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Moonlighting
Considerazioni sul carattere istituzionale del lavoro nero in Italia e
sulla necessita' di un movimento democratico abolizionista
di
Giovannelli
2006 - Associazione Culturale Mimesis
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INDICE
PREMESSA |
p. 7 |
UNO |
p. 9 |
DUE |
p. 11 |
TRE |
p. 15 |
QUATTRO |
p. 19 |
CINQUE |
p. 23 |
SEI |
p. 28 |
SETTE |
p. 33 |
OTTO |
p. 38 |
NOVE |
p. 42 |
DIECI |
p. 45 |
UNDICI |
p. 48 |
DODICI |
p. 50 |
TREDICI |
p. 53 |
QUATTORDICI |
p. 56 |
QUINDICI |
p. 59 |
SEDICI |
p. 63 |
DICIASSETTE |
p. 67 |
DICIOTTO |
p. 71 |
DICIANNOVE |
p. 77 |
VENTI |
p. 84 |
PREMESSA
Il dizionario Collins-Giunti precisa che con il
termine moonlighting, si definisce, a carattere familiare o colloquiale,
il fare lavoro nero. Nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti d'America
al chiaro di luna avvengono molti comportamenti: ci si allontana alla
chetichella senza pagare l'affitto (to do a moonlighting fit), si
sviluppa l'economia in tutto o in parte sommersa, si propone un
matrimonio, si rimane semplicemente a guardare ammirati.
Gli economisti italiani non sembrano amare molto
questa espressione; la nostra lingua "viva" ha recepito centinaia di
vocaboli inglesi, ma il povero moonlighting (che a me pare invece
simpatico e pieno di quasi ironico fascino) non
e' mai riuscito a
conquistarsi un posto nella letteratura economica, politica e sociale.
Mi sono dedicato ad interrogazioni sperimentali, verificando che a molti
(anche preparati) la parola risultava del tutto nuova in questo
significato. Forse
e' il segnale di quanto isolati siano gli studi
dell'economia sotterranea.
L'economia sommersa vive nell'economia globale. Ho
scelto, d'istinto, un titolo che fin da subito richiami la molteplicita' e
la diffusione territoriale di chi vive e lavora in shadow; milioni di
persone complessivamente. Svolgendo il mio lavoro di avvocato ne ho
conosciuti, nel corso degli anni parecchi; assistendoli, ma anche
scherzando o lottando, ridendo o soffrendo, tramando, chiacchierando o
litigando. Sono uomini e donne, non fantasmi: esistono! Al
chiaro di luna, forse, ma esistono.
In rete si possono trovare materiali utili e
interessanti sul sito
www.brunochiarini.it (si tratta dellUniversita' degli Studi di Napoli, Parthenope, Istituto di
Studi Economici); il saggio di Fiorio e D'Amuri reperibile in
www.econpubblica.uni-bocconi.it
con bibliografia; quello di Roberta Zizza sul sito della Banca dItalia,
fra i temi di discussione (n. 463 del Dicembre 2002, elenco di testi
piuttosto ampio in calce).
Con un po' di pazienza troverete le fila di un vasto
territorio, senza frontiere: il moonlighting country, in buona parte
unknown.
UNO
Ho avuto il piacere, recentemente, di assistere allo
spettacolo che Ascanio Celestini ha allestito, in via ancora
sperimentale, sul tema del lavoro precario. La cornice, ormai
istituzionale, del Piccolo Teatro contrastava, armonicamente, la vivacita'
dellapproccio; il pubblico partecipava in modo assai caloroso.
Il precario messo in scena dall'artista Celestini era
inserito nei call center di Pomezia, mediante un cocopro (ovvero il
contratto a progetto introdotto dal Decreto Legislativo nel 2003); nel
corso del monologo una ripetuta rievocazione della condizione di stabilita' nelle grandi fabbriche di quello stesso territorio ed ormai
chiuse (come Fatme) assumeva toni quasi nostalgici.
La sensibilita' di un bravo attore si concreta in
felici intuizioni, come tali trasmesse allo spettatore; e, quasi
inevitabilmente, chi assiste seduto in sala si trova costretto a
riflettere, secondo la propria esperienza e con strumenti propri.
Per qual motivo, mi sono chiesto, il lavoro precario
accende immediatamente l'interesse generale mentre il lavoro nero provoca
quasi sempre una fredda indifferenza? Eppure la mancata regolarizzazione
e l'utilizzo di manodopera al di fuori di qualsiasi tutela non sono forse
l'apice della precarieta'?
I cocopro (cosi' come avveniva prima per i cococo)
possono pur sempre contare su un (d'accordo: cattivo) contratto; ed anche
l'assunto a termine, benche' instabile, per il breve periodo di attivita'
viene pagato anche durante le assenze per malattia, matura ferie,
accede, dopo la conclusione, al trattamento di disoccupazione speciale.
Il moonlighting si colloca invece nel territorio
inesplorato della dichiarata, protetta e conclamata illegalita'.
Non ci sono licenziamenti e non ci sono assunzioni;
la precarieta'
e' in re ipsa, non
e' concepibile, almeno secondo la logica
tradizionale, un lavoro nero stabile e garantito. Ogni giorno i milioni
di operai, cognitari e impiegati che vivono di reddito sommerso debbono,
con le loro sole forze, trovare o mantenere l'occupazione, discutere un
salario che muta o che puo' mutare secondo variabili non sempre
prevedibili; la contrattazione avviene in base al mero rapporto di forza
(e non e' estranea la violenza delle organizzazioni criminali in tale
rapporto) nonche' alle mutevoli leggi del mercato globale.
Il lavoro sommerso
e' piu' precario del lavoro precario
(ci si perdoni il bisticcio), ma economisti, sindacalisti,
rappresentanti politici e sociologhi concentrano dibattito e
discussione, quasi esclusivamente e un po' ossessivamente, sul secondo,
tralasciando di fatto la compiuta e coerente analisi del primo.
Individuare le ragioni di un simile comportamento non
e' facile.
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