirsi di un genere completamente diverso e molto più importante:
la favola. In passato alcuni studiosi avevano sostenuto che i racconti
delle ‘fate’ erano veramente dei miti nazionali; ma nel XX secolo, in
maniera abbastanza caratteristica, c’è il tentativo di collegarli alla
tradizione della letteratura popolare profetica e apocalittica. L’utopia
è fatta per sostenere e glorificare uno stato nazional-patriottico,
perché divenisse l’anticamera per il paradiso e la struttura entro cui
avrebbe avuto luogo la liberazione e la salvezza. Il sogno sostiene la
realtà e la realtà fa del suo meglio per sostenere il sogno. Il terzo
Reich di Hitler che avrebbe dovuto essere millenario e avrebbe dovuto
portare alla fine della separazione tra vita e morte si trasforma invece
in una tragedia, ma ciò non significa che non abbia segnato e ancora non
segni un parte del pensiero europeo.
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