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Il déjà vu,
ovvero Cina
di
Missione Oggi
“La Cina è un gigante che
dorme. Il giorno in cui si sveglia, la terra tremerà...” aveva detto,
circa due secoli fa, l’imperatore Napoleone. Non trema ancora la terra,
ma la Cina è sulla bocca di tutti e su tutti i giornali. L’economia che
cresce di più? La cinese. La responsabile della disoccupazione del
nostro Paese? La Cina! Il solo Paese al mondo che riceve dall’estero un
miliardo di dollari alla settimana sotto forma di investimenti? La Cina.
Il “made in China” promette profitti a tutti, sia agli
imprenditori bresciani sia agli africani (cfr.
dossier). Con un’economia in crescita
anche l’Africa preferisce gli ingegneri cinesi: costano di meno e non si
mescolano agli affari del Paese che li ospita.
La sua formula vincente? Fondare la sua economia sugli investimenti
stranieri e coinvolgere i governi nel suo sviluppo. Non c’è nessun
perdente, tutti ci guadagnano. Yasheng Huang del Massachusetts
Institute of Technology di Boston descrive così l’opzione cinese:
“Contrariamente ai suoi vicini, la Cina ha scommesso sull’investimento
straniero piuttosto che sviluppare le imprese nazionali, private o
pubbliche. Le società straniere sono onnipresenti nell’economia cinese e
ne controllano interi settori.”
Ben diverse sono le notizie dell’Impero di Mezzo riguardanti la
famiglia. Tradizionalmente questa era una struttura patriarcale basata
sul bisogno, offriva cibo, riparo, stato sociale e sopravvivenza.
Dopo il 1949, era al servizio della nazione e doveva servire lo Stato.
Ma rimase sostanzialmente la stessa. Due cose però l’hanno cambiata: la
politica del figlio unico e la svolta di Deng Xiaoping con la
liberalizzazione dell’economia nel 1979.
Per 15 anni la Cina ha vissuto il miracolo basato sulla combinazione del
lavoro a buon mercato, le fabbriche sulla costa orientale e una capacità
nazionale per l’organizzazione e l’adattabilità. Ora alcune decine di
milioni di cinesi possono comprare un’automobile e un appartamento in
città, avere un telefonino, viaggiare all’estero e... divorziare: i
divorzi sono triplicati negli ultimi vent’anni. In città, più di metà
delle famiglie sono di solo tre persone e si sposano tardi. Ora avere un
bambino è troppo costosoe lo vogliono “dragone”, con una personalità
di successo. Nelle città, ambedue i genitori lavorano mentre i nonni
custodiscono i nipoti. Ma si prevede che nel 2020 quasi il 35% degli
abitanti di Shangai, cioè cinque milioni, saranno anziani. A Pechino
invece quasi il 40% delle coppie di anziani vivono da sole. I single
si sono quintuplicati in solo dieci anni. Insomma, è un terreno che
conosciamo bene e allora tutti quei grafici con l’indicatore verso
l’alto non ci entusiasmano più di tanto. Déjà vu!
Nella vecchia Europa, né l’illuminismo né la cultura cristiana sono
stati capaci di arginare la perdita dei valori della famiglia di fronte
al consumismo. Nell’Impero della Città proibita il libretto rosso di Mao
ha fatto scomparire la miseria e la fame, ma è già stato sepolto e
dimenticato. Rimangono ancora Confucio e Lao-tze con la loro millenaria
saggezza. Ma quale prezzo dovrà pagare Confucio al dinosauro del
mercato neoliberista? Sapranno gli antenati, venerati con le
tavolette collocate nell’angolo migliore dalla casa ora sempre più
vuota, ricordare gli insegnamenti di Lao-tze: “Io ho tre cose preziose
che mi tengo ben strette e custodisco: la prima è la misericordia, la
seconda è la parsimonia, la terza è il non ardire d’esser primo nel
mondo”? (Tao Te Ching LXVII).
Missione Oggi dicembre 2005
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