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settembre 2005
Il dodicenne Jamar Gipson, di Arlington,
per 11 anni non ha visto il proprio padre. L’ha rivisto soltanto un anno
fa. Jamar e la sua gemella avevano appena 3 mesi quando il loro papà fu
condannato all’ergastolo per omicidio. Grazie ad un “fratello maggiore”,
Jamar è riuscito ad affrontare il viaggio verso il penitenziario dove è
rinchiuso suo padre, sito nel Texas orientale, altre 3 volte dopo quella
prima visita, e ora scrive a suo padre molto spesso, cercando di farlo
sorridere e di dargli speranza.
Evidentemente più maturo di quanto suggerirebbe la sua giovane età,
l’altro giorno mi ha detto che suo padre si trova in prigione perché
“era giovane e non pensava [a ciò che faceva] a quel tempo. Se avesse
avuto buon senso, adesso non si troverebbe là dentro”.
Purtroppo, la situazione nella quale si trova Jamar non è rara. “Jamar è
uno dei 70.000 bambini del Texas settentrionale con almeno un genitore
in carcere”, dice Charles Pierson, capo esecutivo di Big Brothers Big
Sisters [alla lettera, fratelli maggiori sorelle maggiori,
N.d.T.], sezione del Texas settentrionale, e “fratello maggiore” di
Jamar. “Il 70% dei bambini con un genitore in prigione è destinato a
finire in prigione, a meno che noi, come società, non facciamo
qualcosa”.
Pierson è entrato nella vita di Jamar due anni fa. […] La sezione del
Texas settentrionale di Big Brothers Big Sisters, nata due anni
fa dalla fusione delle sezioni di Dallas, Fort Worth e Arlington, iniziò
ad occuparsi dei figli di genitori incarcerati dopo che Pierson ascoltò
un discorso dell’ex sindaco di Philadelphia, Wilson Goode, che parlava
di questa crescente necessità. “[Il suo appello] mi toccò nel profondo,
e decisi che avrei fatto qualcosa, nel migliore dei modi”, dice Pierson.
Big Brothers Big Sisters ha dato il via ad un programma chiamato “Amachi
-- People of Faith Mentoring Children of Promise”, che mette in
contatto figli di genitori incarcerati con adulti disposti a prendersene
cura. Pierson è cosciente dell’effetto positivo che ha sul bambino un
modello adulto positivo da seguire. “Infatti”, dice Pierson, “il 94% dei
bambini con un “fratello maggiore” o una “sorella maggiore” arrivano al
diploma, nonostante in alcune aree ben il 40% dei ragazzi lascino la
scuola molto presto”.
“Il “fratello” o la “sorella” non devono prendere il posto dei
genitori”, dice Pierson, “ma sono amici speciali, guide, consiglieri”.
Per Jamar, Pierson è tutte queste cose. “E’ una bravissima persona, una
bravissima persona. E’ come se potesse fare qualsiasi cosa”, dice Jamar
di Pierson.
Jamar è al secondo anno presso la Workman Junior High School
[scuola media inferiore Workman, N.d.T.] che egli definisce con orgoglio
“la scuola media migliore di Arlington”. Sogna di diventare un asso
dell’NBA o di diventare “il migliore al mondo nel campo dei beni
immobiliari”.
Non c’è dubbio che questo ragazzo avrà successo, e la mamma, Erica
Gipson, ritiene che sia tutto merito di Pierson e del coinvolgimento nel
programma Big Brothers Big Sisters. Ma per ogni Jamar, ci sono
centinaia di altri ragazzi che non ricevono né aiuto né incoraggiamenti,
semplicemente perchè non ci sono abbastanza “fratelli maggiori” per
tutti. Dalla sua fusione due anni fa, Big Brothers Big Sisters
del Texas settentrionale ha aumentato i finanziamenti e ha visto
crescere del 32% il numero di “accoppiamenti” fra ragazzi a rischio e
mentori. Purtroppo, però, nonostante questo considerevole aumento di
ragazzi seguiti, c’è una lunga lista d’attesa, aumentata del 40%, il che
significa che moltissimi ragazzi sono in attesa del proprio “fratello
maggiore”. L’organizzazione ha bisogno di molti volontari adulti
disposti a dedicare a questo servizio 240 minuti al mese. “Quattro ore
al mese possono cambiare per sempre la vita di un ragazzo”, dice Pierson.
Nonostante ci sia chi crede sia necessario essere Madre Teresa o Martin
Luther King per essere un bravo mentore, Pierson sottolinea che il
programma è alla ricerca di normali persone adulte che, insieme alle
loro famiglie, siano disposte a condividere un po’ della loro vita con
un ragazzo. Pierson, che non aveva figli suoi quando decise di diventare
un “fratello maggiore”, ora ha due figli di 5 anni e 22 mesi, che sono
una parte importante nella vita di Jamar. “Lo scorso anno Jamar è venuto
in chiesa con tutta la famiglia”, dice Pierson. “Mio figlio Carl che ha
22 mesi, adora Jamar e ama sedersi sulle sue ginocchia, non sulle mie”.
Il bimbo ha abbracciato e baciato Jamar per tutta la funzione religiosa,
cosa che ha fatto commuovere fino alle lacrime la signora che sedeva
dietro di loro. “Era una gioia guardarli”, ha detto la signora ai
Pierson al termine della funzione religiosa.
Possiamo influire positivamente sulla vita degli altri e fare in modo
che cambi.
Questo è esattamente ciò chef a l’associazione Big Brothers Big
Sisters.
[…]
Fonte : Fort Worth
Star-Telegram
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