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La giusta
angolazione
di
Gian Ruggero Manzoni e
Massimo Orgiazzi
Salotto, estensione della
tv, importante mezzo per imparare e diffondere, caverna, circolo
equiparabile a quello degli amatori della pesca a mosca o degli studiosi
dello scarabeo stercorario, totem attorno al quale balla questa o quella
tribù di adepti, rumore di fondo, fionda per poter ‘attaccare’ un
potentato-Golia letterario che mai ha avuto precedenti come in questi
inizio secolo e millennio, o ennesimo Lazarillo de Tormes della storia,
o sistema per iniziare a costruirsi un ‘potere contrattuale’, oppure
iceberg che va ad affondare quello che già si ha. Questi i modi e le
raffigurazioni in cui ci si è sforzàti di vedere-analizzare l’impiego
dei blog nella pratica letteraria. Sforzàti, perché
Filippo Davoli,
Matteo Fantuzzi,
Andrea Margiotta e chi scrive, hanno cercato di interpretare la
complessa natura del fenomeno blog in questi ultimi anni, leggerne la
funzione e comprendere quale futuro e quale evoluzione possono esserci
per uno strumento ormai inflazionato del quale non è ancora ben chiaro
se ha determinato una crescita ed un avanzamento, oppure un ulteriore
isolamento, spezzatura, frammentazione, o se sia, come unica verità
rimasta, fenomeno esclusivamente in fase calante, quindi da lasciare al
proprio destino, come scialuppa alla deriva.
Al mondo esistono attualmente 32 milioni e mezzo di blog (dato di aprile
2006) e se ne crea uno ogni secondo. Il 61% di essi è diario privato,
quasi il 35% sono stati aperti quindi abbandonati quasi subito: edifici
ormai sfitti, capannoni disabitati, rottami che neppure si possono
riciclare E’ un flusso sempre maggiore, sempre più globale che avanza e
conquista, ma lascia, dietro sé, anche terra bruciata, entusiasmi
spirati, morte degli interessi, in un tempo dove è troppo facile
cambiare in fretta idea e spostarsi, confondersi, perdersi o, peggio,
arrampicarsi sugli specchi.
In questo panorama, anche la letteratura e la poesia. Ognuno dei
partecipanti, cui si sono aggiunti nel dopo dibattito
Stefano Massari, Guido Garufi e
Marco Ricci, hanno raccontato la propria esperienza da blogger, le
proprie motivazioni, i cambiamenti degli ambienti creati e frequentati,
i pregi, i difetti, e hanno cercato di definire quale sia la giusta
angolazione sotto cui guardare la Rete, la condivisione che le dovrebbe
essere propria e il mondo dei blog, in particolare quelli che trattano
di poesia e di letteratura: parte umana-creativa a cui si deve però
riconoscere una vita, e un senso critico, altrove, nel reale, là dove
pare che, però, tale capacità sia ormai morta da tempo.
Dunque strumento ‘perverso’ il blog, destinato ad essere ridotto a un
salotto televisivo dei poveri in cui, qua e là, si concede il quarto
d’ora di celebrità a questo o quello, seppur sempre, quella ‘celebrità’,
circoscritta a una combriccola di pochi ? Oppure strumento potente, che
permette la crescita di una conoscenza ? O caverna moderna in cui ci si
chiude tra gruppi, inconsapevoli di ritrovarsi comunque isolati, seppur
convinti di essere ‘universo’, sebbene ristretto in poche stanze… in
poche ‘maglie’ della Rete delle Reti ? E ancora, blog come mezzo
democratico che rivede l’informazione e l’aggiusta criticamente, o
chiacchiericcio, rumore di fondo sempre più indistinguibile e
inconcludente ? Tutti i partecipanti hanno terminato i loro interventi
ritrovandosi, chi più e chi meno, su alcuni dei punti suddetti, ma la
giusta angolazione d’approccio a tale strumento, si fa sempre più
difficile, pluridimensionale, topologicamente complessa. Giusta la
partenza, dunque, utile il blog, la sua carica espressiva che accompagna
l’apprendimento-conoscenza, ma giusto, anche, il fermarsi ad un certo
punto: a quello in cui non si arriva a ridurre gli spazi, a fare
sintesi, senza incappare nelle notorie e becere manifestazioni di tutti
contro tutti (le poco epiche e penose risse già registrate); oppure a
quello dove espletare, senza entrare in contraddizione, le proprie
incoerenze; o dove uniformare la poesia pessima a quella pregevole.
Giusto, quindi, tentare di farlo diventare uno strumento rivolto alla
creazione di una comunità civile, un luogo di qualità, un trampolino per
spunti e per entusiasmi rivolti a contrastare l’arroganza editoriale dei
potentati, la frammentazione delle patrie lettere, i “primadonnismi”, il
pugnalarsi alla schiena, l’ipocrisia dilagante. Immagine e tappa,
allora, di un nuovo sviluppo collaborativo, non proselitistico, che poi
si andrà a concretizzare in una diffusione più ampia, cartacea e di
presenza in corpore, cioè di conoscenza e di relazioni de visu, al fine
di varare un organo divulgativo concreto e di organizzare sempre più
incontri, festival e attività di matrice letterario-artistica. Blog come
cassa di risonanza e luogo di scambio, quindi, di ciò che di concreto,
reale si vede, si ode e si fa.
Questo l’auspicio: che non ci si fermi al blog come ‘vetrina’ del nulla,
ma che sia specchio di ciò che siamo e facciamo materialmente. Blog come
dichiarazione d’intenti, poi messi in pratica nella vita reale.
Altrimenti il ‘dire per poi non fare’. Ed è sempre il fare che infine
crea la differenza.
LiberInVersi, 15 luglio 2006
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