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Proprio quando si
inizia a credere che la pena capitale non abbia alcun effetto deterrente
e che dovrebbe essere abolita per timore che vengano giustiziate delle
persone innocenti, ecco che saltano fuori dei mutanti che si sarebbe
fatto bene ad eliminare alla nascita.
Infatti, come può la società continuare a giustificare l’esistenza del
mostro soprannominato BTK [Bind-Torture-Kill, alla lettera
lega-tortura-uccidi, N.d.T.] che per 17 anni, prima di essere catturato,
ha terrorizzato la brava gente di Wichita (Kan.) e che poi ha confessato
per salvarsi la pelle? Non è assurdo che adesso dobbiamo mantenerlo e
dargli da mangiare fino alla fine dei suoi giorni dietro le sbarre?
Il viso ripugnante di Dennis Rader visto in TV e sui giornali, giorno
dopo giorno, mentre lui ed altri raccontavano dettagliamene gli orrori
da lui commessi nel corso della sua carriera come assassino seriale, in
alcuni momenti non ha trovato eguali nemmeno nei fatti agghiaccianti del
Medio Oriente. Anche i media più moderati, per non parlare degli
avvoltoi che operano nelle TV via cavo, non hanno resistito alla
tentazione e per giorni e giorni hanno raccontato di questi omicidi,
quasi affascinati, come accade quando si vede uno scorpione attaccato
dalle formiche. Il sangue e la depravazione propri del vero crimine non
sono mai stati meglio rappresentanti.
Se questo sentimento di rabbia misto ad un bisogno quasi compulsivo di
vendetta ha prevalso nella media di coloro che hanno visto quanto
trasmesso dai media [in merito agli omicidi commessi da Rader], si può
solo immaginare l’intensità di quella rabbia in coloro che hanno perduto
delle persone care per opera sua, quanto deve essere stato difficile per
loro stare nella stessa stanza con lui ed ascoltare il suo sproloquio
piagnucolante, senza alcun rimorso, e i dettagli – al di là di ogni
comprensione – degli omicidi commessi. Particolarmente disgustoso il suo
tentativo di cercare un legame, un filo di unione con le sue vittime.
Ma poiché le soluzioni personali sulle quali fantastichiamo non si sono
verificate, e non dovrebbero verificarsi, la soluzione immediata al
problema di come porre fine all’incubo BTK, così come egli davvero
merita, è semplice: egli dovrebbe essere posto in un carcere comune
insieme a detenuti comuni, dove è assai probabile che la sua vita non
durerebbe a lungo. Dopo tutto, ci sono dei crimini talmente orrendi e
disumani da non essere tollerati neanche dai criminali più incalliti, i
quali – forse per proteggere ciò che resta della loro stessa umanità –
non vogliono avere vicine le persone che li commettono.
Questo ci porta ad esaminare la legittimità morale della pena capitale e
a domandarci se esistono dei crimini che giustificano l’eliminazione
dalla faccia della terra di chi li commette. Considerando che, grazie
alla tecnologia disponibile, è stato possibile dimostrare che dozzine di
persone condannate alla pena capitale in realtà non erano colpevoli, il
dilemma su chi debba essere messo a morte e chi no diventa ancora più
complicato. E’ stato certamente dimostrato che la pena capitale ha ben
poco valore deterrente. Quasi tutti gli omicidi vengono commessi in un
momento di impeto passionale o contestualmente ad un altro crimine.
Troppo spesso si arriva ad una condanna a causa di una identificazione
errata, di avvocati difensori incompetenti, di procuratori troppo
fanatici, di giudici al di sotto dello standard e di altre falle nel
sistema. Per evitare la possibilità di tali errori è ragionevole
sostenere che la pena di morte è crudele ed inusitata e, pertanto,
incostituzionale.
D’altro canto, esistono esseri totalmente privi di anima o sentimenti
umani, così deviati mentalmente e i cui crimini sono motivati unicamente
da soddisfazioni demoniache, che anche la loro stessa esistenza
rappresenta una minaccia per la società, oltre ad essere ad un influsso
malefico. Potrebbe non esserci altro metodo valido con queste creature
se non l’eliminazione fisica. Quindi, quando qualcuno viene pescato con
le mani nel sacco, la legge dovrebbe consentire la sua eliminazione
anche nel caso di una confessione, come fatto da Rader. Ma la pena di
morte o è costituzionale o non lo è. E’ triste dirlo, ma i BTK di questo
mondo sono l’argomento migliore per non abolire la pena di morte.
Dank K. Thomasson
Fonte:
Capitol Hill Blue (Dan K. Thomasson è l’ex editore del Scripps Howard
News Service)
23 agosto 2005
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