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Dopo lo scioglimento
a causa di attriti interni nella Neue Vereinigung(nuova associazione
degli artisti di Monaco) nel dicembre del 1911, kandinskij, Munter,
Kubin, Marc e altri daranno vita ad un nuovo movimento: Der Blaue Reiter (Il
Cavaliere Azzurro).
Come più avanti avrà modo di affermare kandinskij:”Il nome Der Blaue
Reiter, lo trovammo, Marc ed io, davanti ad una tazza di caffé,, sotto
il pergolato di Sindersdolf.
Ad entrambi piaceva il blu. A Marc piacevano i cavalli e a me i
cavalieri. E così il nome venne fuori da solo.
Ma il favoloso caffé della signora Maria Marc ci piacque ancora di più”.
Fino ad allora, cavalli e cavalieri, pensieri romantici sull’animale e
sulla nobiltà dello spirito di sicuro si trovavano tematicamente al
primo posto nell’opera di entrambi gli artisti, ed erano rivestiti di
una moltitudine di significati simbolici.
Nell’azzurro, il colore del cielo, può trovarsi una consonanza con
l’idea romantica del fiore azzurro.
Come sappiamo Der Blaue Reiter così come alcuni altri importanti
movimenti sorti intorno al primo decennio del ‘900 si poneva in
contrasto netto con le idee impressioniste in merito all’imitazione
della natura.
Marc e gli altri protendevano nel ricercare nella natura, sulla scia
delle ricerche già avviate in Francia a partire da Cezanne, la sua
essenza, le leggi primordiali che essa nasconde.
In particolare in Franz Marc (Monaco1880-Verdun 1916) lo studio della
natura sarà accompagnato dall’amore nei confronti degli animali per i
quali eseguirà nonostante la sue breve ma prolifica vita, assoluti
capolavori come quelli che si possono osservare alla Lembachhaus di
Monaco.
E’ il caso di Cavallo blu I (olio su tela, 112x84,5cm.) del 1911, quadro
che potremmo anche considerare un manifesto del movimento Der Blaue
Reiter, in cui il blu dominante dell’animale è amplificato dagli altri
due primari e suoi complementari.
Come ci sottolinea
Helmut Friedel, “ in una forma di rara purezza, diviene qui chiara la
teoria cromatica di Marc che è determinante per molte delle sue opere:
Blu è il principio maschile, aspro e spirituale. Giallo è il principio
femminile, morbido,, sereno e sensuale. Rossa è la materia, brutale e
pesante ed è sempre il colore che deve essere combattuto e superato
dagli altri due.”
Inoltre sembra quasi che Marc voglia rappresentare il mondo come se
visto con gli occhi degl’animali.
Nei suoi quadri il punto di vista cambia secondo l’animale
rappresentato.
C’è differenza infatti, da come vede lo spazio circostante un rettile o
un volatile e proprio per questo tali differenti punti di vista, sono
sempre sottolineati nelle proprie opere, dal pittore.
Certo tutto questo sarà trasferito sulla tela, da un artista che non
disdegnerà mai di citarvi, le ultime innovazioni apportate dai maggiori
esponenti della pittura, nonché dai movimenti artistici più innovativi
dell’epoca.
La lezione Cubista e Futurista, ad esempio, riecheggerà spesso nelle
sue composizioni.
E’ il caso di, Cervo
nel giardino di un monastero, in cui un cervo dalle sintetiche e
geometriche forme, attirato da una tonda e luminescente luna, s’inoltra
con destrezza in una natura altrettanto geometrico-verdeggiante, o la
tigre dello stesso anno, in cui evidente appare l’influsso Delaunayano o
anche Uccelli del 1914, in cui la dinamica ritmia del battito alare dei
protagonisti è vivacizzata dalle lame triangolari dei colori caldi e
freddi che si alternano intersecandosi come in una danza festosa, che si
snoda, come un allegro inno al concetto del volo, nell’intero spazio
compositivo.
Purtoppo l’ebbrezza festosa che s’iniziava a respirare a Monaco ad opera
dei tanti protagonisti della pittura moderna che un po’ per scelta e un
po' per caso si ritrovarono all’epoca contemporaneamente nella città
bavarese, s’interromperà bruscamente con lo scoppio della prima guerra
mondiale.
In seguito a questo, Kandinskij, Javlennsky e Werefkin sceglieranno la
via dell’esilio, August Macke e Franz Marc prematuramente lasceranno la
vita sul campo.
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