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Qualcosa e' gia' cambiato

di  Riccardo Orioles

 
     
 

America. Comunque vadano le elezioni, qualcosa e' gia' cambiato nel sistema elettorale. La strategia dei due partiti e' sempre stata la "corsa al centro": poiche' a determinare le elezioni erano gli elettori incerti fra i due, l'obbiettivo era essenzialmente di catturare i piu' affini dello schieramento avverso, e dunque viva i "centristi" delle due parti. Questo pero' ha funzionato finche' l'America e' stata tranquilla e in pace, con un ceto medio forte e incontrastato. Un bel giorno questo paese felice, con valori complessivamente condivisi da quasi tutti - dalla Colt 45 alla torta di mele - si e' svegliato diverso: due milioni di milionari, due milioni di carcerati, ceti medi in crisi, futuri incerti e magma occupazionale. Un paese, fra l'altro, in cui erano sempre meno gli elettori che andavano a votare.
A questo punto, i guru si sono accorti che il problema non era tanto di togliere voti al nemico, quanto di conservare i propri: che minacciavano di fuggire non dall'altra parte del fronte, ma semplicemente nel non voto o in qualche voto strano, alla Nader. Da quel momento in poi, i democratici hanno cominciato a chiedere i voti ai democratici e i repubblicani ai repubblicani, sottolineando ciascuno la proprie identita' e gridandola a gran voce. I democratici, cosi', sono diventati piu' "di sinistra" di quanto non fossero mai stati: Michel Moore viene invitato ufficialmente al congresso, e ci si trova benone. Dal canto loro, i repubblicani ormai fanno i mangiafuoco senza pudori: guerre, bombe, America uber alles, cose che neanche Reagan aveva mai osato teorizzare.
Ciascuno dei due, in sostanza, adesso e' costretto non piu' a rincorrere i moderati altrui, ma a rassicurare i propri radicali. Il "nucleo duro", dicono gli esperti ora, e' quello a cui rivolgersi per primo: perche' se il nucleo duro non va a votare, addio moderati ormai inutili e addio elezioni.
La lezione e' stata appresa bene da Bossi e Berlusconi. Nella sinistra, invece, sono ancora persuasi di dover conquistare il ragioniere di Voghera, e non perdono occasione di sottolineare che loro sono di sinistra si', ma "cum juicio" e solo fino a un certo punto. I suoi massimi esponenti, riportati miracolosamente a galla dal plebiscito communista-cattolico contro la guerra, ogni mese trovano un pretesto diverso (l'ultimo: se vince Kerry, la guerra diventa buona) per dire che tutto sommato in Iraq ci si potrebbe anche restare. Con tutta la buona volonta' che abbiamo di votarli, l'ostacolo principale sono le loro stesse dichiarazioni. A volte ho la sensazione che a far propaganda per Fassino e Prodi siamo rimasti solo noi giacobbini impolitici, mentre loro non fanno altro che ripetere "Non votate per noi!".

La catena di San libero N. 242
Riccardo Orioles

 
 
 
 

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