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Turchia: sì a test di verginità limitato, no all' adulterio reato
di Mauro Giannini

 
     
 

Prove tecniche di democrazia. Nel percorso di adesione all'Unione Europea la Turchia si scontra su temi come il test di verginita' e l'adulterio femminile e cerca di rifarsi il trucco.
In discussione un progetto di legge che ammorbidisca il codice penale per favorire l'ingresso della Turchia nell'Unione. I punti che hanno infiammato gli animi sono la criminalizzazione dell'adulterio ed il controverso "test di verginita'", articoli che riguardano la liberta' e la liberta' di pensiero.
Il partito al potere in Turchia e l'opposizione - Partito della Giustizia e dello sviluppo, islamista, ed il Partito Repubblicano del Popolo, socialdemocratico - hanno trovato un compromesso sulla riforma del codice penale qualche ora prima del dibattito parlamentare.
Secondo tale accordo il test di verginita' - avversato dalle organizzazioni femminili - non potra' essere effettuato se non in caso di una domanda formale da parte di un magistrato. Si prevedono sanzioni per i funzionari o poliziotti che contravvengano a tale disposizione.
L'infedelta' coniugale (da parte della sola donna) aveva invece smesso di essere un delitto in Turchia nel 1996, con una decisione della Corte Costituzionale che aveva giudicato la disposizione contraria al principio di uguaglianza dei sessi.
Il progetto di ripristino della criminalizzazione dell'adulterio ha gia' suscitato reazioni in Turchia ma anche in Europa. Molti esponenti europei hanno indicato chiaramente che il ripristino di una simile legge sarebbe malvisto.
Il nuovo codice amplia notevolmente le liberta' individuali e reprime la tortura, tema su cui la Turchia era stata sempre criticata sul piano internazionale. Lo scorso anno fu abolita la pena di morte e furono decise la limitazione del potere dei militari e aperture verso la minoranza curda. Il rispetto dei diritti delle minoranze sara' infatti uno dei punti che incideranno maggiormente nel rapporto della Commissione Europea.
Il 6 ottobre la Commissione dovra' infatti decidere se raccomandare l'apertura dei negoziati per l'adesione della Turchia o sconsigliarla, quindi tutte queste decisioni assumono un'importanza vitale. L'ultima parola spettera' al consiglio dei capi di Stato e di governo, riuniti il 17 dicembre a Bruxelles.
L'adesione di Ankara divide comunque gli stati membri europei, spaventati dalla prospettiva di vedere nell'Unione uno stato islamico - anche se laico - di circa 70 milioni di persone.
Giorni fa queste controversie divennero evidenti per le dichiarazioni del commissario olandese Frits Bolkestein, responsabile del mercato interno, che parlo' di "islamizzazione dell'Europa", avanzando diverse critiche sull'adesione della Turchia. Un portavoce della commissione UE intervenne subito per assicurare che per la Turchia saranno applicati gli stessi criteri utilizzati per gli altri Paesi candidati.

by www.osservatoriosullalegalita.org 15 settembre 2004

 
 
 
 

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