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Prove tecniche di democrazia. Nel percorso di adesione
all'Unione Europea la Turchia si scontra su temi come il test di
verginita' e l'adulterio femminile e cerca di rifarsi il trucco.
In discussione un progetto di legge che ammorbidisca il codice penale
per favorire l'ingresso della Turchia nell'Unione. I punti che hanno
infiammato gli animi sono la criminalizzazione dell'adulterio ed il
controverso "test di verginita'", articoli che riguardano la liberta' e
la liberta' di pensiero.
Il partito al potere in Turchia e l'opposizione - Partito della
Giustizia e dello sviluppo, islamista, ed il Partito Repubblicano del
Popolo, socialdemocratico - hanno trovato un compromesso sulla riforma
del codice penale qualche ora prima del dibattito parlamentare.
Secondo tale accordo il test di verginita' - avversato dalle
organizzazioni femminili - non potra' essere effettuato se non in caso
di una domanda formale da parte di un magistrato. Si prevedono sanzioni
per i funzionari o poliziotti che contravvengano a tale disposizione.
L'infedelta' coniugale (da parte della sola donna) aveva invece smesso
di essere un delitto in Turchia nel 1996, con una decisione della Corte
Costituzionale che aveva giudicato la disposizione contraria al
principio di uguaglianza dei sessi.
Il progetto di ripristino della criminalizzazione dell'adulterio ha gia'
suscitato reazioni in Turchia ma anche in Europa. Molti esponenti
europei hanno indicato chiaramente che il ripristino di una simile legge
sarebbe malvisto.
Il nuovo codice amplia notevolmente le liberta' individuali e reprime la
tortura, tema su cui la Turchia era stata sempre criticata sul piano
internazionale. Lo scorso anno fu abolita la pena di morte e furono
decise la limitazione del potere dei militari e aperture verso la
minoranza curda. Il rispetto dei diritti delle minoranze sara' infatti
uno dei punti che incideranno maggiormente nel rapporto della
Commissione Europea.
Il 6 ottobre la Commissione dovra' infatti decidere se raccomandare
l'apertura dei negoziati per l'adesione della Turchia o sconsigliarla,
quindi tutte queste decisioni assumono un'importanza vitale. L'ultima
parola spettera' al consiglio dei capi di Stato e di governo, riuniti il
17 dicembre a Bruxelles.
L'adesione di Ankara divide comunque gli stati membri europei,
spaventati dalla prospettiva di vedere nell'Unione uno stato islamico -
anche se laico - di circa 70 milioni di persone.
Giorni fa queste controversie divennero evidenti per le dichiarazioni
del commissario olandese Frits Bolkestein, responsabile del mercato
interno, che parlo' di "islamizzazione dell'Europa", avanzando diverse
critiche sull'adesione della Turchia. Un portavoce della commissione UE
intervenne subito per assicurare che per la Turchia saranno applicati
gli stessi criteri utilizzati per gli altri Paesi candidati.
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www.osservatoriosullalegalita.org 15 settembre 2004 |
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