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Il condannato a
morte Howard Guidry
di
Gloria Rubac
(libera traduzione di Arianna
Ballotta)
4 giugno 2006
Quando il diciottenne afro-americano Howard Guidry, originario di
Abbeville, Louisiana, fu arrestato a Houston nel 1995 ed accusato di
omicidio, non venne di certo trattato con i guanti di velluto, come
fatto invece con i criminali della Enron Ken Lay e Jeff Skilling.
Howard Guidry fu interrogato, rimproverato, maltrattato e chiamato
“negro”. Gli fu spiegato nei dettagli il funzionamento dell’iniezione
letale e gli fu detto che sarebbe stato giustiziato molto in fretta se
non avesse rilasciato una “spontanea confessione” su un omicidio di cui
non sapeva assolutamente nulla. Howard continuava a chiedere agli agenti
di chiamare sua madre ed il suo avvocato, ma non gli fu concessa neanche
una telefonata.
Gli agenti di polizia di Houston gli dissero che era il suo avvocato a
volere che lui firmasse una confessione, così sarebbe stato condannato a
25 anni di carcere [e non alla pena capitale]. Gli furono mostrate le
dichiarazioni di due persone che sostenevano che fosse stato lui a
commettere quell’omicidio su commissione, e gli agenti gli dissero che
quelle due persone avrebbero testimoniato contro di lui in tribunale.
Senza poter consultare un legale, questo ragazzino spaventato fece cio’
che credeva fosse stato consigliato dal suo avvocato: firmo’ una
confessione.
Il padre di Howard, Alvin Guidry, faceva il camionista e non aveva il
denaro necessario per pagare la cauzione. La famiglia di Ken Lay [uno
degli imputati dello scandalo Enron, N.d.T.] ha pagato i 5 milioni di
dollari fissati per la cauzione, ma pochi possono farlo. Guidry non
aveva neanche avvocati famosi e potenti come quelli della famiglia Lay.
Era assistito da avvocati d’ufficio. E nell’attesa dell’emissione della
sentenza, a Guidry non furono concessi 3 mesi di vacanza a Vail, in
Colorado, come invece e’ successo con Lay.
Guidry fu giudicato colpevole e divento’ così un altro ragazzo nero e
povero costretto a finire nel braccio della morte. Ma a differenza di
Lay e Skilling, Howard Guidry era totalmente innocente.
Le sole prove utilizzate per condannare Guidry furono la confessione
estorta e la testimonianza non diretta e basata su dicerie rilasciata
dalla ragazza del presunto killer. Nel settembre del 2003 queste due
prove furono dichiarate inammissibili dalla Giudice Federale Vanessa
Gilmore, la quale ordino’ alla Contea di Harris (Houston) di rilasciare
Howard Guidry o di riprocessarlo entro 180 giorni.
Lo Stato del Texas si appello’ alla decisione della Giudice Gilmore, ma
la stessa fu riconfermata dalla Corte Federale di Appello del Quinto
Distretto di New Orleans. E pochi mesi fa la Corte Suprema degli Stati
Uniti si e’ rifiutata di esaminare il caso di Guidry, riconfermando di
fatto la decisione a favore di Guidry presa in precedenza dalla Giudice
Gilmore.
Tuttavia, Guidry e’ ancora in attesa che il Procuratore Distrettuale di
Houston lo rilasci o lo sottoponga ad un nuovo processo.
Lo studio della rivoluzione
Nei 10 anni trascorsi nel braccio della morte Howard Guidry ha avuto
modo di imparare molto da attivisti come Emerson “Young Lion” Rudd,
Ponchai “Kamau” Wilkerson e Harvey “Tee” Earvin. Si e’ unito alle
Panthers United for Revolutionary Education [Pantere Unite per
l'Educazione Rivoluzionaria, associazione composta principalmente da
prigionieri di colore che lottano contro il razzismo, N.d.T.] ed e’
stato nominato Ministro della Difesa [del PURE].
Nel 1998 Guidry, insieme ad altri 6 detenuti, prese parte ad un
tentativo di evasione dalla Ellis Unit di Huntsville, Texas. Il
corpo di uno dei prigionieri. Martin Curule, [l’unico che riuscì davvero
ad evadere, N.d.T.] fu ritrovato senza vita in un fiume diversi giorni
dopo la fuga.
Nel 1999 il braccio della morte del Texas fu spostato da Hunstville ad
un carcere di super-massima sicurezza situato a Livingston. In base alle
notizie fornite dagli stessi detenuti, in questo carcere i detenuti sono
sottoposti a trattamenti di privazione sensoriale ed a costante e totale
isolamento, cosa che li porta spesso a perdere ogni senso della realta’.
Vivono rinchiusi dietro a porte di acciaio. Non hanno accesso a funzioni
religiose. Non hanno la televisione. E’ loro negata ogni possibilita’ di
lavorare. Il cibo e le cure mediche sono del tutto inadeguate. L’ora
d’aria si svolge singolarmente, un detenuto alla volta, in un cortile
grande quanto la cuccia di un cane.
La degradazione giornaliera, le gassazioni, i soprusi e gli scherni
razzisti distruggono lo spirito e la mente [dei prigionieri]. Molti si
suicidano. Alcuni lasciano cadere i propri appelli. E tanti sono affetti
da patologie mentali che impediscono loro persino di pensare.
All’inizio del 2000, Guidry ed un’altra “pantera”, Ponchai "Kamau"
Wilkerson, decisero di prendere in ostaggio un agente di custodia al
fine di richiamare l’attenzione [dell’opinione pubblica] sulle orribili
condizioni carcerarie. Chiesero di parlare con i leader della comunita’.
Kofi Taharka, Presidente del National Black United Front, sede di
Houston, Deloyd Parker, direttore esecutivo dello S.H.A.P.E. Center,
e Njeri Shakur, leader del Texas Death Penalty Abolition Movement,
incontrarono Guidry, Wilkerson ed il direttore del carcere di Livingston
al fine di discutere a questo proposito. L’ostaggio fu rilasciato sano e
salvo, ma non furono apportati grandi miglioramenti alle condizioni di
detenzione.
Ora, 6 anni dopo, il tribunale ha fissato la data di un nuovo processo a
carico di Howard Guidry: il 17 luglio. Howard Guidry chiede aiuto.
“Non voglio che il mio attivismo negli anni di detenzione nel braccio
della morte venga utilizzato dai media per ricondannarmi prima ancora di
entrare in tribunale. Avevo delle buone ragioni per tentare la fuga. Non
avevo alcuna fiducia nel sistema giudiziario. Diversi miei compagni di
prigionia sono stati giustiziati, nonostante la loro innocenza, come
Shaka Sankofa [Gary Graham, N.d.T.] e Odell Barnes”, ha detto Guidry a
Workers World. Anche Wilkerson e’ stato giustiziato. “Quando
prendemmo l’agente in ostaggio, non avevamo alcuna intenzione di fare
del male. E infatti non accadde nulla. Non potevamo semplicemente stare
seduti e far finta di niente e subire passivamente le torture subite nel
braccio della morte e rischiare di diventare pazzi a causa
dell’isolamento forzato. Sapevamo di dover fare qualcosa che attirasse
l’attenzione. Per tutti i 450 uomini torturati e costretti a vivere come
animali”, continua Guidry. “Sono stato accusato di omicidio capitale, ma
non ho niente a che fare con questo crimine. Sono innocente e se
finalmente verra’ fatta giustizia, usciro’ di qui con le mie gambe!”.
Come Malcom X e George Jackson, Guidry, che adesso ha 30 anni, in
carcere ha studiato storia e teoria della rivoluzione. E’ dotato di
coraggio ed integrita’.
Lo scopo di Guidry, se riuscira’ ad uscire di prigione, e’ quello di
lottare per un cambiamento e per il miglioramento della condizioni di
vita dei poveri e degli oppressi, non soltanto nell’ambito del sistema
giudiziario, ma anche nella societa’ capitalista in generale.
Inviate lettere di sostegno a:
Howard Guidry SPN # 01446317
Harris County Jail, 701 N. San Jacinto St.
Houston, TX 77002
USA
(Nota: non
possono essere inviati libri, cartoline, biglietti, cartoncini, giornali
e riviste. Possono essere spediti articoli di giornale ritagliati,
fotografie di formato normale ed informazioni prese da Internet).
Fonte :
Workers World
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