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Texas, impiccali più in alto!

di David P. Atwood

traduzione di Arianna Ballotta

 
     
 

Non si preoccupino i texani che temono un calo nel numero di esecuzioni nello Stato! Quest’anno ci sono già state 13 esecuzioni e altre 10 sono fissate prima della fine di dicembre, il che significa che anche se 9 esecuzioni sono state sospese, le autorità texane stanno facendo di tutto per riempire i buchi.

Il Texas non rischia di perdere la reputazione che ha a livello mondiale di “Stato che li impicca più in alto”. Ovviamente non si praticano più le impiccagioni qui in Texas, ma nonostante ciò siamo davvero molto efficienti nel porre fine alla vita dei cittadini indesiderati tramite iniezione letale, talmente efficienti al punto che i rappresentanti di altri Stati vengono dai nostri esperti in materia per imparare ad uccidere essere umani.

Ben 326 persone sono state messe a morte a Huntsville [dove vengono eseguite tutte le condanne a morte dello Stato del Texas, N.d.T.] da quando, nel 1982, è stata reintrodotta la pena capitale nello Stato, e attualmente sono circa 460 i condannati a morte in attesa di esecuzione. Lo Stato che più si avvicina al nostro record è la Virginia con 92 esecuzioni. L’unica cosa che ha fatto rallentare le esecuzioni in Texas in modo significativo è stata una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che proibisce l’esecuzione di persone affette da ritardo mentale. Anche le esecuzioni di persone con meno di 18 anni di età [all’epoca del crimine] sono state fermate, in quanto la Corte Suprema degli USA ha deciso di riesaminare questa pratica prima della fine dell’anno. Tuttavia in Texas continuano ad essere giustiziate persone con gravi problemi mentali, come ad esempio persone affette da schizofrenia paranoide.

E’ da molto tempo che in Texas si uccidono le persone indesiderate. Nella storia dei primi anni di questo Stato sono frequenti i linciaggi, un metodo per tenere a bada gli afro-americani dopo l’abolizione della schiavitù. I linciaggi erano frequenti anche in altri Stati meridionali degli Stati Uniti. Proprio come allora, anche oggi la maggior parte delle esecuzioni vengono eseguite nel sud del Paese: si tratta indubbiamente di un residuo della mentalità schiavista.

Nel 1924 al carcere di Huntsville venne inaugurata la sedia elettrica, denominata “Old Sparky” (la vecchia scintillante). L’8 febbraio di quell’anno vennero giustiziati tramite elettroesecuzione 5 afro-americani. Poco prima di quelle 5 esecuzioni il direttore del carcere di Huntsville, il Capitano Coleman, presentò le proprie dimissioni dicendo: “un direttore non può dirigere un carcere ed essere allo stesso tempo un serial killer”.

La razza dei condannati gioca ancora un ruolo importante in Texas su chi viene o non viene condannato a morte. Circa il 40% dei detenuti del braccio della morte sono afro-americani, contro il 12% dei detenuti comuni. Questo non perché gli afro-americani siano più propensi di altri a commettere dei crimini, come alcune persone favorevoli alla pena capitale amano dire, bensì perché il razzismo nella nostra società e nel sistema di giustizia penale è un fatto innegabile.

Nel 1972 la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionale la pena capitale in quanto applicata in modo arbitrario e capriccioso. Tuttavia, alcuni anni dopo la stessa Corte permise agli Stati di riprendere le esecuzioni dopo aver apportato miglioramenti alle proprie leggi. Nel 1982 anche in Texas venne ripristinata la pena capitale e, primo Stato dell’Unione, il Texas rimpiazzò la sedia elettrica con l’iniezione letale.

Attualmente sono 38 gli Stati che prevedono la pena di morte, anche se in alcuni di questi le esecuzioni sono rare o quasi inesistenti. Alcuni Stati, come ad esempio il Michigan, non hanno la pena capitale e non praticano esecuzioni da oltre 150 anni. C’è da meravigliarsi che il Michigan continui a sopravvivere senza la pena di morte …

Anche se la razza gioca un ruolo importante su chi vive o muore in Texas, il fattore economico ha un’importanza ancora maggiore. Questo perché in Texas non esiste un sistema pubblico di difesa a favore degli imputati/detenuti indigenti, ma si fa affidamento unicamente su avvocati d’ufficio. Di questi alcuni sono competenti e desiderosi di eseguire bene il proprio lavoro, mentre molti altri non sono motivati e non forniscono ai propri clienti una difesa adeguata ed equiparata a quella fornita da avvocati privati e ben pagati. Negli anni recenti sono stati fatti dei tentativi al fine di migliorare questo sistema, ma resta il fatto che in Texas gli imputati indigenti non possono contare su un sistema pubblico di difesa di alta qualità. Quasi tutti i condannati a morte in questo Stato sono poveri e il motto “la legge è uguale per tutti” di certo non è applicabile al Texas.

Oltre alle questioni razziali ed economiche che fanno sì che in Texas le esecuzioni siano numerose, ce ne sono altre da non tralasciare. I Giudici della Corte Penale vengono eletti tutti in Texas, quasi tutti sono a favore della pena di morte e molti erano Procuratori Distrettuali prima di diventare Giudici. Tutto questo, unitamente al fatto che nessuno può far parte di una giuria se contrario alla pena capitale, fa sì che le condanne a morte vengano comminate con così tanta frequenza nel nostro Stato.

Dopo che un imputato viene giudicato colpevole di un reato capitale, la giuria potrebbe optare per una condanna all’ergastolo, se convinta della non pericolosità futura dell’imputato. In base all’esperienza in questo campo si sa che è praticamente impossibile prevedere la futura pericolosità di un individuo. Molti prigionieri del braccio della morte ritenuti essere pericolosi per la società hanno avuto comportamenti esemplari in carcere, e di alcuni di loro, dopo l’emissione della condanna, è stata addirittura dimostrata l’innocenza!

Dopo l’emissione della condanna a morte sono diverse le opportunità che un detenuto ha per appellarsi alla sentenza. Tuttavia molti degli avvocati che si occupano degli appelli non sono sufficientemente preparati o non dispongono di fondi adeguati per eseguire il lavoro. Di conseguenza, anche se in teoria il detenuto può ricorrere in appello, è come se non lo facesse, se il suo legale non è in grado di rappresentarlo in modo efficiente. Inoltre, la Corte di Appello Penale del Texas (TCCA) spesso non tiene conto di gravi errori nei procedimenti legali, come ad esempio casi in cui il difensore dormiva durante il procedimento e casi di evidente razzismo. Anche i Giudici della TCCA vengono eletti qui e credono fermamente nella pena capitale.

Quando gli appelli vengono esauriti, esiste un’ultima possibilità per scongiurare l’esecuzione, e cioè la procedura di clemenza, in base alla quale la Commissione di Grazia e Perdono e il Governatore dello Stato possono commutare una condanna a morte in ergastolo. La clemenza viene concessa se viene riconosciuta l’esistenza di un grave problema legale nel corso dei vari procedimenti, oppure può essere concessa la grazia per un qualsiasi motivo. E’ comunque estremamente raro che ciò accada in Texas, e questa è un’altra ragione per cui il numero di esecuzioni nel nostro Stato è così alto.

I Legislatori e il Governatore potrebbero porre rimedio a molti dei problemi sopra menzionati, ma è improbabile che ciò accada in uno Stato dominato da Repubblicani che credono nella pena capitale. E’ probabile che dei miglioramenti [alle leggi vigenti] vengano apportati dalla Corte Suprema degli USA. Personalmente credo che se questa Corte esaminasse a fondo il sistema capitale texano non potrebbe che arrivare alla conclusione che si tratta tuttora di un sistema arbitrario e capriccioso e, pertanto, incostituzionale.


David P. Atwood *
1802 Kipling St.
Houston, TX 77098
USA

* IL Dr. Atwood è membro fondatore, nonché ex Presidente, della Coalizione Texana per l’Abolizione della Pena di Morte (TCADP).

 
 
 
 

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