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I figli dei detenuti texani hanno bisogno di influenza fraterna

di Bob Ray Sanders
(libera traduzione di Arianna Ballotta)

 
     
 

4 settembre 2005

Il dodicenne Jamar Gipson, di Arlington, per 11 anni non ha visto il proprio padre. L’ha rivisto soltanto un anno fa. Jamar e la sua gemella avevano appena 3 mesi quando il loro papà fu condannato all’ergastolo per omicidio. Grazie ad un “fratello maggiore”, Jamar è riuscito ad affrontare il viaggio verso il penitenziario dove è rinchiuso suo padre, sito nel Texas orientale, altre 3 volte dopo quella prima visita, e ora scrive a suo padre molto spesso, cercando di farlo sorridere e di dargli speranza.
Evidentemente più maturo di quanto suggerirebbe la sua giovane età, l’altro giorno mi ha detto che suo padre si trova in prigione perché “era giovane e non pensava [a ciò che faceva] a quel tempo. Se avesse avuto buon senso, adesso non si troverebbe là dentro”.
Purtroppo, la situazione nella quale si trova Jamar non è rara. “Jamar è uno dei 70.000 bambini del Texas settentrionale con almeno un genitore in carcere”, dice Charles Pierson, capo esecutivo di Big Brothers Big Sisters [alla lettera, fratelli maggiori sorelle maggiori, N.d.T.], sezione del Texas settentrionale, e “fratello maggiore” di Jamar. “Il 70% dei bambini con un genitore in prigione è destinato a finire in prigione, a meno che noi, come società, non facciamo qualcosa”.
Pierson è entrato nella vita di Jamar due anni fa. […] La sezione del Texas settentrionale di Big Brothers Big Sisters, nata due anni fa dalla fusione delle sezioni di Dallas, Fort Worth e Arlington, iniziò ad occuparsi dei figli di genitori incarcerati dopo che Pierson ascoltò un discorso dell’ex sindaco di Philadelphia, Wilson Goode, che parlava di questa crescente necessità. “[Il suo appello] mi toccò nel profondo, e decisi che avrei fatto qualcosa, nel migliore dei modi”, dice Pierson.
Big Brothers Big Sisters
ha dato il via ad un programma chiamato “Amachi -- People of Faith Mentoring Children of Promise”, che mette in contatto figli di genitori incarcerati con adulti disposti a prendersene cura. Pierson è cosciente dell’effetto positivo che ha sul bambino un modello adulto positivo da seguire. “Infatti”, dice Pierson, “il 94% dei bambini con un “fratello maggiore” o una “sorella maggiore” arrivano al diploma, nonostante in alcune aree ben il 40% dei ragazzi lascino la scuola molto presto”.
“Il “fratello” o la “sorella” non devono prendere il posto dei genitori”, dice Pierson, “ma sono amici speciali, guide, consiglieri”. Per Jamar, Pierson è tutte queste cose. “E’ una bravissima persona, una bravissima persona. E’ come se potesse fare qualsiasi cosa”, dice Jamar di Pierson.
Jamar è al secondo anno presso la Workman Junior High School [scuola media inferiore Workman, N.d.T.] che egli definisce con orgoglio “la scuola media migliore di Arlington”. Sogna di diventare un asso dell’NBA o di diventare “il migliore al mondo nel campo dei beni immobiliari”.
Non c’è dubbio che questo ragazzo avrà successo, e la mamma, Erica Gipson, ritiene che sia tutto merito di Pierson e del coinvolgimento nel programma Big Brothers Big Sisters. Ma per ogni Jamar, ci sono centinaia di altri ragazzi che non ricevono né aiuto né incoraggiamenti, semplicemente perchè non ci sono abbastanza “fratelli maggiori” per tutti. Dalla sua fusione due anni fa, Big Brothers Big Sisters del Texas settentrionale ha aumentato i finanziamenti e ha visto crescere del 32% il numero di “accoppiamenti” fra ragazzi a rischio e mentori. Purtroppo, però, nonostante questo considerevole aumento di ragazzi seguiti, c’è una lunga lista d’attesa, aumentata del 40%, il che significa che moltissimi ragazzi sono in attesa del proprio “fratello maggiore”. L’organizzazione ha bisogno di molti volontari adulti disposti a dedicare a questo servizio 240 minuti al mese. “Quattro ore al mese possono cambiare per sempre la vita di un ragazzo”, dice Pierson.
Nonostante ci sia chi crede sia necessario essere Madre Teresa o Martin Luther King per essere un bravo mentore, Pierson sottolinea che il programma è alla ricerca di normali persone adulte che, insieme alle loro famiglie, siano disposte a condividere un po’ della loro vita con un ragazzo. Pierson, che non aveva figli suoi quando decise di diventare un “fratello maggiore”, ora ha due figli di 5 anni e 22 mesi, che sono una parte importante nella vita di Jamar. “Lo scorso anno Jamar è venuto in chiesa con tutta la famiglia”, dice Pierson. “Mio figlio Carl che ha 22 mesi, adora Jamar e ama sedersi sulle sue ginocchia, non sulle mie”. Il bimbo ha abbracciato e baciato Jamar per tutta la funzione religiosa, cosa che ha fatto commuovere fino alle lacrime la signora che sedeva dietro di loro. “Era una gioia guardarli”, ha detto la signora ai Pierson al termine della funzione religiosa.
Possiamo influire positivamente sulla vita degli altri e fare in modo che cambi.
Questo è esattamente ciò chef a l’associazione Big Brothers Big Sisters.
[…]

Fonte : Fort Worth Star-Telegram

 

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pubblicato il
25/09/05