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Le donne p. Dino Dozzi |
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La festa della donna, l’8 marzo, offre l’occasione per verificare quale fu realmente il rapporto di Francesco con le donne. Perché, sull’argomento, le fonti francescane ci danno messaggi diversi e contrastanti. Quale la verità?Dicono che a Francesco, in gioventù, piacessero molto le donne. È una antica e autorevole tradizione che si basa in parte sulle affermazioni dello stesso Francesco, il quale sostenne in più occasioni, e con l’ostinazione tipica di tutti i santi, di essere stato un grande peccatore. Poiché in Italia, per una tradizione anche più antica, ogni genere di peccato è identificato subito con quello sessuale, si colse con soddisfazione la possibilità di attribuire anche a Francesco il più diffuso peccato dell’uomo. Questa tradizione, però, non piacque ai frati, che si affrettarono ad espungerla dall’agiografia ufficiale: sicché lo stesso Tommaso da Celano, che l’aveva accolta nella “Vita Prima”, dovette eliminarla dalla “Seconda”, dove anzi mise in bocca a Francesco giudizi sulle donne di una severità sconvolgente. Quale la verità? Si resta perplessi perché, nonostante l’attenta opera di “purificazione” operata sulle fonti, restano chiari indizi di una profonda comprensione di Francesco per le donne, di una tenerezza e una attrazione profonde e reali anche se diverse da quelle standardizzate. Grandi donne attorno a FrancescoFrancesco si sviluppa armoniosamente come uomo, proprio perché è felicemente determinato dalle donne. Egli cresce, è vero, in una società ancora patriarcale, maschilista e violenta; ma nell’ombra delle case, tra mestoli e telai, si sviluppa una verità alternativa: è la verità delle donne, sussurrata a mezza voce. Essa si esprime nell’orrore per la violenza, nel richiamo all’amore e ai silenzi interiori, nella incessante educazione dei sentimenti. Francesco respira inconsciamente questa verità, e aderisce ad essa d’istinto. Infatti è a sua madre che apre la prima volta il suo cuore, quando avverte il richiamo di Dio. È sua madre a capirlo per prima, ad accettarlo com’è: diverso da sé, non simile a sé, come lo vorrebbe, nel suo cieco egoismo paterno, Pietro Bernardone. Madonna Pica sarà eroica nel restare vicina a questo figlio destinato a diventare e a restare, anche nei secoli successivi, il più diverso tra tutti i figli della borghesia. Negli occhi di Chiara, intenti alla sua predicazione, Francesco ritrova il messaggio materno: un messaggio di fiducia, di dedizione, d’amore. Ma è un messaggio in chiave diversa: esso sancisce e conferma, da pari a pari, la sua nuova, splendente identità. A questo amore, limpido e forte, Francesco si affiderà senza tremare; a questo amore chiederà consiglio nell’ora della prova; a questo amore vorrà prestare omaggio anche da morto, quando passerà per l’ultima volta, leggero e grande, sulle braccia dei suoi compagni, davanti alla porta di San Damiano. Cortesia, rispetto e tenerezza Forse proprio dall’assidua frequentazione di così alte figure di donna, Francesco impara a rapportarsi con esse con cortesia, rispetto e tenerezza, rispettando l’unicità di ognuna di loro. A Giacomina dei Sette Sogli, la ricca vedova romana, libera e padrona di se stessa, Francesco non si sogna nemmeno di consigliare il chiostro: altro è Chiara, altro è Giacomina. In lei Francesco riconosce e valorizza una sicura e forte vocazione laica. E aperta e virile, unica nel suo genere, è l’amicizia che lo lega a lei e che gli suggerisce di chiamarla col titolo cameratesco di frate Jacopa. Viene spontaneo di attribuire all’influenza di queste donne gli elementi sicuramente femminili che si incontrano nella spiritualità di Francesco. Nella Regola benedettina l’autorità dell’Abate è continuamente assimilata a quella del pater familias: ma l’amore che Francesco vuole nei Ministri e servi di tutti i frati è un amore di madre. E materno dev’essere, a vicenda, l’amore che i frati si portano tra loro. Come materno è l’amore con cui Francesco accoglie le piccole creature del bosco o dei campi, che corrono, spaventate dall’uomo, a rifugiarsi ai suoi piedi. Francesco ha capito le donne, le ha amate e rispettate. E ha saputo imparare molto da loro. |
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28/02/05 |
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