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Saturno e il
viaggio
di
Hilarius Moosbrugger
Il viaggio è molto spesso
una metafora. Si fa per scoprire se stessi oltre che i luoghi di
destinazione. E’ la propria vita, o un tratto di essa, che si analizza
viaggiando. E addirittura si può reinventarla durante il percorso,
assimilando sensazioni e associazioni, idee e persone.
Maestro di questo genere è W.G. Sebald, e il suo libro principe in
quest’area è “Gli anelli di Saturno”.
Il libro inizia come diario di un viaggio a piedi sulla costa orientale
inglese. Questo è pretesto all’autore per evocare persone, culture
presenti e passate, Chateaubriand, Conrad, i quadri di Rembrandt,
flottiglie di barche da pesca, storie di scheletri e bachi da seta.
Si comprende come il viaggio sia mentale oltre che fisico e come,
abbandonandosi alle sue fantasticherie, Sebald ricordi e riscriva mondi
suoi e non suoi , sempre però in una relazione quasi onirica con la
realtà. Noi partecipiamo e ci identifichiamo, a piena riprova della
maestria del racconto.
Sebald (1944-2001) è scomparso di recente. Tedesco, viveva dal 1970 in
Inghilterra, docente di letteratura tedesca contemporanea all’università
di Norwich. E’ autore sempre portato all’introspezione tramite le
esperienze che prova, spesso provoca, e che usa come reagenti per cercar
di capire il mondo che lo circonda.
I suoi viaggi sono in bilico tra realtà e irrealtà, se irrealtà si può
chiamare ciò che si sente rispetto a ciò che si vede.
W.G. Sebald
Gli anelli di Saturno
Bompiani, 2001
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