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La pena di morte è un relitto del passato
di Claudio Giusti


Secondo Amnesty International 122 paesi del mondo vivono benissimo senza questa pena, contro 74 che invece si ostinano ad ammazzare i loro sventurati cittadini. 86 paesi (tra cui il nostro) sono abolizionisti totali e in Europa la pena capitale è vietata. Negli ultimi 30 anni almeno due paesi l’anno sono passati all’abolizionismo totale o parziale. Insomma, se non fosse per Stati Uniti e Giappone diremmo che la pena di morte appartiene solo ai paesi arretrati e dittatoriali. C’è però un aspetto positivo nell’avere gli USA fra i paesi con il boia: grazie ai dati gentilmente forniti da quel governo la ferocia della pena capitale risalta in tutto il suo orrore.

Razza
I neri sono il 12% della popolazione americana e il 50% dei 2.250.000 carcerati, ma, pur essendo i neri anche il 50% delle vittime d’omicidio, l’80% dei 1.000 uccisi dalla giustizia americana aveva ucciso un bianco. Sono 12 i bianchi uccisi per l’omicidio di un nero, mentre i neri che hanno pagato con la vita l’assassinio di un bianco sono 209. Non si conoscono casi di texani bianchi impiccati per l’omicidio di una persona di colore.

Costo.
Il sistema giudiziario americano funziona perché non fa i processi, non fa gli appelli e non motiva le sentenze, ma quando si degna di fare un processo i costi sono altissimi. Si stima che le spese per ogni condanna a morte, prima degli appelli, siano di 5 - 10 milioni di dollari, mentre è opinione comune che ogni esecuzione costi parecchie decine di milioni di dollari. Si è calcolato che in California ogni uccisione abbia raggiunto l’iperbolica cifra di un quarto di miliardo di dollari.

Classe
“Pena capitale significa che chi non ha il capitale si becca la pena” e i condannati a morte americani, bianchi o neri che siano, hanno una cosa in comune: sono tutti poveri. Non troverete membri della classe media nel braccio perché chi si può permettere un avvocato appena passabile non finisce sulla forca e a fornire gli impiccati è il sottoproletariato urbano.

Innocenti
Una commissione inglese ha recentemente riabilitato due persone impiccate 50 anni fa, ma gli americani, nonostante i 122 innocenti sopravvissuti alla loro giustizia, si guardano bene dall’investigare sulle loro condanne; comunque è la loro stessa opinione pubblica a essere convinta che dozzine di innocenti siano stati uccisi.

Deterrenza
La balorda teoria secondo cui la pena di morte spaventerebbe i potenziali assassini è la scusa dietro cui si nasconde la voglia di vendetta degli americani, ma sono proprio i loro dati a dimostrare che gli stati senza forca hanno meno omicidi.

Pazzi
Secondo un recente rapporto di Amnesty International il 10% del migliaio ucciso dalla giustizia americana era affetto da gravi turbe psichiche. I pazzi sono le vittime privilegiate della ferocia giudiziaria perché non sono in grado di difendersi.
 

Soldi, geografia, elezioni e altri fatti casuali
La richiesta di pena di morte in un caso di omicidio raramente dipende dalla gravità del crimine, ma, più concretamente, dalle risorse a disposizione del procuratore locale, dalla vicinanza o meno di elezioni, dalla contemporanea presenza di altri casi, dalla predisposizione delle giurie locali a emettere condanne a morte, dall’impatto che il caso ha avuto sull’opinione pubblica, oltre che dal colore della vittima, da quello dell’omicida e dal loro status sociale.

Crudeltà
Gli americani hanno paura delle spiacevoli conseguenze delle loro azioni, così i condannati non sono più impiccati, gasati, sparati e cotti vivi (al sangue o alla fiamma), ma sono gentilmente messi a dormire dal nuovo sistema dell’iniezione letale, ma questa sterilizzazione della morte nasconde un orrore ancora più grande dei vecchi sistemi.

Sacrifici umani
Gli Stati Uniti, come del resto il Giappone, amministrano la pena di morte con oculata ferocia. Questa viene chiesta solo per un numero di casi molto piccolo rispetto a quello potenziale e ottenuta in un numero ancora minore. Ancora più basso è il numero dei condannati che vengono effettivamente giustiziati. In questi ultimi 30 anni abbiamo assistito ad un migliaio di esecuzioni, ma, se la pena capitale fosse stata applicata con un minimo di coerenza, le esecuzioni avrebbero dovuto essere 100 volte di più. Per ogni “giustiziato” ci sono 99 assassini che se la cavano con pene detentive a volte estremamente lievi. Le esecuzioni sono in realtà dei sacrifici umani: servono a tranquillizzare la classe media spaventata dalla sua stessa violenza.

Speranza
Il glorioso Michigan è stata la prima giurisdizione al mondo ad avere abolito stabilmente la pena di morte, il primo marzo del lontano 1847. Con le altre 12 giurisdizioni abolizioniste ci dimostra che persino negli Stati Uniti d’America è possibile vivere senza ammazzare la gente.





Claudio Giusti, 21/02/2006
 

 
 

 

 
 


agli incroci dei venti, 2 marzo 2006

 

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