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Grappoli di donne
sole, nella vigna delle illusioni, mature come l’uva di settembre, che
attende di essere colta.
Un paragone fin troppo facile, suggeritomi dal fatto che durante
l’estate ho trascorso molto tempo in mezzo a tante donne sole.
Zuccherine, acidule, aspre, dolciastre…
Io, sola come loro, matura come loro, con loro nella vigna. Ho condiviso
gli eventi dell’estate, le tavole conviviali, le passeggiate del
benessere, le conversazioni fino a notte, ma anche le ho guardate,
ascoltate, comprese, tanto che ora, agli inizi di settembre, ho la
presunzione di poter “raccogliere il succo” della solitudine al
femminile.
Potrei usare il termine di tendenza, parlare di noi singles,
ma nella singolarità non c’è abbastanza il senso della
solitudine, c’è piuttosto l’indicazione di uno stato civile che, si
dice, scaturisce da una scelta.
Io invece vorrei dire due parole sulle donne sole, che subiscono la
solitudine, che si adattano ad essa, che magari cercano di trasformarla
in risorsa, ma che comunque la patiscono, con una sofferenza spesso
inconfessata, ma che una volta o l’altra si tradisce, lancia segnali.
Sono vedove, separate, divorziate, nubili. Donne casalinghe, donne che
lavorano o pensionate. Donne con figli o figlie loro stesse di famiglie
presenti e amorevoli. Donne che escono dalle case, per andare a
divertirsi secondo i più svariati interessi,…insomma, donne “normali”,
attive o tranquille o addirittura vivaci.
Ma soffrono di quella solitudine che è l’assenza di un compagno, di un
uomo da amare.
Le carenze, i patimenti della condizione di solitudine sono molteplici e
di varia caratura. Per sdrammatizzare, passando sopra a tutta una serie
di frustrazioni, di bisogni insoddisfatti, di attese vane, di pungenti
malinconie, un esempio banale, di spiccia concretezza: a chi richiedere
quel gesto così banale e insieme così intimo che è farsi spalmare la
crema solare nella schiena? Un piccolo rovello dell’estate…
Potrei sintetizzare che sono soprattutto l’intima condivisione del
sentire e del pensare, e la tenerezza nel linguaggio dei sensi, di cui
soffrono la mancanza queste donne “mature”. E all’aggettivo non voglio
dare limiti anagrafici; intendo donne che hanno compiuto percorsi di
vita nella consapevolezza dei mutamenti avvenuti dentro se stesse e
negli altri attorno a sé.
Ad essere sole sono anche donne coniugate, che camminano da anni accanto
ad un marito che non è cambiato assieme a loro, che sentono sempre più
estraneo, con cui condividono casa e figli – e non dico poco - ma non
più altro. Alla solitudine si aggiungono allora il peso della
sopportazione, della ipocrisia e la rinuncia alla libertà.
Infatti, se si riesce a governare la solitudine – niente depressione,
niente anoressia, niente bulimia, niente fobie - la libertà è il
risvolto positivo.
La donna sola è libera , e dà alla sua libertà l’interpretazione che
crede, soddisfa in piena autonomia tutte le sue abitudini buone o
cattive, non deve rendere conto a nessuno del suo ménage, può affrontare
l’avventura… Una libertà che può dare ebbrezza, soprattutto se la
solitudine è frutto di una conquista personale; che può illudere di
garantire la felicità o per lo meno la serenità.
Dall’indagine “in diretta” che ho avuto modo di fare nel corso
dell’estate (ma la mia frequentazione di donne sole è anche di altre
stagioni) risulta però che le donne vogliono essere magari meno libere,
ma meno sole, anzi vogliono essere “in coppia”.
Anche le donne profondamente deluse da precedenti esperienze . Anche le
donne che hanno superato il trauma di un lutto. Viene il tempo in cui
cercano di nuovo il compagno, anche se vorrebbero negarlo a se stesse,
oltre che agli altri. Forse per non smentire la convinzione di essere
autosufficienti. (Le donne possono bastare a se stesse, come e più
degli uomini!...)
Ma, insopprimibile, “il sogno d’amore” si nutre della solitudine delle
donne. Il seme della dualità è profondamente radicato nella carne e
nell’animo e germina, per legge di natura. Questo io credo, e credo sia
altrettanto per l’uomo, ma non ho gli strumenti per leggere così a fondo
nell’altro emisfero.
Non riesco a convincermi che essere single sia una scelta.
Posso infine dire quale compagno cercano le donne, sole e mature. Un
uomo con cui comunicare, “mettere in comune”, condividere; un uomo che
sappia dare tenerezza ; un uomo che rispetti la libertà che la
solitudine ha coltivato. Basta così, ma non è poco.
Questi requisiti sembrano poco frequenti nella specie maschile,
considerando che… tante donne sole e mature restano sospese nella vigna
delle illusioni, come grappoli in attesa della vendemmia. -
L.M
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